31 - Hanno alzato i tacchi

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"Mio Dio... - Si disse Rostov - ...l'imperatore! ...cosa potrà pensare?! ...Potrebbe, da un momento all'altro, vedere questo disordine! ...Non sono che soltanto pochi miserabili, senza dubbio! ...Non é possibile! ...Non é possibile! ...Dobbiamo riprenderci subito!"

Nonostante la vista delle batterie e delle truppe francesi sullo stesso altopiano (quello di Pratzen) verso il quale gli era stato ingiunto di andare a cercare l'imperatore ed il comandante in capo, il pensiero che l'esercito avesse potuto perdere totalmente il controllo non poteva passargli neanche per l'anticamera del cervello.

Nelle vicinanze del villaggio di Pratzen non c'era l'ombra di un comandante.

Rostov non scorgeva altro che truppe fuggitive allo sbando: sulla grande strada che aveva di fronte vedeva sfilare calessi e vetture di tutti i tipi.

C'erano soldati russi ed austriaci (di tutte le armi, mescolati insieme).

Alcuni erano feriti, ma non tutti; quella massa di uomini si compattava, ronzava, formicolava e miscelava le sue grida al suono sinistro delle bombe lanciate dalle bocche da fuoco francesi sulle alture di Pratzen.

- Dov'è l'imperatore?

- Dov'è Kuzuzov?

Chiedeva Rostov ovunque, senza però ottenere risposta.

Alla fine si decise ad afferrare un soldato per il colletto e lo forzò ad ascoltarlo.

- Hey, amico... hanno tutti alzato i tacchi... già da parecchio tempo!

Rispose il soldato ridendo.

Lasciando quel soldato (che era evidentemente ubriaco) Rostov fermò un domestico militare che aveva l'aria di essere lo scudiero di un personaggio molto in alto.

Il domestico gli raccontò che l'imperatore era passato su quella strada (su di una vettura) un'ora prima, dietro al treno dei carri di supporto.

Ed aggiunse che era gravemente ferito.

- É impossibile! ...Non sarà stato lui!

Disse Rostov.

- L'ho visto con i miei propri occhi!

Rispose il domestico, con un sorriso furbetto.

- É da un sacco di tempo che lo conosco! ...Quante volte non l'avrò visto, a Pietroburgo! ...Era molto pallido, in fondo alla sua vettura... Avreste dovuto vedere come aveva lanciato i suoi cavalli neri Iljà Ivanyc'! ...Come se io non li conoscessi, quei cavalli! ...E come se l'imperatore potesse avere un cocchiere diverso da Ilijà Ivanyc'!

- Chi state cercando?

Gli chiese, qualche passo più avanti, un ufficiale ferito.

-...Il generale in capo? ...É stato ucciso da una palla nel petto, davanti al nostro reggimento!

- Non é stato ucciso! É stato solo ferito...

Disse un altro.

- Chi? Kutuzòv?

Domandò Rostòv.

- No, non Kutuzov: quel "comesichiama"... Non mi ricordo... Beh, ma alla fine chissenefrega ...Non ne sono rimasti troppi, di vivi... Andando da quella parte troverete tutti i capi riuniti al villaggio di Hostieradek...

Rostòv continuò il suo cammino con il cavallo "al passo" non sapendo più cosa fare, né a chi chiedere.

"L'imperatore ferito, la battaglia perduta!"

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