Un sole tiepido sbucava bizzoso e insolente, proiettando rette frammentate in raggi dorati. Sprazzi di luce tra i cumulonembi sparsi, di quel freddoso lunedì mattina.
Anastasia odiava profondamente il primo giorno della settimana, soprattutto quando si lasciava alle spalle una domenica di servizio.
Ma non quel giorno.
Non quel lunedì.La smania non l'aveva fatta dormire tutta la notte e l'aveva spinta a chiamare la procuratrice Anselmi già di primo mattino. Aveva bisogno di un mandato, e lo voleva subito.
La macchina del Tavalli doveva essere perquisita senza perdere altro tempo.Il grande cancello della villa dell'imprenditore si aprì quasi subito dopo aver citofonato. La macchina di servizio con Anastasia e Andrea percorse il lungo viale, seguita da una volante della polizia e un carro attrezzi. Trovarono Anita ad attenderli, sotto il pergolato.
Il finto sorriso stampato non riusciva a nascondere la visibile tensione dal viso. Ana ricambiò il suo sguardo rimanendo impassibile, chiedendo di vedere il marito.«Prego, accomodatevi. Arriverà a momenti» disse cordiale, spostandosi per farli entrare.
Tutto l'opposto del giorno prima.Il suo sguardo vagava sulle pareti, osservando le pennellate vibranti e nervose dei tanti dipinti esposti. La potenza delle loro vibrazioni le arrivò sotto forma di parole nervose e tormenti indicibili. Come leggere delle pagine dannate davanti al suo autore maledetto.
Tito
questi sono i suoi quadri
queste sono le sue richieste d'aiuto
«Già operativi all'alba, commissari.»
Nello stesso momento i due poliziotti spostarono lo sguardo al sentire la sua voce. Lo videro sotto l'arco in muratura che delimitava la stanza d'ingresso con il salotto.
Il suo abito scuro dal taglio sartoriale impeccabile gli stava alla perfezione. Elegante e austero sorrideva distaccato, con le mani in tasca, fissandoli freddamente. Fece un cenno alla moglie col capo. Lei si allontanò senza proferire parola, lasciandoli soli.Saltando i convenevoli dei saluti, Andrea andò dritto alla questione.
«Vorremmo sapere se venerdì notte ha avuto un incidente.»
L'espressione palese di finta meraviglia dell'uomo caricò ancora di più i nervi di Anastasia.
«No commissario, per fortuna! Perché questa domanda?» domandò l'uomo, aggrottando le sopracciglia.
«Venerdì notte un uomo ha sporto denuncia, subito dopo che ha visto la sua macchina davanti casa essere presa di striscio da una grossa automobile» intervenne Anastasia, con tono fermo e viso glaciale. «Stava rientrando dal suo giro notturno col cane, verso mezzanotte e mezza, nella zona del Monte Sant'Elena. Giusto in tempo per sentire il botto e prendere il numero di targa. Il suo... Tavalli.»
Rimase impassibile. Ana avrebbe dato qualsiasi cosa per poter leggere i suoi pensieri, prima ancora di affondare ancora di più la lama in profondità. Per capire fin dove poteva arrivare il suo menzognare senza vergogna.
Le balzò agli occhi il rossore che andava a diffondersi nel viso dell'uomo, a macchie di leopardo.«Andiamo avanti, Tavalli. Vediamo se comincia a ricordare» proseguì Andrea, implacabile. «Dopo essersi reso conto della minchiata che aveva fatto, ha pensato bene di sistemare la faccenda in maniera ... ehm ... privata, ecco. Effettivamente la denuncia viene ritirata, inaspettatamente, sabato mattina. Ma, purtroppo per Lei, è rimasta traccia nel file del sistema.»

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La Rosa Eterna
Mystery / Thriller[VINCITRICE contest - Gli Oscar Wattpadiani 2018 - in *MIGLIOR MONTAGGIO* e *PREMIO SPECIALE SUSPENCE*] Una doppia e misteriosa sparizione coinvolge un giovane uomo, Diego Rizzi, reo di non aver nessun ricordo e tanti indizi contro di lui. Per quel...