• Anastasia •
Seduta dietro la scrivania, non riusciva a concentrarsi sui faldoni che aveva davanti. Ripensava spesso all'ultimo incontro avuto con Diego Rizzi, e avvertiva addosso quella sensazione vibrante che aveva percepito a pelle, guardandolo: di essere estraneo ai fatti e di essere sincero, in maniera quasi disarmante.
Anche se la Dottoressa Cattaneo era stata chiara sul non riaprire le indagini su quel duplice omicidio avvenuto anni addietro, lei non riusciva a smettere di cercare i dettagli, anche minimi, che non tornavano dai resoconti delle indagini, dei dibattimenti, del processo.
All'epoca dei fatti la famiglia Rizzi era molto benvoluta nel paesino; conosciuti e rispettati da tutti. Diego era il figlio perfetto che ogni genitore avrebbe voluto: bello, intelligente, prestante e prodigo con tutti. Tutti osannavano il genio del liceo, il fuoriclasse della squadra, il più corteggiato dalle ragazze.
Ricordò la deposizione del suo ex professore che lo aveva descritto come un alunno con un Q.I. superiore alla media, molto ambizioso e tenace, quasi superbo nel rapportarsi con un adulto. Poco incline alla sconfitta, insofferente alle regole e facile a perdere la pazienza.
- Irascibile e scontroso - furono le sue testuali parole. Nel periodo della scomparsa era l'insegnante delle due ragazze, e Anastasia voleva rileggere quel verbale, per approfondire altri particolari, a prima vista poco interessanti.
Cominciò a cercare tra le varie carte accatastate, ma non riuscì a trovare la deposizione del tizio di cui non ricordava il nome. Erano letteralmente scomparsi.
Si ricordava di aver preso appunti scritti da qualche parte, ma non riuscì a trovare nemmeno quelli nel suo block notes.Sentendo le sue imprecazioni, Catiana sollevò lo sguardo dal monitor e la guardò in maniera interrogativa.
«Cosa cerchi?»
«La deposizione del professore di Rizzi, della Palmer e della Roggio. È scomparso» rispose, continuando a rovistare tra i fogli punzonati.
«Cerca bene. Non può sparire un verbale dentro un commissariato, Ana.»
«E io ti dico che non ci sono più. Li ho letti e preso appunti fino a qualche giorno fa» ribattè accigliata, con la mente in subbuglio.
Quel verbale è sparito.
Lo squillo del telefono interruppe il turbinio vorticoso dei suoi pensieri. Ripose il voluminoso faldone nella grande cassetta di plastica, ripromettendosi di continuare a cercare.
Doveva trovare quel nome.
• Agata •
La casa era silenziosa, nella quiete più assoluta. Una gioia che poteva godersi raramente, come quella mattina. Non era andata a scuola, per via delle ecchimosi e dei dolori sparsi in tutto il corpo. Affacciata alla finestra mentre fumava una sigaretta, guardava la grande quercia che aveva di fronte; situata in fondo, presso il muretto di confine.
Guardava distrattamente attorno, attraverso le nuvolette sospese di nicotina, e attraverso una di essa, la vide. Un'asse di legno in mezzo ai grandi rami, con una piccola tettoia sospesa nella parte superiore del tronco.
Non ci pensò due volte.
Si mise rapidamente le scarpe da ginnastica, prese il telefono e uscì correndo con i leggins e la felpina di Justin con cui aveva dormito la notte prima.

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La Rosa Eterna
Misteri / Thriller[VINCITRICE contest - Gli Oscar Wattpadiani 2018 - in *MIGLIOR MONTAGGIO* e *PREMIO SPECIALE SUSPENCE*] Una doppia e misteriosa sparizione coinvolge un giovane uomo, Diego Rizzi, reo di non aver nessun ricordo e tanti indizi contro di lui. Per quel...