Claudio fissava la parete. Il quadro di Vittorio Ribaudo raffigurante dei pescatori intenti a scaricare le cassette di pesce appena pescato, con lo sfondo del canale di Brucoli, era stato tolto dal suo perno per rivelare la cassaforte incassata dietro. Stava assorto, concentrato, quasi sprofondato sulla poltrona dello studio.
Tancredi era morto. La notizia dal notiziario regionale aveva parlato di un'infarto fulminante improvviso. Il suo primo pensiero fu quello che l'amico non ce l'aveva fatta a reggere il peso della vergogna e dei sensi di colpa che gli avevano divorato l'anima, in tutti quegli anni.
Con i gomiti puntati sopra la scrivania, le mani giunte davanti al viso, si strofinava pensieroso con i polpastrelli la punta del naso, riflettendo su come tutto era cambiato nel giro di pochi giorni, in poche ore.
Prima Lucia, e dopo Tancredi.
Aveva tolto gli occhiali, poggiandoli accanto alla cornice che conteneva una vecchia foto di famiglia. Guardò quell'immagine impressa di una famiglia che ormai non esisteva più, e forse, non era mai esistita, se non di fatto. Ma non di cuore.
Guardava l'orologio di continuo. Mancava poco per l'arrivo di Rosario. Gli aveva fatto recapitare un bigliettino tramite Anita, avvisandolo di andare da lui quella tarda notte per consegnarli un documento riguardante Diego. Glielo avrebbe dato, dopo averlo custodito per anni.
Danila La Mantia li aveva traditi, facendo del male a Tito per paura che rivelasse la verità sulla morte dell'amante di suo marito.
Tancredi era morto, ed era arrivato il momento di liberarsi di quel fardello; era arrivato il momento di sciogliere il patto di sangue risalente a tanti anni prima.
Un patto che suggellava un segreto lungo trent'anni.
Riflettendo, in quei giorni chiuso nel silenzio e senza incontrare nessuno, si rese conto dei suoi errori: nei confronti di suo figlio Augusto, allontanandolo dal paese per non fargli assumere le sue responsabilità; nei confronti di Tito, consegnandolo a una persona che riteneva amica senza mai mettere in dubbio la sua terapia, nei confronti di Anita, lasciata sola a gestire la sua inadeguatezza come madre, e poi abbandonata alla sua depressione.
Il ritorno di Diego aveva destabilizzato la falsa serenità della quotidianità degli abitanti del borgo, crepando il falso bozzolo di una terribile e sanguinosa verità tenuta a covare gelosamente negli anni. Ma il bozzolo era stato lacerato e infine squarciato, grazie al ritorno del ragazzo che avevano amato entrambe, nel luogo dove tutto aveva avuto inizio, liberando le loro anime dannate assetate di vendetta e giustizia.
Adesso era arrivato il momento di dare una mano a Diego e al suo futuro, e farlo decidere come gestirlo. Lo aveva sempre fatto e glielo doveva, anche se nulla poteva rimettere l'orologio del tempo indietro e far ricominciare tutto daccapo.
Avrebbe pagato per i suoi errori, ma non sarebbe stato il solo. Il conto, salato, sarebbe arrivato a tutti quelli coinvolti in quella triste e squallida storia.
Immerso nei suoi pensieri sentì la porta aprirsi, alle sue spalle. Gli scappò uno sbuffo pesante, un fuoriuscire improvviso di un emozione simile a un sospiro di sollievo. Roteò la poltrona su se stessa, afferrò e inforcò gli occhiali da vista, alzando la testa in direzione dello stipite, rimanendo di sasso.
Di fronte a lui non c'era la persona che aspettava, ma quella che meno avrebbe voluto vedere in quel momento. Con una piccola pistola in mano, puntata contro di lui, Danila lo fissava con occhi galvanizzati dalla follia e una piega maligna tra le labbra.
«Ciao, Claudio» sibilò. «Non sei felice di vedermi?»
Dopo un momento d'incredulità mista a paura, cercò di riprendere il controllo di fronte alla donna visibilmente alterata, in maniera tranquilla e pacata. Non voleva farla innervosire con una pistola in pugno.
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La Rosa Eterna
Misterio / Suspenso[VINCITRICE contest - Gli Oscar Wattpadiani 2018 - in *MIGLIOR MONTAGGIO* e *PREMIO SPECIALE SUSPENCE*] Una doppia e misteriosa sparizione coinvolge un giovane uomo, Diego Rizzi, reo di non aver nessun ricordo e tanti indizi contro di lui. Per quel...