Capitolo 22-Malfoy Manor

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Quella sera tutti tornarono nel più totale silenzio alla camerata grifondoro.
Ginny però si sentiva in dovere di parlare con Harry,e chiarire.
Quest'ultimo era seduto sul pavimento,la schiena poggiata al divano,e gli occhi che riflettevano il fuoco.
-Harry...
Si sentì chiamare,e voltandosi vide Ginny che si stava sedendo accanto a lui.
-Possiamo parlare?
Gli domandò con gentilezza.
-Certo.
Rispose Harry.
-Io mi sento in dovere di scusarmi,Harry.
-Cosa?Ginny sono io che dovrei scusarmi.Ti ho baciata nonostante stia con un altro.
-Lo so,ma non dovevo arrabbiarmi a quel modo,e comunque non voglio perderti,quindi io accetterò la tua relazione.
Harry aveva il cuore spezzato.
Lui amava Draco,lo faceva star bene,lo faceva sentire vivo,era rimasto affascinato da lui,dall'opera d'arte che non sapeva di essere;voleva essere accanto a lui,aiutarlo in quel momento difficile.
D'altra parte però amava anche Ginny,la bella Ginny Weasley.
Lei lo amava da anni,era cambiata per lui,era divenuta più estroversa,spiritosa,una buona amica di tutti e una rispettabile grifondoro.
Ed era confuso.
-Ginny,io...io ti amo.Tu mi piaci davvero,e tanto,ma sono confuso,io...
-Ti piace anche Draco,e hai paura di ferire il cuore a qualcuno.
Finì Ginny per lui,comprensiva.
Harry annuì.
Ginny mise la mano sulla sua,e con l'altra gli carezzò il volto:
-Io sarò sempre qui ad aspettarti,Harry,e se non sceglierai me,io lo accetterò,non nego che avrò il cuore spezzato,ma queste cose si superano,e ti vorrò bene comunque.Sappi solo che io posso renderti felice.
Spiegò la piccola di casa Weasley,sincera.
-Grazie Ginny.
-Di nulla,buonanotte,Harry.
-Buonanotte.
Le sorrise lieve lui.

Draco Malfoy.
Draco si era chiuso nella sua stanza da prefetto verdeggiante e scintillante d'argento.
E,quando entrò,dopo la pessima giornata,si ritrovò una sorpresa altrettanto brutta.
Una lettera ingiallita si trovava sul suo letto,e quando si avvicinò,constatò che era sigillata dal nero timbro del Malfoy Manor.
La fissò per un po'spaventato,e poi respirò pesante,afferrandola con mani tremanti.
Ti prego di venire al Manor questo sabato 30 novembre.
Dobbiamo parlare.
-Lucius Malfoy.
Draco sapeva benissimo cosa intendeva suo padre con 'dobbiamo parlare',eccome se lo sapeva.
E sapeva,era terrorizzato dal sapere di cosa volesse parlare.
Di lui,lui ed Harry.
Che lo aveva avvertito con le buone.
E ora,arrivava il peggio.
E doveva andare,o le cose sarebbero peggiorate,e aveva una paura,una paura così grande da soffocarlo.
Strappò la lettera,gettandola tra le fiamme del camino di marmo bianco.
Picchiò con i pugni il letto,e accovacciandosi scoppiò in lacrime.
Aveva solo 16 anni e doveva sopportare tutto questo,no,era troppo.
Essere forte va bene,mostrarsi con una certa maschera di freddezza,e sembrare uno col cuore di pietra.
Ma la veritá era ben distante.
La veritá è che lui era l'ultima persona dal cuore di pietra.
Venerdì passò,senza mangiare,ma bere soltanto,e la notte non dormì,al pensiero di suo padre.
E quel sabato mattina,freddo,il cielo coperto da nuvole nere,una promessa di tempesta,afferrò velocemente un pezzo di pane dal tavolo della sala grande per colazione e partì.
Prese la prima carrozza nera che trovò e partì per il manor.
E l'ansia lo divorava,gli stringeva il petto,e lo gelava sotto la pelle.
Ed eccolo lì,il Manor.
Maestoso,freddo,cupo,nessun segno di una casa di una famiglia affettuosa.
Il viaggio nel sentiero di siepi perfettamente tagliate,l'entrata al cancello,le numerose scale da salire che non terminavano mai.
E bussò.
Gli aprì un uomo,i capelli platinati ricadenti sulle spalle e gli occhi freddi,il naso a punta.
-Draco.
-Padre.
Draco entrò,mentre Lucius chiuse la porta dietro di lui.
-Siediti.
Lo invitò freddamente il padre,e Draco lo fece,sedendosi su una sedia in mogano dura e gelida.
Il tetto era alto,il pavimento di un marrone così scuro da sembrare nero,il camino argento spento,e tutte le porte color ebano erano serrate.
Lucius si sedette difronte a lui,e Draco non poté fare a meno di chiedergli dove fosse sua madre.
-Oh sì,tua mamma-ridacchiò Lucius sarcastico,poi fece schioccare le dita-Fenrir,Antonin,fatela entrare.
-Che cosa le hai fatto?
Gli sputò Draco.
-Abbassa il tono di voce.
Lo ammonì Lucius.
E quando Draco si voltò,vide.
I due mangiamorte stavano facendo fluttuare sua madre con un incanto,facendola poi ritrovare sul terreno.
Era seduta su di una sedia,legata e imbavagliata,gli occhi terrorizzati.
-Mamma!
Draco stava correndo verso lei,ma fu bloccato da Lucius,che si alzò in piedi e lo fermò con un incanto,facendolo tornare da lui,intrecciato da corde.
-Fermo qui,tu.
Draco si dimenava,cercava di slegarsi,ma più si muoveva,e più le corde stringevano.
-Allora,mi hanno detto che hai una relazione.Dico bene?
Draco lo guardava solo disgustato,senza aprir bocca.
-Molto bene,Draco,vedo non vuoi parlare.-fece due passi avanti e poi proseguì,mentre i mangiamorte in sottofondo sghignazzavano-mi sembra di averti avvertito.Avevo chiesto a Narcissa di parlarti,eppure...
-Non osare dire il suo nome,sporco traditore.
Gli parlò Draco,sputandogli sulle scarpe.
Lucius sembrava solo vagamente schifato,perché si scrollò il piede e proseguì con voce melliflua:
-Oh santo cielo,questi inconvenienti.Speravo che fossi più obbidiente figlio mio.
-Sono sempre stato obbidiente,ma ora mi state costringendo a divenire un mostro,e non voglio essere come te!
-Non osare infangare il nome del Signore Oscuro,piccolo impertinente.Ora,per farti ascoltare,dovrò fare questo.
Draco lo guardava insistente con odio,fin quando il padre gridò:
-Crucio!
Narcissa urlò,dimenandosi,e Antonin Dolohov le puntò la bacchetta alla gola.
Draco si contorceva dal dolore orripilante da cui era afflitto,e stringeva gli occhi per non piangere.
-Tu non devi frequentarlo.Non devi guardarlo,non devi vederlo,toccarlo,parlargli,niente di niente-Lucius si avvicinò ancora più a Draco,a terra in ginocchi,dolorante ed esausto-o le conseguenze saranno ben peggiori.
Gli intimò gelido.
-Io lo amo.Per quanto una persona possa provarci non potrá mai fare a meno di amare,ma non mi aspetto tu lo capisca,tu non hai un cuore,tu non sai amare.
Fece Draco,la voce flebile dal dolore,e gli occhi vuoti.
-Allora vedo non capisci.Devi farci entrare ad Hogwarts,senza tu venga intralciato da nessun Potter.E non rivolgerti più così a me.Rinuncia a lui,e perdonerò ciò che hai fatto.
-Mai.
-Bene.Non hai dato retta,figliolo,purtroppo.
Usò quel tono di voce,spietato e freddo.
-Padre,vi prego.
Lo supplicò Draco,ora impotente e cosapevole di ciò che gli stava per fare.
-Mi hai disonorato!Sei una delusione,non ti si può neppure affidare un compito!
Scoppiò Lucius.
-Mi dispiace,mi dispiace!
Supplicò ancora Draco,ora piangente.
-Crucio!
Gridò ancora una volta il signor Malfoy.
-Nooo!Lucius!
Tentò di urlare Narcissa,la voce bloccata dall'imbavagliatura.

Drarry-forget meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora