Capitolo II: Nuove scoperte

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Rya si risvegliò avvertendo una forte sensazione di calore crescente. All'inizio la trovò strana, ma poi si abituò e iniziò a piacerle, non la stava affatto infastidendo. Tuttavia volle scoprire la fonte di quel calore, e quando si fu ripresa dallo stordimento per la lunga dormita si rese conto di star abbracciando qualcosa, ed era da lì che proveniva il calore. Aprì lentamente gli occhi e la luce solare glieli investì prepotente. Quando riuscì finalmente a distinguere tutto quello che la circondava si ritrovò abbracciata alla possente schiena muscolosa del cacciatore. La sua mano sinistra stringeva il petto del leone, mentre quella destra era completamente immersa nella sua criniera. Rya si distaccò immediatamente, imbarazzata e con gli occhi spalancati.

"Cosa sta succedendo?! Ha dormito con me?" si chiese.

L'urto improvviso aveva svegliato il leone.

«Tranquilla, non ti ho fatto nulla di male.» disse lui voltandosi verso di lei.

«Che cosa ci facevi accanto a me?!» chiese lei quasi urlando.

«Dormivo.» rispose lui semplicemente e alzandosi. 

Afferrò l'armatura e si vestì.

«Sì, ma nel letto... perché eravamo nel letto insieme? Ci stavo già dormendo io...» ribatté Rya.

Ren smise improvvisamente di mettersi il corpetto, e si girò verso di lei puntandole il dito artigliato.

«Piantala di lamentarti per ogni singola cosa, chiaro? Questo è il mio letto e questa è la mia casa, capito? Eri tu quella che mi stava abbracciando come un grosso cuscino ricoperto di pelo, e non ti stava dando fastidio. Anzi, ti stava piacendo. Lo sappiamo entrambi.»

Rya indietreggiò impaurita davanti al suo cospetto, finché non raggiunse il bordo del letto e non rischiò di cadere. Ren si voltò nuovamente, indossò l'ultima parte della corazza e andò in cucina. Le parole del leone l'avevano investita in pieno e si sentiva come un misero uomo investito da una tormenta. Aveva ragione, l'aveva salvata e lei non faceva altro che lamentarsi per tutta la giornata.

"Non dovrei comportarmi così... ha totalmente ragione. Devo smetterla."

Il leone riapparve poco. Aveva due grosse fiasche in mano, che assicurò alla cintola. Non degnò la ragazza di uno sguardo e poi uscì senza proferire parola. Rya decise di non osservare i suoi movimenti, la ritenne la scelta migliore e la sua attenzione era caduta sulla sua caviglia fasciata.

"Mi fa ancora un po' male... mi chiedo se riesca a muovermi per la casa..."

La volpe a nove code si sedette sul letto e appoggiò il piede al pavimento, ma appena si alzò un'altra fitta lancinante le trapassò la gamba. Cadde indietro perdendo l'equilibrio e urlò dal dolore. Decise di rimanere coricata e si mise a leggere il diario. Il cacciatore ritornò un'ora dopo, le fiasche erano colme di liquido bianco. Appena sentì il rumore, Rya ripose il libro delusa; ancora una volta non aveva scoperto nulla di nuovo sul suo conto.

«È latte...?» chiese Rya alzandosi. Ren annuì e andò in cucina, ritornando subito dopo con due ciotole piene.

«Latte di mucca. C'è una fattoria qui vicino, e di solito ci andavo di notte, ma non volevo svegliarti. Quelle bestie sono molto in salute e quindi è ottimo, devi fidarti.» disse porgendole una ciotola.

Era calda al tatto e Rya bevve tutto in un sorso. Quando anche il leone ebbe finito, si alzò e si preparò per uscire di nuovo, ma questa volta prese il pugnale.

«Dove stai andando?» chiese Rya.

«A cacciare, tornerò entro questa notte.»

«E nel frattempo cosa farò?» domandò Rya indicandosi la gamba. 

Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora