I rinforzi giunsero sul campo di battaglia in una frazione di secondo. I draghi sputarono fuoco e fiamme dalle loro bocche, incendiando e sciogliendo le creature di ghiaccio. I cavalieri smontarono dalle cavalcature, dando man forte a Seana e Maila con le loro spade affilate. Le armature lightstoniane risplendevano alla luce solare, facendo sembrare i cavalieri dei veri e propri salvatori inviati dagli Astri. La battaglia infuriò ancora a lungo, ma Maila, Seana, Drakanna e l'esercito lightstoniano riacquistarono il controllo sul campo di battaglia, distruggendo tutti gli esseri di ghiaccio. Le due campionesse ne uscirono con qualche ferita, ma non erano in pericolo. I cadaveri erano perlopiù degli abitanti del villaggio, ma la tessitrice aveva svolto un ottimo lavoro ed era riuscita a proteggerli quasi tutti. Per un momento si preoccupò solo di loro e del suo stato, ma poi un pensiero le balenò in testa. Un pensiero che le inflisse al cuore una stilettata di dolore peggiore delle lance nemiche, e un brivido le percorse la schiena. Ren. Distrusse la barriera all'istante, si mise a rovistare ovunque cercando disperatamente di trovarlo in mezzo a quella catasta di sangue e morte. Forse era stato sepolto dalla neve, ma era ancora vivo. Forse era stato ricoperto dai cadaveri e non l'avevano ancora trovato. Continuò a cercare come una furia impazzita, le lacrime le corsero agli occhi e presero a scorrere come fiumi in piena. Sentì una mano serrarle le spalle in una presa saldissima, ma lei la ignorò continuando la sua ricerca. La mano la scosse fortemente e Maila si voltò cercando di divincolarsi. Era Seana. Aveva un braccio fasciato e un piccolo taglio sulla fronte. La guardò con uno sguardo carico di compassione e poi scosse la testa, rassegnata. Maila la guardò in cerca di aiuto e conforto, ma poi scoppiò in un pianto rumoroso e disperato che attirò l'attenzione di tutti. Lei e la cacciatrice si abbracciarono. Anche Seana avrebbe voluto piangere, ma in cuor suo sapeva che il leone era ancora vivo, e se fosse morto avrebbe ritrovato il suo cadavere e lo avrebbe fatto ritornare in vita con la forza. Un eroe degno del suo calibro non meritava una morte del genere, anzi, non la meritava affatto.
Esaminarono a lungo i cadaveri. Contadini, lavoratori, bambini e persino gli uomini armati della locanda. Erano tutti morti, uccisi brutalmente da esseri senza pietà. Di Ren, ancora nessuna traccia.
Maila era seduta sui gradini di legno che conducevano al locale precedente. Era stata curata e guarita, e ora si cingeva le ginocchia, avvolta da una calda coperta. I soldati lighstoniani si erano dispersi nel tentativo di ritrovare il cacciatore e il suo nome era urlato in mezzo ai boschi, ma nessuno riusciva a trovarlo. Neanche una via, un indizio... era come la prima volta in cui tutto era successo. Mesi fa, nelle Terre del Nord, Ren era scomparso allo stesso modo, solo che era come se fosse stato afferrato e trasportato nell'Abisso dagli spiriti di ghiaccio. Seana si avvicinò all'amica e si sedette accanto a lei. Maila sussultò non appena sentì la sua voce.
«La prima volta che vidi Ren rimasi sbalordita dal suo aspetto. Era come un randagio, cresciuto nel selvaggio, senza una casa o un luogo in cui andare. Era un avversario formidabile. Molti campioni temevano i suoi occhi, uno azzurro e uno giallo che risplendevano nell'oscurità. Chi li vedeva accettava la morte imminente, mi è capitato molte volte nella Landa degli Evocatori. Una volta ebbi l'onore di sconfiggerlo in un duello, ma la mia gloria terminò all'istante poiché riuscì a pugnalarmi allo stomaco.» disse sorridendo.
Maila fissava il nulla; un punto fermo nello sconfinato bianco della neve. I suoi occhi erano vitrei e il suo volto senza espressione. Seana sapeva bene che Ren era la sua unica ragione di vita, sarebbe crollata se non l'avessero ritrovato, ma non voleva che quella storia terminasse in quel modo. Aveva visto così tante persone morire, ed ogni volta si sentiva impotente. No, non sarebbe andata così, non questa volta. Abbracciò Maila di nuovo e poi se ne andò, raggiungendo il principe Ehre V di Lightstone.
***
Ren si risvegliò immerso nell'oscurità più totale. Il corpo non gli obbediva e provava un dolore lancinante ad ogni movimento. Era inginocchiato e le braccia erano appese alla parete, saldate con freddi catenacci di ferro. Tentò di guardare meglio cosa lo circondava, ma trovò solo una porta di ghiaccio e delle pareti lerce. Notò anche una piccola grata sbarrata dalla quale filtrava un barlume di fioca luce lunare. Era già notte, e il freddo cominciò ad insinuarsi nelle sue ossa. Si chiese dove si trovasse, ma nemmeno la testa gli rispondeva, abbandonata sul petto a ciondolare. Indossava solo un paio di calzoni logori. Era stato svestito di tutto: dell'armatura, del pugnale, degli artigli meccanici e persino del talismano. Senza quello trasformarsi completamente sarebbe stato più difficile ed era anche impensabile in quelle condizioni. Tentò la metamorfosi comunque, ma l'unica cosa che riuscì a cambiare fu la punta degli artigli. Crollò nuovamente senza speranza, chiedendosi se sarebbe uscito di lì vivo. Alla fine la morte accoglie chiunque, e questo lo sapeva per certo. Era in balìa di quelle catene e di chi lo teneva sotto controllo, ed era questo che lo frustrava. Essere in gabbia era una cosa che non sopportava, ed era già successo in passato. Ad un tratto udì un rumore strano, simile allo scatto di una serratura. La porta si aprì lentamente ed entrarono due donne. Una era solennemente in piedi su un cristallo di ghiaccio nero, dalle sfumature e un vistoso elmo appuntito le copriva il capo e metà volto. L'altra invece era più umana, ma indossava abiti sporchi, ricoperti di fango e sangue, e qualcosa si muoveva sinuosamente dietro di lei. Stentò a credere al suo occhio sano, l'altro era serrato dalla cicatrice, la benda gettata chissà dove. Davanti a lui si trovavano Cassandra e Rya, la ragazza che aveva tanto amato prima dell'arrivo di Maila. Che cosa ci faceva con la Soggiogatrice dei Ghiacci? Che fosse stata fatta prigioniera insieme a lui? Le due notarono che si era ripreso, e si rivolsero un sorriso complice e malizioso. Cassandra si avvicinò al suo muso e avvicinò le labbra, ma Ren replicò sputandole in faccia. Lei si ritrasse inorridita, ripulendosi con la mano. Lo schiaffo arrivò più rapido e potente che mai. Era stata Rya, che lo guardava dall'alto con uno sguardo carico di un odio e un rancore sconfinati. Lo guardava come se fosse un misero e patetico cane bastonato, un inutile fagotto insanguinato che non sarebbe servito più a nulla. Il colpo gli fece sputare un dente insieme ad un grumo di sangue.
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Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccio
FantasyRen è un giovane cacciatore solitario. Vive in una giungla sperduta, nel remoto sud del continente di Fralia, e il suo modo di vivere è noioso, in completa armonia con la sua migliore amica: la caccia. Un giorno, però, una ragazza dall'aspetto stram...