25 - La sentinella assonnata

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"Ma perché a me non capita mai quello che succede a molti miei compagni?".

Pensava Rostov.

"Perché non mi trovo mai dove passa l'imperatore?".

"Che ci vuole? ...Basta che passi di qua un attimo e mi dica: ''Va' in ricognizione laggiù!,,"

"É capitato un sacco di volte: lo zar arriva, conosce un ufficiale per caso, e se lo prende con sé...".

"Ah, se mi prendesse con sé! ...Come vigilerei su di lui... Come gli direi tutta la verità... Come gli spiegherei tutte le bugie che gli dicono!".

Mentre pensava queste cose nella notte, Rostov  (per dipingere meglio a se stesso l'amore e la sua totale devozione all'imperatore) iniziò a sognare:

Sognò di essere alle prese con un austriaco traditore: lo schiaffeggiava e poi lo uccideva, sotto agli occhi dello zar.

Ad un tratto, un grido lontano lo riportò alla realtà.

Ebbe un fremito nelle spalle ed aprì gli occhi.

"Ma dove cavolo mi trovo? ...Ah già... Ora ricordo: agli avamposti... la parola d'ordine é 'Timone' e la risposta è  'Olmutz'... Ma che scalogna, rimanere nella riserva, domani... Se almeno mi consentissero di partecipare a qualche azione... Sarebbe l'unico modo, per incontrare l'imperatore! ... Tra poco arriverà il cambio... Farò un altro giro d'ispezione e poi andrò dal generale a chiederglielo...".

Si riaggiustò sulla sella e ripartì per un altro giro di controllo dei suoi sottoposti.

Tornando ad ossevare l'oscurità gli sembrò che fosse cambiato qualcosa: pareva che la nebbia si fosse diradata, che ci fosse più luce, che si potesse intravedere qualcosa nel buio.

Alla sua destra cominciò a vedere una lieve collina ondulata con sopra un piccolo cucuzzolo... Un enorme mammellone con sopra "une tache" [una chiazza] bianca che non si capiva cos'era.

Era uno spiazzo rischiarato dalla luna?

Delle case bianche?

Una macchia di neve?

Gli sembrava anche che qualcosa si muovesse, laggiù.

"Un segno bianco..."

Pensava Rostòv, nel dormiveglia.

"É di sicuro neve!"

"Un segno..."

"Un segno..."

Continuava a ripetersi, mezzo addormentato.

E si rimise a sognare:

"Un segno... Natasha..."

- Natascha...

Parlava nel sonno.

- ...Non ci crederà mai, che ho visto l'imperatore!

Una voce lo risvegliò:

- Più a destra, signore! ... Lì ci sono dei cespugli.

Era un ussaro che lo avvisava di stare attento.

Nicolaij si ritrovò con la testa penzolante, quasi sulla criniera del cavallo.

Si tirò su e si fermò di fianco all'ussaro.

Si era lasciato vincere dal sonno che riescono a dormire i giovani.

"... Cos'è che stavo sognando? ...Non me lo ricordo più... Ma era qualcosa di importante... Non riesco a ricordare..."

E ricadde nel sonno, immaginando di essere davanti all'imperatore.

"Oddio! ...E adesso cosa gli dico?!"

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