Capitolo 80

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Oggi.

Matt
Rimango in silenzio ad ascoltare questa storia così assurda. Non avrei mai immaginato che Veronica... Oksana, nascondeva questo segreto, che avesse ucciso un uomo, suo marito. Non riesco ancora a crederci... è sposata! Come ha fatto a nascondermi un dettaglio così importante della sua vita? E poi, tutta la sua vita, il suo nome... Conoscevo una parte della sua storia, ma non avrei mai immaginato che fosse finita nelle mani dell'uomo sbagliato. Ho ascoltato tutto con attenzione. Mi ha raccontato della sua infanzia, del suo lavoro come barista nel locale per soli uomini di Igor, della sua dipendenza, del matrimonio e poi della scoperta del segreto di questo Dmitriy e la sua morte.

«E poi cos'è successo?» chiedo ancora, deglutendo.

«Poi Karina e io siamo fuggite perché Igor iniziava a svegliarsi. Eravamo ancora stordite per l'incidente, fuori nevicava e il freddo ci rallentava. Conoscevo il posto perché vi ero stata qualche tempo prima e, passando per il bosco, siamo riuscite a trovare la strada che ci avrebbe portate a casa. Quindi abbiamo raggiunto la stazione più vicina e abbiamo aspettato l'arrivo dell'ultimo autobus di quella sera».

«Perché non te ne sei andata prima? Quando hai visto che Dmitriy stava diventando violento».

Insisto perché voglio sapere di più. Il volto di Oksana sembra sincero ma, quando parla di ciò che ha fatto, non mi sembra minimamente pentita. Mi spaventa per ciò che ha fatto, ma la ammiro per il coraggio che ha avuto per essersi liberata di quell'uomo così instabile e malvagio.

«Ero da sola, senza nessuno. Dmitriy sembrava che fosse caduto dal cielo proprio per salvarmi. Sembrava il mio angelo custode, ma si è rivelato un demonio. Ci sono stati dei segnali che mi hanno fatta allarmare, come alcuni episodi di violenza, il fatto che un giorno ha cercato di strangolare Thiago...».

«Chi è Thiago?» la interrompo.

Un sorriso triste si forma sulle sue labbra e una lacrima le riga il viso e poi, inizia a raccontare. «Thiago era il mio unico amico. Andavamo all'università insieme. È stato lui ad aiutarmi in parecchie occasioni. E poi... poi, quando io e Karina siamo tornate a casa mia, in giardino c'era la sua auto e lui era lì dentro. Morto. Forse era già lì da molto prima» dice con fatica, scoppiando in lacrime.
Vorrei confortarla, stringerla a me e farla stare meglio. Vederla piangere mi fa stringere il cuore, ma non ci riesco. Quindi rimango lì, aspettando che il suo pianto si plachi. Poi, riprende il suo racconto. «Non ho avuto nemmeno il tempo di capire cosa fosse successo perché dovevamo trovare in fretta una soluzione. Karina ha chiamato la polizia, segnalando un'auto che sfrecciava a forte velocità in strada. E poi ci siamo momentaneamente nascoste nell'appartamento di Karina per qualche giorno. Abbiamo seguito tutto dal telegiornale. Igor è stato accusato di omicidio colposo. È finito in carcere anche con l'accusa di favoreggiamento della prostituzione, spaccio di sostanze stupefacenti e per l'omicidio di Lyudmila e Thiago. Ho dovuto organizzare il funerale di mio marito e ho dovuto partecipare e piangerlo, per non destare sospetti. Poi ho sbrogliato le carte per l'eredità e il resto e poi sono scappata».

«Come hai fatto a raggiungere l'America? Cambiare identità? Diventare un'altra persona...».

«Irina, la sorella di Dmitriy. Sapeva che suo fratello era disturbato e ha cercato più volte di avvertirmi sul fatto che lui non andasse bene per me, che dovevo stargli lontana, ma non le ho dato ascolto. Comunque, quando l'ho chiamata per raccontarle tutto, si è premurata nel venirmi a prendere e mi ha portata con lei a Los Angeles. Lei viveva qui, negli Stati Uniti, aveva delle conoscenze e ha creato una nuova identità per me. Ho subito trovato lavoro nello studio di tua madre e poi ho conosciuto Astrid».

Veronica ha passato davvero momenti terribili. Ha subito violenza fisica e psicologica. È stata costretta ad uccidere, a fuggire e a ricominciare la sua vita da capo con una nuova identità. Lo sapevo che nascondeva qualcosa, ma non tutto questo. Questa storia supera i limiti del reale. Sapevo che mi sarei cacciato in un bel guaio aprendomi con lei e lasciando che mi entrasse dentro. Perché è successo anche questo. Adesso che so tutta la verità, non la odio. Anzi, forse la amo di più perché non ho avuto la possibilità di conoscerla prima e proteggerla da tutto questo. Ma non posso fare finta di nulla. Come faccio a passare sul fatto che abbia ucciso?
E poi penso a qualcosa che mi costa molto fare e sicuramente la farà soffrire, ma se la tengo qui vicina sarò io quello a soffrire. Prima di arrivare alla mia decisione, voglio accertarmi di una cosa.

«Hai ancora i soldi di tuo marito?» chiedo.

«No» afferma, scuotendo la testa. «Questa mattina ho versato tutto sul conto di Igor. Se non l'avessi fatto, non se ne sarebbe più andato e ha minacciato di fare del male a Karina».

Okay, devo trovare una soluzione. Non posso più tenerla a lavorare qui. Lei è... è...
Scaccio il pensiero perché non voglio pensarla in quei termini. Ma la verità è questa e non posso tenere nel mio studio qualcuno che ha ucciso un uomo.

«Veronica, so che non hai un'altra fonte di guadagno, oltre questo studio e mi dispiace per quello che sto per fare. Avrai comunque una buona uscita per la cessazione del contratto e questo ti permetterà di poter vivere finché non troverai una nuova occupazione. Mi dispiace, ma devi andartene».

«Lo capisco» si limita a dire con occhi pieni di lacrime.

«Accompagneraicomunque Jason alla sede dalla Mo.Ne.Y., ma dall'indomani non è necessario chetu ti presenta nuovamente a lavoro».

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𝗧𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗲𝗱𝗶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora