Part -13-

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Raggiungo un piccolo parco adiacente al Tamigi, e con un grande affanno mi siedo ai piedi di un albero.

Appoggio la mia testa sulle ginocchia, e mi soffermo sullo scroscio dell'acqua che percuote il silenzio.

Tanti pensieri affluiscono in mente, tante sensazioni e anche tante ansie, ma un'improvvisa mano sulla spalla mi distoglie la mia attenzione.

Amore che ci fai qui? Sento pronunciare da una voce femminile quasi stridula.
Marina?! Chiedo girandomi nella sua direzione e mostrando i miei occhi ancora rossi.
Cosa ci fai qui? E cosa hai fatto? Ribatte lei abbassandosi all'altezza del mio volto.
N-niente sussurro nervosamente girando lo sguardo verso il Tamigi.
Lei mi guarda facendo una piccola smorfia e si siede accanto a me. Lentamente chiude gli occhi e avvicina le sue labbra alle mie cercando bramosamente un bacio, ma io non sono affatto in vena.

Marina non sono in vena sussurro allontanando il suo volto dal mio.
Cosa hai fatto? Non vorrai dirmi che ci hai ripensato su quelle cose che mi hai detto a scuola afferma lei con un pizzico di tensione.
Io rifletto qualche secondo, e poi scuoto la testa.

Io ti a-amo, ma ho solo un po' di ansia, tutto qui balbetto accarezzandole una guancia.
Lei mi guarda e riflette.
C'è qualcosa che non va? Chiedo io con un pizzico di ansia.

Mmm... Hai le labbra rosse e palpitanti, sembra che ti abbiano appena dato un bacio dice increspando le sopracciglia.

Io lentamente mi tocco il labbro inferiore e ripenso a quel momento.

Solo noi due, forse sbagliati, forse unici.

Eppure io non voglio essere così, ho sempre avuto paura di essere diverso dalla società e dalle persone comuni;
non posso permettermelo.

Ti amo esclama lei dolcemente lasciandomi un bacio sulla guancia e alzandosi.
A-anche io le sussurro facendo un sorriso palesemente finto.

Mentre lei si allontana io vedo avvicinare un altra sagoma.

Cerco di distogliere l'attenzione e mi concentro sullo scorrere dell'acqua, dolce ed impetuoso.

Mmm, tu dovresti essere Marck giusto? Sento pronunciare alle mie spalle.
Mi giro abbastanza scocciato e alzo gli occhi al suo volto.

È un ragazzo, alto e moro, con gli occhi scuri e con varie lentiggini.
Inutile dire che è molto, molto carino.

Mi alzo da terra e cerco di sembrare il meno goffo possibile, poi sorrido e gli stringo la mano.
Hai appena pianto? Chiede lui guardandomi negli occhi. Io arrossisco e scuoto la testa. Non è nulla concludo cercando di distogliere lo sguardo dal suo.
Come mai mi conosci? Chiedo cercando di tirarmi un po' su il morale non pensando al resto.
Ti va di prendere un caffè? Non ho pranzato oggi aggiunge lui sorridendo: ha dei bellissimi denti bianchi.
Io arrossisco involontariamente e annuisco.
A chi lo dici! Aggiungo in fine.

Ci dirigiamo verso un bar, e ne troviamo uno apparentemente molto carino. Entriamo e ci sediamo ad un tavolo accanto una grande vetrata che affaccia sulla frenetica strada adiacente.

Allora, come mai mi cercavi? Chiedo curioso scrutando il menù del bar.
Lui mi guarda, poi riabbassa gli occhi sul menù e sorride. Sai, Tomphsoon, ormai sei diventato virale qui a Londra... sussurra ripuntando gli occhi su di me. Io inarco le sopracciglia e chiudo il menù appoggiandolo sul tavolo. Potresti spiegarti meglio? Chiedo guardandolo dritto negli occhi.

Lui fa un lungo sospiro, estrae il telefono dalla tasca ed apre YouTube. Clicca un video in homepage e me lo mostra.
Il video raffigura la scena in cui io prendo il pugno in faccia da quel ragazzo ad ora di pranzo, ed anche la parte in cui ho difeso Armando elogiandolo e dicendo "sdolcinatezze" evitabili. Infine c'è un nostro montaggio in cui ci sono cuori e rose.

Ex Lonely BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora