1 - Una bella sciarpa di lana

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Il nobile Vassilij non era un tipo che programmava intenzionalmente le cose, ed ancora meno si prefiggeva di danneggiare qualcuno per scopi personali.

Era semplicemente un uomo di mondo che si era fatto una posizione, e che ormai reagiva per abitudine alle cose che gli capitavano.

Gli intrighi e gli espedienti che interessavano costantemente ogni aspetto della sua esistenza (senza che però lui ne avesse la consapevolezza) nascevano nella sua testa dopo brevissime gestazioni, in base alle circostanze ed alle persone che incontrava.

Non ne aveva mai solo un paio: erano sempre dozzine; alcuni in via di sviluppo, alcuni in corso, ed altri avviati alla cancellazione.

Per esempio, non si diceva mai: "Quest'uomo é influente, devo entrarci in confidenza e guadagnarmi la sua amicizia per ottenere concessioni particolari"; e neanche si diceva "Pierre é un uomo ricco, devo convincerlo a sposare mia figlia e prestarmi i quattromila rubli che mi servono".

Quando si trovava vicino ad un uomo importante, però, il suo istinto immediatamente gli suggeriva che quell'uomo avrebbe potuto essergli utile.

Senza alcuna premeditazione, il nobile Vassilij acchiappava al balzo la prima opportunità per acquisire la sua confidenza; riempirlo di complimenti; entrarci in intimità; ed alla fine fare la sua richiesta.

Durante i primi giorni che avevano seguito la triste dipartita del conte Bezuchov, il nobile Vassilij Kuragin si era occupato di tutti gli affari del figlio del deceduto: Pierre (divenuto il nuovo "conte Bezuchov").

E di Pierre stesso.

Pensava "Sono io la persona che si deve accollare maggiormente l'onere di questa faccenda".

L'involontaria innata propensione del cinquantenne per persone come il giovane conte, aveva fatto sì che si attaccasse quell'osso con la salda intenzione di non mollarlo più. Neanche per un momento.

Dentro di sé pensava:

"Apres tout" [dopotutto], per carità cristiana, non me la sento proprio di abbandonare a sé stesso questo povero giovane... In fin dei conti rimane sempre il figlio del mio vecchio amico (oltre che possessore di un'enorme fortuna in balìa dei capricci del destino e delle mire di molti furfanti)".

Con apparente totale mancanza di premeditazione, ma con indubbia sicurezza del fatto che fosse l'unica cosa che gli premeva, Vassilij fece di tutto per far sì che Pierre sposasse sua figlia.

Se avesse progettato in anticipo le cose non sarebbe sembrato così disinteressato, e non avrebbe potuto mostrare la spontanea familiarità che teneva con chiunque, indipendentemente dal fatto che fosse di condizione sociale superiore o inferiore alla sua.

Qualcosa comunque faceva in modo che si accompagnasse principalmente con persone più ricche e potenti di lui; e che mostrasse un'innata capacità di saper scegliere il momento opportuno per trarre vantaggio dalle persone che frequentava.

Nel contempo, però, ebbe cura di assumere l'aria di uno esausto e sofferente; oppresso dal peso delle faccende da sbrigare.

In quei pochi giorni durante i quali rimasero a Mosca dopo il funerale, il signor Vassilij spesso mandava a chiamare Pierre (quando non si recava direttamente da lui) e gli diceva cosa doveva essere fatto.

Gli parlava con un tono spossato ma deciso; come se ogni volta sottintendesse:

"Sapete bene quanto io sia oberato dagli impegni, ed é per puro senso di riconoscenza verso vostro padre che mi do tutta questa pena per voi; e sicuramente concorderete sul fatto che quanto vi propongo, al momento sia l'unica strada da seguire".

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