Part -14- 15 settembre

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Mi sveglio come ogni mattina prima di Simone, ma stamattina ho una grandissima voglia di far niente, per questo scendo in cucina al piano di sotto per mangiare qualcosa. Opto per una buona e classica colazione latte e cereali, ma mancano sia il latte sia i cereali... credo mangerò una mela.

Mi stravacco sul divano del salotto e addento la dolce mela, ma un fortissimo dolore mi percuote la bocca, rimembrandomi il doloroso giorno precedente.

Riaffluiscono tutti i ricordi, a partire dalla dolorosa esperienza a Starbucks, al bellissimo bacio con Armando...
Armando.
Mi ero dimenticato di lui, e di come ieri me ne sono andato correndo cercando di dimenticare l'accaduto, come se si potesse, poi. Tantissime emozioni mi sfiorano ancora la pelle, e rendono di me la copertina di un libro che ti fa commuovere ogni volta, ma che prontamente non non ti stanchi mai di leggere.

Decido di accendere il telefono, e di scrivergli.
Apro WhatsApp, ma prima di riuscire a trovare la sua chat, mi salta all'occhio un numero sconosciuto, da cui proviene un messaggio.
- Senti, volevo evitare di scriverti, ma ritenevo giusto mettere in chiaro delle cose. Vorrei che tu sapessi che ieri non ti ho invitato a prendere un caffè con uno scopo preciso, volevo solo che magari noi due riuscissimo a stabilire un bel rapporto. Il fatto che sono Gay non c'entra nulla e... senti lascia stare non dovrei scrivere neanche questo messaggio... addio tomphsoon.
Io sgrano gli occhi e capisco subito che si tratta di Jake.

Mi sento ancora un terribile stronzo ripensando a come l'ho trattato ieri. Leggendo il messaggio mi sento un groppo in gola, e mi sento in dovere, anzi obbligato a rispondere.
- Sono uno stronzo, un terribile stronzo. Sono riuscito a rovinare il rapporto con te, con mio fratello e con Armando... sono un buono a nulla.
Scrivo tutto di un fiato digitando sulla tastiera ad una velocità incredibile.
Dopo neanche un secondo ricevo un suo messaggio, e immediatamente lo leggo.
- No, tu sei perfetto
Sgrano gli occhi e mi soffermo su quelle parole come un cd rotto
- come amico, sei perfetto come amico.
Conclude prontamente.
Io vorrei tanto incontrarlo di persona e scusarmi, ma non potrei mai chiederli di uscire. Dopo l'accaduto non mi si avvicinerebbe neanche se in caso di morte.

Mi faccio forza e dopo aver fatto un grande respiro mi decido a digitare.
- e se... provassimo a incontrarci ancora? C'è se non vuoi non sentirti obbligato perché non sei obbligato c'è non ti obbliga nessuno c'è perché dovrebbero lascia stare...
Rileggendolo una volta inviato mi rendo conto di quanto disagio contenga quel messaggio. Ma ormai è inviato.

Ha visualizzato.

Sta scrivendo...

Sto morendo.

- Tomphosoon naturalmente accetto di uscire ancora con te :~)
Scrive dopo qualche secondo.
Involontariamente sul mio volto appare un sorriso.

Ancora immerso nei miei pensieri alzo lo sguardo fino all'orologio appeso al muro del salotto.

7:59

CAZZO.

Sono in ritardassimo, devo ancora vestirmi e per giunta svegliare Simone, come d'altronde tutte le mattine. Infilo istericamente il telefono in tasca e salgo le scale saltando vari gradini per falcata. Corro in camera quasi sfondando la porta, e mi butto letteralmente su Simone. Svegliati cazzo, anche oggi no eh, anche oggi ritardo no urlo scuotendolo manescamente nel letto.

Lui aggrotta la fronte e si scuote facendo versi incomprensibili.
Senti è la buona volta che rimani a casa. La scuola è iniziata da pochissimi giorni e già spero finisca urlo scuotendolo e dandogli dei piccoli schiaffi sulla schiena.
Vedo che lentamente si sfila le coperte da dosso mostrando anche stamattina il suo corpo perfetto tutto nudo.

Io giro sveltamente il volto sentendomi in un forte imbarazzo.

Perché mi sento in imbarazzo? Non mi è mai successo, infondo lui è mio fratello e l'ho sempre visto nudo...

Cerco di ignorare questi pensieri e corro in bagno a lavarmi i denti. Mi avvicino allo specchio e mi fisso dritto in volto.

Credo che lui sia il mio vero nemico, lui che mente a se stesso nonostante sappia la verità. E pensare che la fuori c'è qualcuno che mi ritiene carino. Sono un semplice ragazzo, di quelli che si incontrano per la via e che fanno cadere le chiavi a terra o magari cascano dallo skate e che poi accelerano il passo guardando il cemento imbarazzati e rossi.

Anche stavolta cerco di accostare questi pensieri e meccanicamente prendo lo spazzolino, il dentifricio e comincio a lavarmi i denti.
Marck dove sono i miei boxer? Sento urlare da camera. Un piccolo sorriso appare sul mio volto pensando a quanto sia imbecille mio fratello. Tolgo lo spazzolino dalla bocca e rispondo creando una pioggia di sputo ma ora tu spiegami cosa ne posso sapere io di che fine hanno fatto i tuoi boxer!

Fa nulla li ho trovati risponde lui abbastanza imbarazzato.

Esco dal bagno e vedo Simone scrutare l'armadio in cerca di qualcosa da indossare. Posso fare io? Chiedo avvicinandomi a lui. Mi fa spazio e mi lascia cercare i panni che deve indossare. Cade il silenzio. Io cerco i vestiti più adatti a lui per oggi, giornata mite e soleggiata.

Marck... sento pronunciare alle mie spalle. Impulsivamente mi blocco, ho troppa paura di dove voglia andare ad arrivare. Si..? Chiedo girandomi lentamente verso lui.
Lo trovo seduto sul mio letto.
Mi fa cenno di avvicinarmi e di andare a sedere accanto a lui.

Io sgrano gli occhi ed il mio cuore comincia a battere a mille. E se volesse riprendere il discorso di ieri?
Mi avvicino e mi siedo.

Lui socchiude la bocca e cerca le parole, ma ancora altri secondi marcano il silenzio tombale di questa stanza.

Marck, è tutta la notte che ci penso ma alla fine quando arriva il momento viene sempre anche puntualmente quel nodo stretto alla gola che toglie le parole aggiunge lui con la voce soffocata guardando a terra.

Nel frattempo io mi massacro le mani, contorcendole come se fossero scooby-doo e guardo a terra.

Marck, sei percaso bisessuale? Sento aggiungere dolcemente con la voce soffocata.

Io alzo gli occhi e lo guardo dritto nei suoi.

Provo a dire delle cose, ma sento come una pallonata sullo stomaco e fatico a respirare.
Sento i miei occhi appannarsi, e sento le loro estremità inumidirsi.

Socchiudo la bocca ancora, ma neanche una parola.

Chiudo gli occhi e li tengo stretti, cercando di non far cadere neanche una lacrima, ma non riesco più a trattenermi e cado in un pianto liberatorio.

Simone si avvicina delicatamente e mi stringe forte a se.
Le mie lacrime aumentano e appoggio la mia testa sulla sua spalla.

Ti voglio bene piccolino
Aggiunge singhiozzando.

Ex Lonely BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora