Capitolo XVIII: Decisioni

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Ren rimase a ponderare per ore nella sua stanza.

«Il potere lo voglio conservare. Imparerò a controllarlo, a tenerlo a bada e non perderò la ragione... ma se dovessi trasformarmi in battaglia... che cosa mi succederebbe? Che cosa penserebbero gli altri campioni? Che cosa mi farebbero gli evocatori?»

Era tormentato da dubbi che gli frullavano in testa come un vortice impazzito e non riusciva a venirne a capo. Non voleva parlarne con le altre, gli avrebbero più che sicuramente detto di restare e di non andare.

«Potrei andare ad abitare nella mia vecchia dimora, con tutti i miei trofei, il mio passato... mi piacerebbe ritornarci e ampliarla; Maila potrebbe venire ad abitare con me, ma rimane Rya... che cosa provo per lei? È successo solo perché ero ubriaco, là nel Terre del Nord? Mi sto tormentando come se fossi un ragazzino alle prese con l'amore...»

I suoi pensieri vennero interrotti da un bussare alla porta seguito dalle parole di una giovane voce femminile.

«Ren... sei sveglio? Posso entrare?»

«Entra, entra...» rispose lui.

La ragazza obbedì, entrò e si sedette accanto a lui. Gli accarezzò la criniera guardandolo dritto nel muso, ma il suo occhio sano era guizzante e fuggiva al suo sguardo.

«Che vuoi, Tali? Rifarmi quella domanda, chiedermi come sto?»

«No... troppo ovvio. Che cosa hai scelto?» chiese la ragazza allontanando la mano.

«Non lo so. Piuttosto voi, che avete in programma per me? Mi rinchiuderete in gabbia come un animale?»

«Non essere sciocco. Devo ammettere che mi piacevi in quella forma.» rispose lei facendogli l'occhiolino e sorridendogli. Ren ricambiò il sorriso e la guardò. Le accarezzò una ciocca di capelli con gli artigli.

«Voglio rimanere così, ma non so cosa penseranno gli evocatori, i campioni... io sono un mostro.»

«Non è affatto vero, Ren!» disse Maila alzando la voce. «Non riesci a controllarlo, ecco tutto! Con del buon allenamento riuscirai a tenerlo sotto controllo, devi solo credere in te stesso. Non sarai mai un mostro finché il tuo animo resterà gentile.»

«Ma sappiamo quanto ci vorrà? Lo sappiamo questo? No. Mesi, anni... Maila, devo andarmene!»

Il tono di Ren era grave e sconfortato, la guardava profondamente negli occhi, distruggendo ogni suo tentativo di protesta

«Dannazione, Ren! Odio quello sguardo! Non voglio che tu te ne vada... resterò da sola, senza qualcuno da amare...» esclamò la tessitrice tentando di nascondere una profonda tristezza con un finto sorriso.

«Ci sono Seana, Breeza, Ruhes... sono nostre amiche, c'è persino Sekkar, il tuo maestro.»

«E tu dove te ne andresti?»»

«Ho una casa nella Selva Dimenticata, ma è molto piccola e non so cosa le sia successo in questi ultimi anni. È stata casa mia e di Rya per molto tempo, ma poi abbiamo deciso di separarci e ci siamo ritrovati qui.»

«Sembra interessante! Io non ho mai avuto una vera e propria casa; io e la mia famiglia abbiamo sempre viaggiato e non ci siamo mai fermati in un posto preciso. Poi decisi di abbandonare il deserto finché non giunsi a Milya, dove ho conosciuto Sekkar... era lui la mia casa, ma poi fui costretta a ritornare dai miei genitori e questa è una storia che già conosci.»

«E per la Confraternita? Cosa succede quando non si vuole più rimanere qui?» chiese la ragazza.

«Da quello che so... se non vuoi più vivere nell'Accademia, i Sommi Maghi ti donano un trasportatore con un allarme. È della grandezza di un bracciale, e quando ti reclamano in uno dei Campi del Valore, esso squilla, portandoti in uno di essi.» spiegò il leone.

Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora