Capitolo VIII: Il duello dei cacciatori

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Il racconto del leone catturò l'attenzione di tutti i presenti e Rya lo fissava rapita dalle sue parole e persino Ruhes aveva smesso di suonare. Ren si voltò guardandosi intorno e arrossì di colpo quando si accorse che la gente lo stava fissando a bocca aperta. Forse aveva alzato troppo la voce. Dopo qualche secondo si levarono degli applausi e risate di gioia.

"Questi umani pensano che abbia raccontato una favoletta per bambini, eh?" pensò, sapendo che Rya e Ruhes erano le uniche ad avergli creduto. La serata riprese a scorrere tranquillamente, la maestra delle corde ricominciò a suonare il suo strumento e le persone iniziarono a parlare tra di loro. Rya, tuttavia, continuava a fissarlo come se fosse stata paralizzata da un incantesimo.

«Rya?» chiese Ren. «Che ti prende?»

La ragazza strabuzzò gli occhi.

«Io... uh... non ho parole per descrivere la sofferenza che devi aver patito in questi ultimi mesi, e se ho sofferto io solamente con delle parole non oso immaginare tu che hai vissuto il dolore sulla tua pelle.» rispose accarezzandogli la guancia sinistra.

Lui la guardò profondamente e le strinse una mano.

«Già... ma ora è tutto passato, no? La ricerca di quella bestia procede a gonfie vele e credo di sapere dove poterla trovare.» disse accennando un sorriso. Rya rispose con un lungo bacio sulle labbra, seguito da una lacrima che le scese lentamente dalla guancia e che nessuno notò. A tarda notte il ristorante cominciò a svuotarsi e i due decisero di ritornare all'Accademia accompagnati da Ruhes. Rya si stava addormentando in piedi e Ren la sdraiò sul letto, coprendola con le lenzuola e vegliando su di lei finché non si addormentò del tutto.

Mentre Rya ronfava beatamente, Ren aveva già conosciuto quasi tutti i campioni della Confraternita degli Eroi. Alcuni, però, non risiedevano nell'Accademia e perciò era impossibile conoscerli se non andando a trovarli personalmente. Aveva iniziato dai suoi primi compagni di squadra. Andò prima da Zamira aiutandosi con i cartelli appesi alle pareti. Aveva scoperto che l'Accademia era molto più moderna di tutti gli edifici e accanto alle porte vi erano due piccole luci, una rossa e una verde, che indicavano se il campione specifico era presente all'interno della camera oppure no. Raggiunse Zamira senza troppe difficoltà e bussò piano vedendo la piccola luce risplendere di verde. La stanza della dama dei rovi era alquanto bizzarra. I muri erano infestati da piante rampicanti e arbusti di ogni genere, alcune radici sbucavano persino da sotto la porta. Il calore era intollerabile e Ren stava letteralmente morendo di caldo a causa del suo folto pelo. Nonostante l'aspetto un po' inquietante di Zamira, ella era una brava persona, affidabile e gentile. La donna notò subito le gocce di sudore che si erano materializzate velocemente sulla fronte del leone, perciò decise di raccontare brevemente la sua storia: era diventata un'umana poiché il suo desiderio di conoscenza del mondo umano la spinse ad uccidere una giovane maga, impossessandosi del suo corpo. La prossima era Seana, quindi si diresse in fretta verso i suoi alloggi. Le raccontò della discussione avuta con Rya il giorno prima e accettò la proposta che la cacciatrice, la quale gli sorrise annuendo.

«Ottima scelta, cacciatore, sono fiera di essere tua alleata. Chi andrai a visitare adesso?» chiese Seana prima che Ren lasciasse la stanza.

«Pensavo a Crolcas...» rispose.

«Fa' attenzione, dunque, Crolcas ha vissuto nella follia per diversi anni a causa del suo passato, scegli con saggezza le parole che userai.»

Ren la ringraziò per l'avvertimento, ma non si fece intimorire, pur tenendo alta la guardia. Si avviò verso la stanza dell'alligatore, bussò e quando gli aprì vide che l'intera camera era a soqquadro. Le pareti erano graffiate in vari punti ed era tutto in disordine, come se fosse passato un uragano.

Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora