Capitolo 27.RIPOSO.

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Pov's Robert

Nonostante avessi già bussato più volte non mi ha ancora aperto. Magari non mi sente. Provo a mandarle un messaggio, forse ha il cellulare vicino. Infatti è così. Appena leggo il messaggio inizio a preoccuparmi.

Non sta bene e non può aprirmi.

Mi dice che, se ho ancora voglia di stare con lei, c'è una chiave di scorta sotto lo zerbino. Certo che voglio ancora stare con lei questa sera. Solo perché non è in piena forma, non è detto che voglia andarmene altrove. Trovata la chiave entro in casa e la cerco. La trovo a letto, rannicchiata tra le coperte. In effetti non ha una bella cera, è troppo pallida. Voglio aiutarla ma non so come. Così faccio quello che mia madre faceva con me.

Faccio arieggiare l'aria in casa e preparo del brodo caldo. Appena pronto, mentre si raffredda un pochino, le preparo un bagno caldo e la aiuto a svestirsi.

«Ehi piccola, riesci a reggerti in piedi?», le chiedo stringendola a me.

«No», mi dice lei debolmente.

La prendo in braccio e la porto in bagno. Bene! La vasca è già piena e spargo un po' di sapone che ho trovato vicino al lavandino.

«Appoggiati a me, così riesco a sfilarti la maglia e i pantaloni», le dico aiutandola.

Detto fatto. Mi alzo le maniche della camicia e la immergo nella vasca, facendo attenzione che appoggi bene la testa al bordo e che il livello dell'acqua non sia troppo alto. Mentre lei si rilassa, controllo negli armadietti se riesco a trovare qualche medicina che possa aiutarla a stare meglio, ma niente. Ci sono solo medicine contro il raffreddore e pomate. Niente contro la spossatezza o che la aiutino a trattenere il cibo.

Non può andare a lavorare in questo stato domani. Vado in soggiorno per cercare il suo cellulare, ma come sempre chissà dove lo tiene. Facendolo squillare lo trovo. Era buttato sul divano, nascosto dai cuscini. Vediamo se nella sua rubrica trovo il numero. Eccolo!

«Salve, signora Sullivan? Sono Rob, l'amico di Cristyn. Vede l'ho chiamata per dirle che Cris non sta affatto bene e non so se domani sarà in grado di venire al negozio. . . Ok le riferirò che la saluta. La ringrazio. Salve».

Per il lavoro è tutto ok. I ragazzi che la aiutano, possono sostituirla fino a che non si sarà ripresa.

Adesso devo pensare a darle qualcosa da mangiare, qualcosa che il suo stomaco riesca a trattenere. Ci vuole qualcosa di asciutto. Del pane, delle fette biscottate o dei cracker. Purtroppo ha solo un pacchetto di grissini mezzo iniziato e il frigo è quasi vuoto. Scommetto che si è dimenticata di fare la spesa.

«Joshua mi serve che tu vada in farmacia a comprare integratori, vitamine e qualcosa per alleviare nausee o per l'intestino. Fai anche una spesa veloce, compra del pane, cracker, arance, uova e del te. Portami tutto all'indirizzo che ti mando».

«Sì signore, farò presto».

Chiusa la chiamata con il mio secondo assistente, un ragazzo ingamba ed efficiente, ritorno dalla mia Cris. Spero stia meglio. Entrando in bagno mi blocco. Tutte le bollicine ed il sapone sono scomparsi. Niente più la copre. Vederla lì senza veli, risveglia immediatamente il mio corpo. In condizioni normali l'avrei raggiunta nella vasca, ma visto che sta male devo assolutamente trattenermi.

Pian piano le sollevo la testa e la faccio appoggiare di schiena alla vasca in modo da insaponarle i capelli. Dopo una pulita veloce la aiuto a sciacquarsi e ad asciugarsi. Avvolta in un accappatoio, prendendola in braccio, la porto in camera sua.

Adesso devo solo capire cosa metterle addosso. Spero solo che non si arrabbi se rovisto tra i suoi cassetti per cercare qualcosa da farle indossare. Vediamo un pò. Nell'armadio grande trovo solo vestiti per uscire e per il lavoro. Nei comodini trovo solo calze canottiere e . . . Hullala! Biancheria coordinata. Simile a quella dell'altra notte.

Dolce successo #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora