Capitolo 2. GIORNATA FORTUNATA O SFORTUNATA?

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Pov's Cristyn

Mentre sono sul pullman, che mi dovrebbe lasciare nelle vicinanze del Sunny Angeles, cerco di trovare possibili soluzioni al mio problema. Potrei stare per un breve periodo da mio fratello Steve. Sì perché no? Però poi mi ricordo che il mio fratellone condivide l'appartamento con altri due ragazzi, entrambi suoi coetanei e bei californiani. Quindi anche se io volessi, lui non accetterebbe questa soluzione, mi direbbe : " Scordatelo. Anche se sono tuo fratello e loro due miei amici, non vorrei mai che tu condividessi l'appartamento con tre ragazzi. Chissà cosa potrebbe accaderti".

Così decido di non chiederglielo neanche. In più lo farei solo preoccupare e poi non voglio essere un peso per lui.

Vedete lui e i suoi amici, Will e Terry, abitano a Los Angeles, non lontano dal centro della vita notturna della città. Comodo per loro, perché lavorano nello stesso locale, cioè il Blue Side, dove mio fratello fa il barman, Terry il Dj e Will il buttafuori.

Tornando a noi. A furia di arrovellarmi il cervello per trovare un'ancora di salvezza, mi accorgo che mi sta venendo un terribile mal di testa e questo peggiora il mio umore. Decido quindi di sciogliermi la coda per alleviare il dolore. E funziona!

Mentre sono ancora immersa nelle mie riflessioni, mi accorgo di essere arrivata a destinazione e scendo dal bus. Cerco di essere serena e di non far notare il mio stato e il mio malumore a Sandy.

Raggiungendo il Sunny Angeles, noto che lungo la via c'è una pasticceria con una bellissima insegna "Sweetter" e con una bellissima vetrina composta da una torretta di tortine alla frutta, una composizione di paste secche e una stupenda torta alla meringa ornata di mirtilli. Una vista da far venire l'acquolina in bocca. Questa pasticceria se non sbaglio è di proprietà di un certo Harry Newman, ricco trentenne newyorkese, abile negli affari, che possiede una catena di pasticcerie oltre che a New York, anche su entrambe le coste degli Stati Uniti.

Quanto vorrei essere come Mr. Newman, un'importante imprenditrice culinaria... Ma non è il momento per questi pensieri.

Vado avanti e finalmente scorgo Sandy seduta a un tavolo nella parte esterna del bar. Con i suoi capelli corti, rossi e sbarazzini. Vedo che indossa un vestitino viola, corto, corto che le arriva appena sopra le ginocchia.

Felice di vederla e per non farle percepire nulla del malessere che mi affligge, la abbraccio forte. Forse un po' troppo, perché lei sorride, ma si rivela subito sospettosa.

«Ok Cristyn dimmi cosa succede. Si vede dal tuo aspetto che qualcosa non va. Avanti sputa il rospo», mi chiede.

Vedete Sandy è sempre diretta quando parla con le persone, va dritto al punto ed è difficile fingere con lei, ma io ci provo ugualmente.

«Va tutto bene, niente al di fuori dalla norma», le rispondo.

«Ah! Quindi, niente guai con vicini e padroni di casa?», chiede, sapendo già la risposta.

«Perché pensi sempre il peggio?», le chiedo facendo l'innocente.

«Perché ti conosco. Non ti prendi mai una pausa per riposare. Fai sempre tutto di corsa e contemporaneamente», sottolinea Sandy.

«Ma. . . », cerco di giustificarmi, ma vengo subito interrotta.

«Niente ma, è così e tu lo sai. Ora venendo a noi, dimmi la verità. Come stai?», chiede facendosi seria.

«Ecco io... vedi è che... », cerco di tergiversare, di perdere tempo e sperare che lei cambi argomento.

«Cristyn! Lo sai che puoi dirmi tutto, siamo amiche e ci sosteniamo a vicenda», dice alzando la voce.

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