Capitolo 30

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Entriamo tutti in silenzio in casa di Derek. Luke non mi guarda e sia lui che il mio migliore amico si stanno dando la colpa per ciò che è successo, lo so!

Prendo Ronnie per mano e ci dirigiamo in camera di Derek. <Grazie> dice all'improvviso.

<Di cosa?> chiedo confusa. Lo messa nei guai per colpa del mio carattere.

<Quando hai chiesto al ragazzo di lasciarmi in cambio di fare tutto quello che volevano...nessuno l'ha mai fatto per me..> abbassa lo sguardo e inizia a singhiozzare. <Mi dispiace! Ti stava per fare chissà cosa!>

L'abbraccio, <Ehi, tu non centri nulla. Non piangere>

<Adesso non mi parlerai più, vero?>

Sorrido. <Perché dovrei? E poi sei l'unica ragazza che conosco in questo posto e poi siamo più simili di quanto pensi> dico facendola ridere.

<Ti posso fare una domanda?> chiede all'improvviso.

Annuisco.

<C'é qualcosa tra te e Derek?> WHAT? Perché tutti pensano questo?

<No, è solo il mio migliore amico/ fratello e si, si vede lontano un miglio che ti piace> rido.

Lei diventa rossa. <Dici che lui se n'è accorto?>

<Conoscendolo, no. Ma so che anche tu gli piaci...ma non dirgli che te l'ho detto o mi toglierebbe tutte le caramelle!> dico per sdrammatizzare la situazione. <Ora andiamo da quei due prima che si convincono che sia colpa loro!>

Ci alziamo dal letto e usciamo dalla stanza per dirigerci in salotto. Derek è seduto sul divano che si tira i capelli, lo fa sempre quando si da la colpa per qualcosa, lo faceva anche quando i nostri genitori si erano lasciati. Ci avviciniamo a lui e gli alzo il volto, ha gli occhi lucidi. <Derek, smettila ti prego> dico togliendogli le mani dai capelli.

<È colpa mia! Dovevo restare con voi due, cazzo!> si rimette le mani nei capelli.

<DEREK FREDERICK WILSON, SE NON TI TOGLI QUELLE MANI DAI CAPELLI DIVENTERAI PELATO A DICIANNOVE ANNI E GIURO SU GLI OREO CHE SE NON TI RIPRENDI TRA UN SECONDO TI TIRO UNO SCHIAFFO CHE TE LO RICORDERAI FIN QUANDO MORIRAI> Sbotto. Mi da troppo fastidio quando si da la colpa per ciò che non ha fatto.

Sorride e mi attira a sé con un abbraccio, <Ti voglio troppo bene, Riri>.

<Anch'io> mi alzo sulle punte e gli do un bacio sulla fronte. Gli sussurro all'orecchio: <Qualcuna in questa stanza ti viene dietro e non sono io>, mi allontano e lo vedo diventare rosso in volto.

Faccio un cenno a Ronnie, <Andiamo in bagno, ti devo disinfettare le ferite> dice in tono dolce portandolo in bagno.

Con lo sguardo cerco Luke ma non lo trovo. Vado in cucina e non c'è, poi sento dei rumori e delle imprecazioni provenire dal terrazzo. Mi avvicino piano e noto un Luke aggressivo e un armadio ammaccato. <CAZZO! PERCHÉ? PERCHÉ, CAZZO?!> sbraita, <PERCHÉ A LEI?!> continua.

Basta! Non c'è la faccio più a vederlo così. <Luke> si gira di scatto con il respiro irregolare e con i pugni stretti, non mi guarda nemmeno negli occhi.

<Guardami>

Mi avvicino lentamente a lui e gli sfioro la mano. <Ho detto di guardarmi> alza lo sguardo e finalmente incontro i suoi occhi per due secondi. <Perché non riesci a guardarmi negli occhi?> chiedo incrociando le braccia sotto al seno.

Sospira e si passa una mano tra i capelli. <Non c'è la faccio, ok?> dice rientrando dentro. <sento il suo odore su di te, vedo il suo segno sul tuo collo..>.

Sento gli occhi pizzicare, lui non c'è la fa? LUI?!

<TU NON C'È LA FAI? STAI SCHERZANDO VERO?> sbraito, <ERI PER CASO TU QUELLO CHE STAVA TOCCANDO? ERI TU QUELLO CHE È STATO SCARAVENTATO CON LA TESTA ALL'ANGOLO DI UN DANNATO COMODINO? ERI TU QUELLO CHE HA PRESO A SCHIAFFI? ERI TU QUELLO CHE STAVA PER ESSERE VIOLENTATO?> mi fermo per riprendere fiato. Lui abbassa lo sguardo.

<Che sta succedendo qui? Perché state urlando?> interviene Derek, venendo verso di noi.

<RISPONDIMI, LUKE!> sta ancora zitto. <Ti dico io qual'é la risposta! Non eri tu, ero io! Quindi ora smettila di fare l'idiota...in questo momento ho solo bisogno di te> me ne vado senza ascoltare la sua risposta e mi dirigo verso la stanza della presunta 'sorella' di Derek.

Mi butto sul letto, se ripenso a questa giornata mi viene solo voglia di farla finita con tutto. Non può venirmi a dire che non riesce a guardarmi, sono io che non riesco a guardarmi! Al solo pensiero delle sue schifose mani su di me, a quello sguardo malato e alle sue sudice labbra sulla mia pelle, mi viene da vomitare.

<Riri, noi andiamo a dormire. Luke dorme sul divano> dice Derek aprendo la porta della stanza.

<Ok, notte> spero che questa notte passi subito. Chiudo gli occhi aspettando che Morfeo mi porti via.

***

Sono le due del mattino e ancora non riesco ad addormentarmi. Appena chiudo gli occhi, li riapro subito...

Mi alzo per la seconda volta e decido di andare in cucina a bere un pó d'acqua. Esco della camera e prima di scendere le scale mi fermo davanti allo specchio: Dio che schifo! Sono orribile! Ho gli occhi gonfi e rossi, manco mi fossi fatta una canna, la maglia di Luke che mi arriva a metà coscia -che non mi sono mai tolta- e sul collo c'è ancora quel maledetto segno.
La prima volta che mi sono alzata, sono andata in bagno a togliere il sangue secco dalla mia testa e per fortuna il taglio non si nota più di tanto.

Scendo le scale e oltrepasso il bancone della cucina per dirigermi verso il frigo. Sono scioccata: Derek ha il frigo pieno di birra e di Coca Cola. Alla fine mi rassegno e chiudo di colpo il frigo.

<Ehi, mocciosa..> faccio un urlo e cado a terra dallo spavento. Equilibrio di merda! <Sei un imbranata> dice Luke sbucando dal buio.

<Ma sei deficiente? Mi hai fatto morire di paura!> dico alzandomi.

Accendo la luce e lo guardo. <Volevo chiederti scusa per prima. Il fatto è che io avrei dovuto essere vicino a te! Avrei dovuto proteggerti e invece non lo fatto> prende un respiro, <sapere che quel bastardo ti stava per fare del male, mi ha fatto impazzire. Sapere che ti ha toccata, che ti ha marchiata...vorrei ucciderlo, e vorrei uccidere me stesso per non averti protetta> ammette tutto d'un fiato.

Mi avvicino a lui, <mi hai salvata ancora una volta, idiota>. Mi abbraccia e unisce la sua mano alla mia. <Ora però fatti medicare>

Sbuffa. <Non c'è né bisogno>, lo trascino fino in bagno e prendo la casetta del pronto soccorso. <Non fare storie, bambinone>

Prendo il disinfettante e il cotone, lo bagno e mi metto sulla punte per medicargli il labbro. <Sei troppo alto> dico sbuffando, mi prende dai fianchi e mi alza, posandomi sul muretto del lavandino.

<Ora va meglio> afferma ad un palmo dalla mia faccia. Comincia a fare caldo qui dentro!

La strada è in salita ma la vista è grandiosa [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora