Capitolo 62

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Oggi.

Matt
Questi ultimi giorni a New York, prima del Natale, si stanno rivelando più duri del previsto. Soprattutto quando si ha a che fare con un Jason ubriaco e depresso. Siamo al Blue Smoke insieme a Luke - un suo amico del college che da poco si è trasferito qui con Asia, sua moglie, e Haley, la loro piccola peste bionda - a parlare di quanto abbia bevuto Jason. Ha davvero esagerato e da un certo punto di vista lo potrei pure capire. Deve essere davvero brutto vedere l'amore della tua vita baciarsi con un altro. Infatti, quando sta per alzarsi dallo sgabello su cui è seduto, lo afferro per un braccio prima che cada a terra.

«Jason, 'sta attento per favore!» lo avviso. Poveretto, è ridotto davvero uno straccio.

«Matt, non rompermi il cazzo! Me ne vado e non voglio che tu mi segua».

«Non fare lo stupido. Sei messo peggio di quello che credi, quindi ora ti porto a casa» affermo, avendo anche l'appoggio di Luke.

Nonostante il nostro aiuto, Jason decide di fare di testa sua e andare via. E meno male che è venuto a piedi e abita a mezzo isolato da qui.

Continuo a sorseggiare io mio drink pensando che a quest'ora potrei essere con Veronica. Mi ha dato buca, nonostante le abbia chiesto di venire a bere qualcosa con me senza impegno. Non le ho chiesto un appuntamento, ma una semplice uscita. Ha preferito invece passare un po' di tempo con Astrid. Lo posso capire, lei è sua amica, io sono soltanto quello che bacia due volte e viene gettato nel dimenticatoio.
Non mi ero mai ridotto in questa maniera per una donna. Mai. Roba da non crederci! Più che altro mi indispone la sua indifferenza. Una qualsiasi altra ragazza avrebbe avuto un comportamento diverso. Non lo dico per presunzione, ma per esperienza. Veronica sembra essere l'eccezione alle regole. Forse è per questo che occupa la maggior parte dei miei pensieri... che vengono interrotti dall'arrivo di Jason che a quanto pare non ha lasciato il locale, ma ha trovato qualcuno.

«Ragazzi» esordisce, dandogli una forte pacca sulla spalla, cingendolo. «Questo è Justin, il ginecologo che si bacia la mia donna»

«Jase...» interviene Luke. «Justin, scusalo. È un po' ubriaco, non sa quello che dice».

Quello a cui assisto dopo è un susseguirsi di cattiverie - da parte di Jason - dopo l'altra. Dopotutto, questo Justin sembra uno a posto.

***

Più tardi, quando arrivo a casa, prendo il cellulare e scrivo a Veronica.

SEI SVEGLIA?

SÌ.. NON RIESCO A DORMIRE

E PERCHÉ, BOCCONCINO?

TROPPI PENSIERI PER LA TESTA

NE VORRESTI PARLARE?

L'ultimo sms è il mio perché lei non risponde più. È questo quello che mi manda in bestia, il fatto che posso fare mille passi nella sua direzione, ma lei rimane lì, immobile, in attesa di non so cosa. Vorrei sapere cosa le passa per la testa, vorrei scuoterla e farmi dire tutto ciò che reprime. Sarei persino tentato di andare da lei se fossi sicuro che mi aprisse la porta nel senso metaforico del termine.
Forse il suo comportamento è causa del fatto che l'ho assillata in quest'ultimo periodo. Quindi, decido di rimanermene qui, sperando che un po' di distanza tra noi durante queste vacanze possa convincerla che vale la pena provare.

Veronica
«Sana, scappa finché sei in tempo. Igor sa che sei a New York».

Le parole di Karina sono un pugno nello stomaco. Di colpo mi sento cadere nel vuoto, colpita in pieno volto da uno schiaffo. Mi sento affogare nuovamente e realizzo che ormai sono davvero in guai seri. Come ha fatto Igor a trovarmi? È impossibile.

«Sei sicura di ciò che dici?» chiedo per maggiore sicurezza. O per convincermi che tutto questo non sia vero.

Le lacrime iniziano ad inondarmi gli occhi. La paura sembra aver preso possesso del mio corpo e le mie ossa sono paralizzate per il freddo che mi scuote. Respiro affannosamente, scuotendo la testa incredula.

«Era qui fino ad un momento fa. Sa dove sei perché me l'ha fatto intendere. Non so se sia la verità, ma sembrava davvero che lo sapesse, Sana. Ho paura per te».

Tiro un momentaneo sospiro di sollievo sentendo l'incertezza nella sua voce e mi impongo di pensare lucidamente per sapere esattamente come sono andate le cose.

«Cosa ti ha confermato? Cosa ha detto esattamente?» chiedo.

«È solo interessato ai soldi. Ha detto solo che non vuole farti del male, ma che ne avrebbe fatto a me se non gli avessi detto dove fossi con esattezza».

«Lui non sa che siamo in contatto, vero?».

«No, non glielo dirò mai».

Tremo dentro perché so che questa copertura non reggerà più. Se anche, come mi ha riferito Karina, Igor non vuole farmi del male, è sempre interessato a qualcosa che solo io posso dargli. Se davvero facesse come dice, sono certa che Karina non la farebbe franca. Non posso permettere che le succeda qualcosa a causa mia. Cinque anni prima, se non fosse stato per lei, sarei morta. Le devo tutto. Mi ha salvato la vita ed è solo grazie a lei se sono tutta intera e sono al sicuro qui.

«Diglielo» dico con freddezza.

«Cosa?? Sei impazzita? Non glielo dirò mai! Deve prima passare sul mio cadavere».

«Sai che lo farà davvero. Sappiamo entrambe che è capace di qualsiasi cosa. Non voglio che ti succeda qualcosa, Kari. È ora di ricambiare il favore».

«Il favore? Sei una stupida se pensi questo!» mi urla all'orecchio. «Quel giorno... quel giorno... mi sono sentita morire. Non permetterò più che accada» conclude tra le lacrime.

«Sono io ad essermi cacciata in questo guaio e io risolverò tutto. Se vuole solo i soldi, glieli darò. Altrimenti...».

«Altrimenti, cosa?».

«Troverò una qualsiasi soluzione, ma non permetterò che ti accada qualcosa».

«Neanch'io permetterò che accada qualcosa a te».

Le parole di Karina mi fanno infuriare, ma allo stesso tempo capisco quanto sia leale nei confronti della nostra amicizia. Ha fatto di tutto per me e lo rifarebbe. E anche io lo farei per lei, anche a costo di farmi trovare volontariamente da Igor.

𝗧𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗲𝗱𝗶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora