Pov's Cristyn
Per fortuna che avevamo tutte le mie valige pronte. Dopo la nostra chiacchierata al bar, abbiamo deciso che saremmo andati nelle nostre stanze, per darci un'ultima sistemata e per liberare le camere.
Detto fatto.
Adesso siamo su un taxi che ci sta portando all'aeroporto.
Durante il tragitto nessuno parla. Noto però una certa tensione tra Steve e Sandy. Vorrei chieder loro di cosa si tratta, ma sono quasi certa che non mi risponderebbero o che non mi direbbero la verità. Penso che nessuno dei due parli per non farmi stare ancora più male, come se fosse colpa loro se mi sento uno schifo, come se fossi di cristallo e mi dovessi rompere da un momento o l'altro. Ma non è così.
Non è assolutamente colpa loro. Non sono di cristallo e se mi rompo o cado, allora significa che mi rialzerò e farò il possibile per aggiustare le cose.
Nel frattempo ne approfitto per telefonare ai miei. Non credo che quel unico messaggio che gli ho inviato prima li abbia tranquillizzati.
«Tesoro! Piccola mia è tutto ok? Stai bene? È successo qualcosa? Ti sei fatta male?», domanda mia mamma a raffica. In sotto fondo sento mio padre che le dice, ridendo, di non assillarmi così, di stare tranquilla che non sarà successo niente.
«Mamma è tutto ok, davvero. Ieri sera ero solo tanto stanca e devo essermi addormentata senza aver messo il cellulare in carica. Per fortuna ho una batteria di riserva, così stamattina l'ho sostituita e ho potuto chiamarti», le dico mentendo.
«Si lo so, scusa piccola mia», dice mia mamma, usando quell'appellativo che proprio non mi piace, tranne se usato da lei, «...É che non rispondevi e mi sono preoccupata».
«Mamma, se non ho risposto non significava che stavo male, ma che in quel momento non potevo rispondere. Potrebbe capitare anche quando sono a New York, che non possa rispondere al telefono, magari perché sto lavorando, perché sto dormendo o perché sono ad un appuntamento. Se non rispondo non significa che dobbiate prendere il primo aereo e precipitarvi da me», dico cercando di tranquillizzarla.
«Si piccina me lo ricorderò. Promettimi una cosa. Se dovessi avere bisogno di qualcosa, anche solo di un consiglio o di una chiacchierata con la tua mammina, chiamami va bene?», mi chiede lei.
«Va bene mamma te lo prometto... Adesso devo lasciarti, siamo arrivati all'aeroporto e dobbiamo imbarcarci, ok? Salutami papà. Ciao mamma ti voglio bene», così dicendo chiudo la chiamata e mi dirigo insieme a Sandy e Steve all'imbarco.
Stiamo andando ai controlli di sicurezza, quando sto per inciampare su una valigia che era stata lasciata in mezzo alla corsia, ma un abbraccio mi trattiene, impedendomi di cadere e fare la figura del pesce lesso.
Fiuhh! C'è mancato poco ragazzi. Mi giro per ringraziare il mio salvatore o salvatrice e mi trovo davanti due occhi marroni sorridenti.
«Scusa colpa mia, ho lasciato un attimo la mia valigia lì, per non perdere la fila mentre andavo ai servizi...», mi spiega il ragazzo sorridendo, «... Comunque io sono Andy», dice allungando la mano per salutare. Sembra simpatico e carino.
«Ciao io sono Cristyn...», sento Sandy gridare di sbrigarmi perché tocca a noi imbarcarci, «Scusa Andy, ma devo andare», dopo un cenno di saluto, raggiungo i miei amici.
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Saliti sull'aereo l'hostess ci dà il benvenuto e ci dirigiamo verso i nostri posti.
«Cris vuoi stare vicino al finestrino?», mi chiede Sandy.
«No grazie, siediti pure tu lì». Così Sandy si siede vicino al finestrino e io in mezzo a lei e a Steve.
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Dolce successo #Wattys2017
RomanceCover di @httpmalfoyx Questa storia partecipa al concorso di @rabyyt Trama: Cristyn, giovane sognatrice californiana, molto attaccata alle persone per lei importanti, aspira ad essere indipendente sia nella vita personale che professionale. Vu...