Part -11-

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Una luce forte mi fa sgranare gli occhi, e mi costringe a svegliarmi. Sento voci ovattate che parlano accanto a me, e vedo i miei genitori e Simone che parlano con una donna.

Mi sento frastornato e sento un forte dolore alla mascella e alla gengiva.

Oh, ti sei svegliato! Urla Simone abbracciandomi. Io mi sento quasi soffocare e balbetto S-si però così mi fai male cercando di spostarlo.

Mi vengono ad abbracciare anche mia mamma, Johanna, e mio padre Paul.
Sono amabili genitori, e sono un mattone importante della mia vita. L'unico problema sono i loro turni di lavoro che li tengono un po' distanti dalla nostra frenetica vita monotona perché, mia madre lavora a circa 2 ore da casa, in una fabbrica, mentre mio padre dirige una catena di ristoranti, quindi è sempre in giro per l'Inghilterra.

Oddio, ci hai fatto prendere uno spavento urla mia madre stringendomi fortissimo. M-mamma, perché sono in ospedale? Non ricordo nulla Balbetto tenendomi a stento sui gomiti.

Mia madre scioglie l'abbraccio, mi guarda negli occhi e inizia a raccontare.
Figliolo, quello stronz- ma viene subito interrotta da mio padre che interviene con un occhiataccia. Volevo dire, quel ragazzo, evidentemente deve fare box, dato che l'infermiera ha detto che il colpo che hai ricevuto è un cosiddetto "gancio" nel gergo del pugilato, e che quindi ti ha portato allo svenimento dice indicando l'infermiera.

Potevi anche morire conclude serrando i pugni.

Io mi giro per guardarla, e non credo ai miei occhi. Oh, ciao, sei tu! Intervengo sorridendo.
I miei genitori ci guardano straniti.
Lei si avvicina lentamente, e mi accarezza una guancia. Si sono io, oggi pomeriggio sono stata cambiata di reparto. Aggiunge chinandosi leggermente.

L'ho riconosciuta anche io! Interviene Simone urlando da dietro il lettino. Io sorrido, e la guardo negli occhi. C'è qualche attimo di intesa tra noi due, come se stessimo parlando con gli occhi, ma poi sento mio padre schiarissi la gola, come per fare un cenno.

Ah, che sbadato, mamma lei è Emily sorrido appoggiandole delicatamente una mano sulla spalla. Vi conoscete? Aggiunge mio padre inarcando un sopracciglio. Dovete sapere, che stamattina vostro figlio ha salvato la vita ad un signore! Dice lei euforicamente.

Non vi preoccupate, poi vi spieghiamo tutto sussurra Simone afferrando per un braccio papà e trascinandolo alla porta. Io e Paul andiamo un attimo dal dottore, torniamo fra 10 minuti conclude mamma avvicinandosi alla porta e facendomi un cenno di saluto.

Allora, come ci sei finito qui? Chiede Emily sedendosi ad una sedia accanto al mio lettino. V-veramente io- balbetto arrossito di colpo, ma Simone interviene urlando ha difeso un suo amico.
A quel pensiero sorrido. Forse Armando ora poteva ritrovarsi nella mia situazione, e sono felice di averlo potuto difendere da questo.

Ci sono altri attimi di silenzio, e mentre Emily scrive delle cose su un foglio, Simone messaggia freneticamente al telefono. Io concentro però' l'attenzione sulla porta, che presenta una sagoma avvicinarsi nella nostra direzione.

Come non riconoscere occhi verdi, dolci fossette e un ciuffo biondo così. Sento immediatamente le farfalle nello stomaco e cerco di alzarmi sui gomiti. Ma come ti sei ridotto eh sussurra avvicinandosi a me e poggiandomi una mano sulla fronte. Io mi sento quasi morire, ma poi lo guardo negli occchi. Penso che quel posto sia maledetto, non riusciamo mai a mangiare qualcosa in santa pace sussurro poggiando una mano sulla sua.
Io so solo che mi hai difeso, e te ne sono grato conclude lui sorridendo e accarezzandomi un polso.

Dolcemente la sua mano smette di accarezzarmi il polso, e i nostri occhi si scontrano.
Tutto attorno a me cessa, esiste solo lui ora. Provo una sensazione stranissima, come se mi sentissi appartenuto, legato a lui da un legame fortissimo.
I nostri volti si avvicinano lentamente, e sento formicolarmi l'intera schiena. Siamo a qualche centimetro di distanza, e riesco a sentire il suo fiato sulle mie labbra.
Lo sento, sta per accadere. Posso già sentire le sue morbide labbra sulle mie, ma una voce stridula ci blocca e purtroppo non accade niente.

Ragazzi... cosa state facendo? Ansima Emily davanti il lettino. Io mi scosto deciso dal suo volto, e le sorrido. Niente, lui se ne stava andando balbetto indicando l'uscita.
Lui mi guarda e increspa le sopracciglia.
Si, hai ragione stavo andando conclude correndo verso l'uscita.
Ma che sta succedendo? Chiede Simone scostandosi dal telefono.

Io non posso fare altro che pensare al fatto che l'abbia praticamente scacciato via.

Afferro il sacchetto con il ghiaccio alla mia sinistra e mi alzo. Mi gira un po' la testa e vedo Emily e Simone venirmi incontro urlando ma che fai, devi stare ancora un po' a letto e cose del genere, ma io non li ascolto e corro verso la porta.

Appoggio freneticamente il sacchetto con il ghiaccio sulla guancia, cercando di non dare peso al dolore lancinante della gengiva.

Mi dirigo verso l'uscita, e lo cerco. Voglio dare delle spiegazioni, ma anche riceverle.

Cosa cazzo sta accadendo tra noi due?

Scosto il maniglione anti-panico dell'ospedale e mi reco fuori.
Lo vedo accasciato a terra, appoggiato con la schiena alla parete dell'ospedale.

Mi avvicino lentamente e gli appoggio una mano sulla spalla, ma lui si scrolla e gira il volto nel lato opposto al mio.

Cosa c'è? Sussurro con un nodo alla gola. Sento un singhiozzo e vedo cadere alcune lacrime a terra. Non posso fare altro che pensare a quanto sia stupendo ora con i capelli spettinati e con gli occhi lucidi.

Decido di sedermi a terra accanto a lui, e appoggio la mia testa sulla sua spalla.
Cosa vuoi?! Grida, singhiozzando altre volte. Perché ti comporti così? Sussurro afferrandogli il mento e voltandolo verso di me. Il verde dei suoi occhi è accentuato dai riflessi della luce lampeggiante dell'insegna dell'ospedale.
Ti r-ricordi quando ti dissi che avevo paura di diventare qualcuno che non volevo diventare? Beh, ora ho paura di diventare qualcuno che voglio diventare dice asciugandosi il naso con una manica.

Non riesco a seguirlo, mi sta dicendo che ha paura di essere se stesso?

Io lo guardo confuso e mi perdo nei suoi occhi, ma lui fa una risata isterica e mi allontana. Cazzo, prima ci stavamo per baciare singhiozza tirando le ginocchia all'altezza del volto, e appoggiandocelo.

Io penso e ripenso alle sue parole.

Faccio un grande respiro e sussurro E se... noi due fossimo- ma vengo immediatamente bloccato dalla sua mano, che mi fa un cenno perentorio.

Non possiamo esserlo, cazzo. Sono fidanzato e lo sei anche tu... sussurra volgendo il suo sguardo verso me. E poi se mio padre venisse a sapere una cosa del genere mi ucciderebbe. Conclude alzandosi.

No aspetta dico afferrandogli un polso.

I nostri occhi tornano a fissarsi.

Gli appoggio le mani dietro la schiena e istantaneamente mi avvicino al suo volto, facendo finalmente coincidere le nostre labbra.

Sento affluire tantissime emozioni, mai provate con nessuna ragazza prima di ora.

Finalmente, lo stiamo facendo: ci stiamo baciando.

Ex Lonely BoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora