Oggi.
Matt
Più tardi, puntuale all'ora di pranzo, sono davanti al St. John - dall'altro lato della strada - giusto in tempo per vedere Veronica uscire dalla casa. La osservo mentre, ignara della mia presenza, scosta i capelli biondi su una spalla e estrae fuori il cellulare dalla borsa e se lo porta all'orecchio.
Quando sento il mio squillare, un sorriso si fa largo sul mio volto da un orecchio all'altro.«Pronto» rispondo.
«Matt, sono qui fuori che ti aspetto. Hai cambiato idea?» chiede, mordendosi il labbro. Sento dalla sua voce che è nervosa ma, allo stesso tempo, speranzosa e timorosa di una mia risposta negativa. Tutto in lei mi fa capire che è in tensione e questo, grazie al mio posto in prima fila sul suo splendido belvedere.
Posso sembrare un maniaco appostato proprio al di là della strada, ma non sto facendo nulla di male, se non godermi lo spettacolo.Sorrido, le dico: «Se girassi la testa di novanta gradi riusciresti a vedermi, bocconcino». E, per farmi notare ancora di più, le suono col clacson.
La cosa che mi toglie il fiato è la sua espressione corrucciata che, quando mi vede, si trasforma immediatamente in felicità. Veronica ha gli occhi che sorridono quando - dopo aver aspettato la comparsa del verde al semaforo - attraversando sulle strisce pedonali, si incammina nella mia direzione con un enorme sorriso stampato in faccia. Non le tolgo gli occhi di dosso nemmeno per un momento e lei fa lo stesso. Tiene gli occhi puntati nei miei e, quando mi raggiunge, si china per salutarmi. «Ciao».
«Ciao».
«Non scendi? Puoi lasciare la macchina qui. Il ristorante non è molto lontano. Possiamo andare anche a piedi».
«Ho cambiato idea, bocconcino. Sali, ti stupirò».
Lei non se lo lascia ripetere un'altra volta e prende subito posto al mio fianco.
«La cintura» mi limito a dire, lanciandole un'occhiata di disapprovazione quando noto che non ha intenzione di metterla.
«Sei sempre così... responsabile, Matt» sbuffa. «Tra l'altro, cosa vuoi che succeda?».
«Dobbiamo fare un po' di strada, Veronica».
Lei sbuffa nuovamente, facendomi ridere e, controvoglia si allaccia la cintura. Sorrido soddisfatto e metto in moto.
«Allora, dove stiamo andando?» chiede curiosa, scrutandomi.
«A casa mia» affermo.
«Cucinerà Conny?» chiede con un pizzico di fastidio nella voce.
Sorrido soddisfatto e chiedo: «Sei gelosa?».
«Cosa? No. Gelosa io? Ma per favore!» ribatte, guardando dritto davanti a sè. «E poi di cosa?».
Non posso fare a meno di ridere a gran voce e provocare Veronica ancora di più. Purtroppo, sto guidando e non posso guardarla ma, da quella breve occhiata che le ho appena lanciato, posso affermare che è verde di invidia.
A volte penso che anche lei sia attratta da me, non solo fisicamente. Altre, invece, è talmente enigmatica che fa crollare le mie certezze in un battito di ciglia. Con lei non posso mai dare nulla per certo, ma ho capito che non devo forzarla. Non so se è solo una mia impressione, ma si sta lasciando andare. Veronica mi sembra coinvolta tanto quanto me, ma non ne ho la certezza assoluta, per questo devo fare dei piccoli passi.«Rilassati» la rassicuro. «Non sta cucinando Conny, lo sta facendo mia madre».
Veronica
«Cosa??» chiedo, incredula. Giuro che al momento vorrei ribaltare un mondo intero. Cioè, Matt mi sta portando a pranzo con sua madre e me lo dice con una tale leggerezza che vorrei rompergli i denti davanti. Lui non sembra stupito della mia domanda e si limita a fare spallucce.«Tranquilla, Veronica. Non ti sto presentando a mio padre. Mia madre è venuta in città per sbrigare alcune faccende e sarebbe stato scortese da parte mia farla pranzare da sola, né tanto meno avrei dato buca a te. Quindi, ho pensato che non sarebbe stato un problema mangiare tutti insieme. E poi, vi conoscete già. Mia madre è entusiasta all'idea di rivederti».
In effetti, pensandoci su, non c'è nulla di male. Voglio dire, Lauren è stata la mia "mentore", mi ha insegnato praticamente tutto lei. Abbiamo instaurato un rapporto civile e rispettoso fin da subito, quindi non c'è nulla di male in questo pranzo. Spero almeno che non sia imbarazzante perché i nostri rapporti non erano am questi livelli di confidenza.
«Hai ragione» affermo. «Spero comunque di non essere un peso per voi».
«Ma figurati, mia madre freme più all'idea di vedere te che passare del tempo con me» dice, lanciandomi un'occhiata contenta.
«Non sarai mica geloso, Matt?» chiedo, finalmente più rilassata.
«Un po', sì. Lo sai, non sono abituato a contendermi le attenzioni di mia madre».
Sorrido divertita e mi godo il resto del viaggio in silenzio, pensando agli avvenimenti delle ultime ore.
Fino a ieri sera mi sentivo spacciata. Con il ritorno in libertà di Igor, non so fino a quando potrò essere al sicuro, ma so che chiamare Matt, ieri sera, è stata la scelta più giusta che potessi fare. Mi ha aiutata senza esitazioni, mi ha tenuta stretta tutta la notte e mi ha momentaneamente fatto dimenticare le mie preoccupazioni. Per questo, mi perdo per un istante ad osservarlo. È davvero bellissimo, me ne sono accorta fin da subito. Memorizzo bene i tratti del suo viso, in modo da immagazzinare più informazioni possibili. Matt è rilassato alla guida dell'auto. Lo vedo da come tiene in mano il volante, da come cambia tranquillamente le marce o da come, con quegli occhi furbi, mi sorprende a fissarlo. Gli sorrido timidamente e rivolgo lo sguardo sul mio cellulare per non fargli notare le mie guance arrossate. Così, colgo l'occasione per scrivere un sms a Karina.NOVITÀ SU IGOR?
NADA.
Quando leggo la sua risposta, ho quasi un mancamento. Thiago mi rispondeva sempre in quel modo e mi manca davvero tanto. Scaccio il pensiero perché le lacrime potrebbero venir fuori da un momento all'altro, se solo ripenso al modo in cui l'ho trovato...
«Va tutto bene?» chiede Matt. Annuisco e poi chiede: «A chi scrivi?».
Opto per la verità. «Karina. La mia amica, quella che è ven...».
«La rossa?» mi interrompe.
Inarco un sopracciglio e ribatto, facendogli il verso: «Sì, la rossa».
In breve tempo la tristezza si trasforma in irritazione. Il fatto che Matt se la ricordi ancora mi infastidisce parecchio. Dopotutto, si sono visti un quarto d'ora. E quando mi sorride in quella maniera che dice "so che sei gelosa", metto il broncio e volto la testa verso destra, concentrandomi sulla strada trafficata di New York.
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𝗧𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗲𝗱𝗶
Romance✓ 𝗖𝗢𝗠𝗣𝗟𝗘𝗧𝗔 «Non ti libererai di me facilmente» è la frase che sente Veronica tutte le volte che chiude gli occhi. Scappare dal proprio passato si sta dimostrando un'impresa ardua per lei, ma è più che consapevole che non tutto ritorna al pro...