Capitolo 20

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Oggi.

Matt
Non riesco a spiegarmi il mio "attaccamento" nei confronti di Veronica. Non so cosa sia, ma c'è qualcosa che mi spinge continuamente verso di lei. In teoria, ci conosciamo da pochissimo, ma non mi capacito del fatto che, in così poco tempo, mi sia entrata dentro come nessuno abbia mai fatto prima d'ora.

Da quel giorno in cui sono stato a casa sua, mi sono mobilitato subito per cercare un appartamento adatto a lei. L'ho fatto spontaneamente, senza starci a pensare su due volte. Perché quando le ho detto che non riesco a vederla in un posto come quello in cui vive adesso, dicevo sul serio. Non è adatta per un posto come quello, lei merita molto di più e io voglio darglielo, ma senza risultare invadente o inopportuno. Devo dire che mi ha sorpreso anche la sua reazione, non me l'aspettavo. Dato il suo caratterino - per certi versi, devo dire che è davvero testarda - mi sarei aspettato un pugno sul naso, o una lavata di capo o qualcosa del genere. Ma vederla piangere all'improvviso mi ha preso del tutto alla sprovvista. Comunque, quando ho messo per la prima volta piede in questo posto, ho fatto di tutto per renderlo più accogliente possibile. Mi ci sono volute due settimane per sistemare tutto, per riempire la cucina con gli utensili necessari e prendere un po' di tovaglie e lenzuola. Ho scelto i mobili e il resto con l'aiuto di Conny e se adesso l'appartamento ha quest'aspetto è soprattutto grazie a lei.

Ancora con le braccia di Veronica attorno alla vita, la osservo sorridendole perché sono felice che abbia accettato tutto senza fare polemiche, nonostante mi aveva già ripetuto più volte che dove viveva fino a cinque minuti fa, ci stava bene.

«Anche tu abiti qui?» chiede. «In questo palazzo, intendo».

«No, sto nel palazzo di fronte. Lì non c'erano appartamenti vuoti, altrimenti ne avrei affittato uno più vicino in modo che potessimo essere ancora più vicini».

«Ci stai provando con me, Mr. Jefferson?».

«Non lo sai? Ci provo sempre con te, bocconcino» affermo, facendole l'occhiolino.

Adesso, ho i suoi grandi occhi marroni fissi nei miei. Non sono mai stato uno bravo a leggere tra le righe, ma leggo desiderio nella sua espressione in questo momento. Non vorrei immaginarmi nulla, ma sento il suo respiro pesante e credo che il suo cuore scalpita come il mio. E tutto ciò mi è confermato dal leggero rossore che colora le sue guance.

«Ti bacerei» sussurro d'impulso, senza soffermarmi più di tanto a pensare a quello che mi è appena uscito di bocca.

«Oh». Di colpo l'espressione di Veronica si incupisce e si allontana sciogliendo il nostro contato.

Cazzo! Non dovevo parlare. Credo di aver appena rovinato un momento che avrebbe potuto essere perfetto e magari ci saremmo pure baciati se solo la mia boccaccia avesse deciso di rimanere chiusa.

«Non fare quella faccia» dico, per cercare di sistemare le cose. «Ho detto che vorrei farlo, non che lo farò».

«No» mi contraddice. «Hai detto che lo faresti» puntualizza.

«Cioè, pensi che lo farei senza il tuo consenso?» chiedo, incredulo.

«No, non ho detto questo Però se non mi fossi scansata, l'avresti fatto senza pensarci!» afferma con un tono di voce più alto.

Sì, probabilmente ha ragione. Lo avrei fatto, ma non prima di essere stato sicuro che anche lei l'avesse voluto.

«Come fai a esserne certa?».

«Te l'ho letto sulla faccia!» esclama, puntandomi un dito contro.

«Okay, è vero» ammetto, facendo spallucce.

𝗧𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗲𝗱𝗶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora