Agata.
Gina Di Grusa la squadrò da capo a piedi quando varcò l'ingresso della tavernetta, al contrario del marito Piero. Lui andò anche oltre, strizzandogli l'occhio con fare malizioso, alle spalle dell'ingombrante moglie.
Il suo nuovo look dark non lasciava indifferenti e l'impatto fu notevole, agli occhi di tutti i presenti.
L'abbigliamento total black composto da una maglietta aderente, fuseaux neri e anfibi fin sotto al polpaccio la facevano apparire molto diversa dalla Cindy Lauper 2.0, bionda e fucsia del giorno prima.
Con i suoi nuovi lunghi capelli neri, i suoi grandi occhioni verdi pieni di mascara, le labbra rosso carminio e i suoi svariati tatuaggi era la copia del suo idolo, Amy Lee.
Sua madre le aveva dato della volgare, nè una parola di più nè una di meno. Suo padre direttamente della tossica ma per tutta risposta lei aveva elargito un largo sorriso. Non era andato molto lontano, alla fine. Tra sigarette, alcol e la monotonia di quel posto, tossine ne aveva accumulate parecchie.
Ma ora le cose stavano prendendo una luce diversa. Una motivazione diversa.
Dopo aver fatto il giro dei saluti ricevendo complimenti a destra e manca, lo sguardo le cadde sul tavolo rotondo al centro della sala dove riconobbe Claudio Tavalli in compagnia di un uomo che aveva visto visto rare volte lì dentro: Tancredi La Mantia. Veniva di rado e sempre assieme a Tavalli.
Sapeva solo che era un pezzo grosso della politica e aveva una poltrona a Palazzo d'Orlèans, a Palermo.Le davano le spalle e parlavano fitto fitto, a bassa voce.
Al bancone diversi clienti erano già con le loro birre in mano, tra cui Jimmi Palmer che sembrava più normale del solito, quasi capace di intendere. Non sembrava neanche lui così sobrio.
Dopo pochi minuti, Agata cominciò a servire al bancone e sentì nominare il nome di Diego Rizzi.
Fece finta di pulire macchie inesistenti sull'acciaio per poter origliare il più possibile.«Che coraggio a tornare nel posto dove ha fatto sparire due povere figlie di mamma» disse uno.
«C'è da stare attenti. Potrebbe rifarlo ancora. È pazzo completo» disse l'altro.
«Tanto non resterà a lungo. Ci penserò io.»
La voce brusca di Jimmi Palmer zittì il brusìo della tavernetta, senza nemmeno sforzarsi di alzare la voce.
Ne seguì un mormorio di approvazione, con tanto di cenni di teste rivolte verso di lui.
Agata stava sistemando le birre sul vassoio, da portare al tavolo di Tavalli e socio, quando sentì l'uomo parlare con voce grossa, facendo calare nuovamente il silenzio in sala.
«Qui si sta esagerando... E parecchio. Vi ricordo che Diego ha scontato la sua pena e nessuno, dico nessuno, penserà ad allontanarlo dal padre e dalla sua casa.»
Non si sentì proferire una sola sillaba, anche se le occhiate furtive erano parecchie tra i clienti presenti. L'astìo verso quel ragazzo era tangibile.
Il vassoio nelle mani di Agata cominciò a traballare leggermente. Le mani si erano intorpidite per il peso e lo posò sul tavolo pesantemente, cosicché i due uomini si accorsero della sua presenza.
«Le vostre birre, Signor Tavalli.»
Claudio Tavalli si voltò per ringraziarla quando, all'improvviso, il suo viso divenne una maschera di stupore. Agata lo notò da come cedettero i suoi muscoli facciali. Solo per un momento.
Si ricompose immediatamente rivolgendole un cordiale sorriso, un pò forzato.
E lei capì di aver fatto colpo con la sua nuova immagine, sentendosi gli occhi puntati addosso anche quando tornò in cucina col vassoio vuoto.
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La Rosa Eterna
Mystery / Thriller[VINCITRICE contest - Gli Oscar Wattpadiani 2018 - in *MIGLIOR MONTAGGIO* e *PREMIO SPECIALE SUSPENCE*] Una doppia e misteriosa sparizione coinvolge un giovane uomo, Diego Rizzi, reo di non aver nessun ricordo e tanti indizi contro di lui. Per quel...