Capitolo XVI: L'alterazione di sé stessi

3 0 0
                                    

Maila cercò il leone per tutto l'infinito labirinto. Era letteralmente scomparso dietro di lei. Riuscì persino a ritrovare Priscilla e Bearald.

«Dov'è il cacciatore!?» tuonò la donna.

«Non... non lo so. È scomparso mentre stavamo esplorando... è come se si fosse vaporizzato, mi sono girata e non c'era più. L'ho cercato ovunque, mi sembra di impazzire in questo maledetto posto! È stata quella Strega, ne sono certa.» disse Maila.

«Ragazzina, la Strega può assumere l'aspetto di chi vuole, non fidarti subito appena lo ritroverai, e se ci riuscirai.»

Lasciarono quell'incubo in tre. Maila era spaventata, ma non si sarebbe data per vinta, avrebbe continuato a cercarlo anche a costo della sua stessa vita, salvare Ren era una priorità.

***

Ren si risvegliò nella stessa prigione in cui era segregato prima che svenisse di nuovo, ma questa volta si riusciva a intravedere una piccola porta intagliata nel ghiaccio. Ren si riguardò intorno, sembrava che non fosse cambiato nulla. Pugnale, armatura, artigli di ferro... era tutto al proprio posto, ma continuava a non capire dove si trovasse. All'improvviso sentì un gran frastuono provenire da dietro di lui. Si voltò di scatto e notò che la porta ghiacciata si stava sollevando lentamente. Afferrò lesto l'arma, tenendola stretta saldamente. Quando la porta si fu sollevata del tutto, davanti ad essa si materializzò un'alta e solenne figura femminile. Non aveva i piedi, o almeno sembrava che non li avesse, poiché erano ricoperti da un piedistallo di ghiaccio nero. Gli occhi erano coperti da un elmo aguzzo, con due punte che si diramavano ai lati della testa e una lunga treccia bianca scendeva lungo la schiena. La pelle donna era bianca e pallida. Ren poteva sentire chiaramente che da lei non proveniva nulla di buono. La Soggiogatrice dei Ghiacci era davanti a lui. Ren puntò il pugnale verso di lei.

«Ben svegliato, mio adorabile cacciatore.» disse la Strega.

«Che cosa vuoi da me?» rispose Ren ringhiando.

«Oh, è meglio che non usi quel tono con me. Non ti hanno insegnato a stare a cuccia nel territorio altrui?» replicò Cassandra.

«Ti stai prendendo gioco del predatore sbagliato!»

Ren agì rapido, dirigendo un fendente allo stomaco della Strega.

«Sei così ingenuo e sfrontato...» sussurrò lei.

Con un movimento della mano, il ghiaccio sotto le zampe di Ren si frantumò ed il leone mancò il bersaglio.

«Inginocchiati!» urlò Cassandra.

Una tormenta di ghiaccio investì il leone che andò a schiantarsi contro la parete della prigione. Ancor prima che se ne accorgesse, il freddo aveva già paralizzato i suoi arti, impedendogli ogni tipo di movimento. Le braccia erano ricoperte dal ghiaccio, così come le gambe e il petto. Solo il muso non era stretto da quella presa. Cassandra gli si avvicinò fino all'orecchio, la sua voce era un sussurro.

«Chiudi gli occhi e lasciati cullare dal freddo... agitarsi non serve a nulla.» Cassandra se ne andò dandogli un bacio sulle labbra e richiudendo la parete porta dietro di sé.

Ogni giorno che passava, Ren perdeva le forze. Il freddo gli penetrava la carne, sentiva il sangue diventare sempre più congelato, la criniera era ricoperta da una patina bianca e la testa penzolava dalla parete a cui era incatenato, abbandonata sul petto. Ogni volta, Cassandra lo stuzzicava, giocava con lui con i suoi giochi osceni e disgustosi, Ren non poteva fare altro che obbedire. Gli raccontava di come avrebbe terminato il mondo, inglobato dal ghiaccio oscuro, gli raccontava di come avrebbe ucciso Maila, Crystal, Priscilla, di come avrebbe distrutto la Confraternita degli Eroi. A tempo debito, tutti si sarebbero inchinati al cospetto della Soggiogatrice dei Ghiacci, e le sue parole non facevano altro che abbattere la sanità mentale del leone.

Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora