Capitolo IV: Promesse

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Dopo la recente scoperta, Rya aveva rimesso il diario al suo posto. Voleva scoprire molte cose su di lui, ma non le avrebbe scoperte leggendolo. Doveva chiedergliele a voce, così che potesse sentire le sue stesse parole. Appoggiò i piedi al pavimento e si rese conto di una cosa: la caviglia non le faceva più male. Si alzò cercando di non cadere e afferrò la mensola del caminetto per reggersi in piedi. Riusciva a camminare lentamente e zoppicando e ogni passo le costava una fatica immensa, ma la volontà era più forte del dolore e riuscì a raggiungere la stanza misteriosa, non le interessava quella in cui aveva passato quei giorni.

"Mi aveva detto di non muovermi, quindi sapeva che potevo già camminare, ma perché non me l'ha detto? Forse non voleva che scappassi... glielo chiederò quando rientrerà."

Procedette verso la stanza aggrappandosi alle pareti di legno finché non giunse alla porta. La aprì lentamente, come se stesse violando un territorio proibito. Un forte fetore di sangue e morte le assalì le narici e si tappò in fretta il naso. Quando la porta fu completamente aperta, Rya assisté ad uno spettacolo raccapricciante. Ogni parete era adornata di grosse teste di animali di ogni genere accuratamente impagliate. Erano tantissime e Rya suppose che il cacciatore stesse custodendo una specie di collezione privata. Guardò ogni testa con stupore finché i suoi occhi non caddero su quella di una bestia simile a lui. Ne percorse i tratti con la punta delle dita.

"Questo animale è un leone come lui... l'unica differenza è il colore della pelliccia, questa è di un bel colore giallo-rosso vivace e bruno fulvo, mentre la sua è completamente bianca, tendente al grigio."

Per un momento pensò che si trattasse di un animale qualunque, ma quando si soffermò ad osservarne gli occhi, un brivido di paura le percorse la spina dorsale. Rimase a scrutare gli altri trofei per un po'. Erano tutti perfettamente puliti e senza uno strato di polvere, doveva prendersene una cura maniacale. Ad un tratto Rya urtò un ampio tavolo di legno. Su di esso vi erano strumenti da imbalsamazione e altri coltelli, probabilmente per tagliare e scorticare le prede che cadevano in una delle sue trappole. Alcuni di quegli oggetti erano grandi e alquanto affilati, pensò che avrebbe potuto ucciderla in ogni momento, se avesse voluto farlo. Ritornò nell'altra stanza ancora più impaurita, forse non avrebbe dovuto cercare di scoprire così tante cose. Afferrò il diario e prese a leggerlo con foga. Non sapeva cosa stava veramente cercando, ma aveva bisogno di risposte, e non riusciva ad aspettare che il cacciatore ritornasse. Si interrompeva solo per mangiare i biscotti abbandonati sul letto, e ad un tratto trovò quello di cui aveva bisogno.

'Oggi, dopo qualche anno, ho finalmente trovato degli indizi sulla sua famiglia. È cresciuto molto da quando l'ho preso sotto le mie ali protettive. Si comporta come un umano: è in grado di parlare e cammina su due zampe. È diventato un ottimo cacciatore, il pupillo ideale di ogni maestro. Continua a dirmi che vuole sapere di più sulla sua vera famiglia, e dice anche di volerla andare ad incontrare. Credo sia giunto il momento, grazie agli indizi ricavati posso aiutarlo a realizzare quello che è il nostro obiettivo comune.'

La lettura di Rya venne interrotta da una voce maschile.

«Che stai facendo?» udì.

Rya si voltò impietrita e il sangue le si gelò nelle vene. La figura del cacciatore si ergeva minacciosa accanto a lei. Era sporco di sangue e fango e due grosse bestie lo piegavano sotto al loro peso. Era troppo concentrata che si era dimenticata di quanto veloce il tempo fosse passato. Notò che gli occhi del leone passarono da lei all'altra stanza.

«Capisco, hai visto la mia collezione.» disse sospirando.

Quando Rya si alzò, un'espressione triste e stanca si dipinse sul volto del cacciatore. La ragazza andò verso di lui senza dire nulla. Aveva ancora il diario in mano, e gli mostrò la pagina che stava leggendo. La lesse anche lui e si sedette sul letto insieme a lei. Gli afferrò una zampa e lo guardò profondamente negli occhi.

Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora