9 Dicembre 2016.

780 85 294
                                        

Ettore aprì lentamente le palpebre.

La sensazione di un piacevole solletichio sul viso, un leggero peso addosso, un calore fisico, un odore familiare di fiori di ciliegio lo ridestarono dal sonno notturno.

Percezioni che gli inebriarono i sensi all'istante.

Li spalancò subito dopo, sentendosi sfiorare con labbra morbide che cominciarono a tracciare una rovente scia sopra la sua barba accennata, seguendo lentamente il marcato profilo della sua mandibola.

Due occhi verdi scurissimi si inchiodarono davanti alle sue pupille ancora velate dal sonno, e la sua eccitazione ebbe un'impennata guardando la donna che amava a cavalcioni su di lui, che lo fissava maliziosa.

Avvolta dal manto dei suoi lunghi capelli rosso rame sciolti, disordinati, sparpagliati sopra la maglietta di una delle tante maratone fatte assieme, il pensiero che tutto l'amore del mondo fosse racchiuso in lei divenne certezza in un attimo che sospese la realtà intorno.

L'amava, come mai aveva amato una donna.

Pensò che la giornata non poteva che iniziare meglio di così. Pensò a cosa aveva fatto per meritarsi un risveglio così dolce e succulento per la sua libido. Diede una rapida occhiata all'orologio del suo smartphone: indicava le sei e trenta.

non è il mio compleanno

Accese la piccola lampada posta sul comodino, facendo scendere la mano verso la parte bassa della schiena di Anastasia che per tutta risposta curvò la schiena sopra il suo petto, strofinando il naso sul suo collo, aspirando il suo odore, mugolando civettuola.

Rivoli freddi di sudore cominciarono a scendergli lungo la schiena, e sotto il piumone la temperatura si stava facendo insopportabile.

«Buongiorno, amore.»

«Buongiorno a te» sussurrò con voce impastata dal sonno Ettore, strusciando il suo basso ventre  sotto quello di lei.

La situazione stava cominciando a diventare ingestibile per il suo raziocinio, che lo voleva veder alzato da quel letto entro dieci minuti, docciarsi, fare colazione e andare a lavorare.

«A cosa devo questo risveglio da favola?»

Uno strano sorriso irradiava il viso di lei, tra un misto di malizia e provocazione, e ancora una volta Ettore si chiese cosa stava succedendo alla sua compagna per avere quella fantastica sfumatura provocante, baluginante, femminino, saturare  le sue iridi color smeraldo.

Per tutta risposta gli schioccò un bacio stampo, trattenendosi qualche secondo, con le labbra incollate alle sue. Quando si rialzò lo scintillio vivace nel suo sguardo era più vivo che mai.

«Ho visto che hai fatto l'albero di Natale, ma già dormivi ieri sera e non ho potuto ringraziarti come meriti» rispose Anastasia dopo qualche istante, leziosa, strusciando nuovamente la punta del suo naso sulla sua mandibola.

Un'improvvisa vampata bollente s'irradiò in mezzo alle sue cosce, facendolo fremere in tutto il corpo.

«Ti ho borbottato qualcosa quando sei venuta in camera a salutarmi, ma non mi hai sentito perché sei scappata subito sotto la doccia.»

Intrecciò le sue dita a quelle di lei, e Anastasia ne approfittò per sollevarlo con la schiena, facendo leva con le braccia. «Alzati, che ho voglia di pancakes. Oggi sarà una giornata lunga e faticosa e ho bisogno di una riserva extra di energia.»

La Rosa Eterna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora