Capitolo 10. UNA MAGICA SERATA PER CRISTYN.

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Pov's Robert

Lei ha un quel non so che di diverso questa sera. Sembrava un po' un pesce fuor d'acqua, ma sembra anche una donna che sa ambientarsi bene nei luoghi a lei non consoni.

È impegnata in quella che sembrava un discorso che non la mette a proprio agio. Capisco perché. Il suo interlocutore è quel vecchio bavoso del mio cliente, il signor Cowelson , che la sta guardando appetitosamente, senza degnarsi di non metterla in imbarazzo. Quel verme, nonostante abbia una piacevole compagnia lì con sé, sta guardando la "mia " donna, come se fosse un pezzo di carne succulento. Eh no. Non la toccherai, sognatelo Cowelson.

Così mi avvicino a loro e attiro l'attenzione di lei. Interrompendo il loro discorso, lei si volta e rimane sorpresa nel ritrovarsi davanti proprio me. La sorpresa viene sostituita immediatamente da un sorriso di felicità. Con una greve scusa si accomiata dai suoi amici e ci dirigiamo verso il buffet.

Vedo che è nervosa però, «Vuoi dello champagne? Ti aiuterebbe ad allentare la tensione sai!».

« Sì, grazie molto volentieri», risponde timidamente, se non diffidente, «Sai in realtà voglio ringraziarti, mi hai salvata poco fa».

«Fammi indovinare. Il vecchio bavoso?», le domando.

«Vecchio non so, ma bavoso sicuramente si. Era disgustoso, nonostante avesse la sua compagna accanto a se, mi guardava come se . . . come se fossi un bignè da divorare», dice lei agitandosi un po' e bevendo un sorso di champagne. «Sai io non sono quel tipo di donna che socializza con chiunque, che frequenta queste feste, non sono il mio ambiente», continua ancora un po' nervosa.

«A proposito abbiamo dimenticato le presentazioni. Io mi chiamo Raf. Tu?».

«Raf come Rafael? Mi piace. Io sono Cristyn»

«Bene Cristyn, che ne dici di concedermi una canzone o due?».

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Pov's Cristyn

Accetto il suo invito. Perché no! Insomma al massimo passerò una bella serata in compagnia di un bell'uomo.

Subito dopo posa i nostri bicchieri sul vassoio del cameriere che sta passando di lì in questo momento. Da galantuomo, mi porge la mano e mi accompagna alla pista da ballo.

Non chiedetemi il come o il perché, ma il mio corpo lo segue automaticamente, non ne ho più il controllo. È proprio come me lo ricordavo, sul metro e ottanta, capelli scuri e occhi di un azzurro brillante, con un fisico muscoloso.

Arrivati proprio al centro della pista sento che le mie gambe tremano, non riescono a muoversi così è lui a condurre le danze.

Appoggia una mano sulla schiena e con l'altra mano afferra la mia mano libera.

Casualmente proprio in quel preciso momento parte un lento, Stay with me di Sam Smith, che ci costringe a mantenere la stretta vicinanza.

Siamo vicinissimi e io non ho il coraggio di guardarlo in faccia, per paura che scopra il disagio che provo per la vicinanza dei nostri corpi. Per spezzare il ghiaccio, mi chiede come ci faccia una come me, ad una festa del genere.

« In realtà sto facendo un favore ad un'amica . Normalmente non mi incontreresti a questi generi di eventi», gli rispondo velocemente, forse troppo.

«Sai in parte ti comprendo. Anche io sono qui stasera per fare un favore ad un amico», mi dice.

«Ahh il tipo con cui stavi parlando quando sono arrivata?», gli chiedo interessata.

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