Capitolo XXII: Il baratro più oscuro

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Tutti i presenti levarono un grido di stupore quando apparvero. Ghotree li aveva portati nell'unico luogo comune a tutti e tre. Percorsero i lunghi corridoi ignorando gli sguardi increduli degli eroi e dei maghi. Dovevano trovare Seana, e in fretta. Il medaglione di Ren pulsava di vita e non aveva smesso di brillare da quando avevano lasciato l'Arcipelago Oscuro. Non la trovarono nella sua stanza, e perciò supposero che si trovasse in uno dei Campi del Valore. Dovettero ritornare al salone centrale per chiedere un'udienza con l'Alto Consiglio. Ren desiderava anche incontrare Rya e parlarle, raccontarle tutto quello che era successo negli ultimi tempi... ma non poteva cercarla. Il destino del mondo era nelle loro mani, non poteva permettersi di perdere altro tempo. Entrarono nell'aula quasi a capofitto e Ren iniziò a parlare. Le parole gli uscivano dalla bocca come un fiume in piena e raccontò delle sorti del pianeta, dei piani di Cassandra, di come aveva tradito l'intera Confraternita degli Eroi. Il Consiglio però non gli diede ascolto e li cacciarono fuori. Non era permesso restare nell'Accademia una volta abbandonato ed era quello che tutti e tre avevano commesso. Mentre stavano per uscire, qualcuno li bloccò.

«Ren, Maila, Zamira!» urlò una voce da lontano. Entrambi si girarono e videro che Seana stava correndo verso di loro. La cacciatrice era ancora sudata a causa della battaglia.

«Seana, dobbiamo parlare.» sussurrò Ren.

«Lo so, muovetevi!»

La cacciatrice aveva già capito che qualcosa di grave stava per accadere e anche di che cosa si trattasse. Richiuse la porta dietro di lei e si portò gli occhiali sopra la testa.

«Potete dirmi che diamine sta succedendo?» iniziò Seana.

I tre si sedettero attorno al tavolo e la cacciatrice rimase sulla porta a guardarli. Ren si portò una zampa al medaglione e se lo tolse.

«Siamo riusciti ad ottenere quello che volevamo. Questo ciondolo è in grado di controllare la mia maledizione senza che io ne subisca le conseguenze. Ci resta solo che una cosa: sventare i piani di Cassandra.» spiegò.

Seana lo guardò un attimo senza dire nulla, quindi accennò un sorriso sarcastico.

«E come pensate di fare? Quella strega è immortale, da quello che sappiamo. Non conosciamo un modo per ucciderla definitivamente.»

«A quello ci penseremo più tardi.» rispose Ren.

Seana sbuffò.

«Non sappiamo nemmeno dove si trovi in questo momento! Anzi, peggio, la sua era glaciale forse è già iniziata e non c'è più modo di fermarla»

Ren si alzò di scatto e le strinse le spalle, piantandole negli occhi il suo sguardo serio. Effettivamente Seana aveva ragione, non avevano un piano e non sapevano come avrebbero ucciso la Soggiogatrice dei Ghiacci.

«Fidati di noi, Seana.» le mentì il leone.

La purificatrice scosse il capo, ma decise comunque di aiutarli. Non aveva tempo per le sciocchezze e i litigi, dovevano salvare il mondo, e l'avrebbero fatto insieme.

«Dove siete diretti?» domandò.

Ren guardò un attimo Maila, come per cercare assenso nei suoi occhi.

«Alle Terre del Nord. Dobbiamo raggiungerlo il prima possibile»

All'udire quelle parole, Zamira rabbrividì.

«Non posso aiutarvi... le Terre del Nord sono una landa desolata e gelida, è troppo per il mio corpo. Non posso sostenere le basse temperature, anche vestendomi con abiti pesanti morirei assiderata in pochi minuti.» disse Zamira.

Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora