Capitolo V: Intreccio delle trame

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Rya si risvegliò intorpidita e schiuse gli occhi lentamente tentando di abituarsi alla prepotente luce che entrava dalla finestra e anche dalla porta, la quale era stranamente aperta. Nonostante fosse estate, la ragazza era avvolta dalle coperte fino ai fianchi e il leone non era accanto a lei, per questo si era svegliata, ma del resto lui si alzava sempre prima di lei. Si alzò guardandosi intorno e si diresse nella stanza dei trofei. Il cacciatore era seduto al grande tavolo e le stava dando le spalle. Apparentemente lui non si era accorto della sua presenza, forse era troppo immerso nel suo lavoro oppure stava semplicemente aspettando che fosse lei a parlare.

«Buongiorno!» disse Rya sbadigliando e andandogli incontro. Il leone la salutò con un cenno della testa, e la ragazza cercò di sporsi in modo da poter vedere cosa stava facendo, ma la grossa schiena unita alle braccia le impedivano di vedere

«Che stai facendo?» chiese la ragazza.

«Sto preparando un paio di cose per la nostra passeggiata...» rispose lui.

«Vuoi una mano?»

«No, no, ce la faccio anche da solo.» disse brevemente. Era come se le stesse nascondendo qualcosa.

"Si sta comportando in modo molto strano, ieri non era così... cosa gli sta succedendo?"

Provò a guardare di nuovo, ma appena lui la notò nascose il tutto con le zampe.

«Mi spiace, ma quello che sto facendo non ti riguarda.» dichiarò.

Rya sbuffò e andò a sedersi al piccolo tavolo nella stanza da letto. Il leone, terminato il lavoro, si alzò.

«Ora preparerò da mangiare e poi ce ne andremo, perdonami per l'attesa.» disse.

Rya lo guardò annuendo, e nel mentre si massaggiò la caviglia.

"Ora è guarita anche se non del tutto, e oggi mi porterà al villaggio più vicino, ma stranamente non voglio che ciò accada. Forse è triste perché me ne devo andare, e in qualche modo questa situazione sta rendendo triste anche me, mi chiedo se un giorno avrò la possibilità di incontrarlo di nuovo."

Rya sospirò. Non voleva accettare la realtà, era crudele e la spaventava. Il cacciatore riapparve poco dopo e la riportò con i piedi per terra. Mise il piatto davanti a lei, si sedette e iniziarono a mangiare silenziosamente. Un silenzio ostentato che Rya detestava. Nonostante non le piacesse quella situazione, ella non proferì parola. Era come se fosse diventata muta, sapeva che parlando non avrebbe risolto nulla, perciò decise di attendere che il fato compiesse il suo corso. La colazione procedette boriosamente e a lungo, il silenzio colmato solo dal masticare dei due, i quali non si rivolgevano nemmeno uno sguardo. Era la seconda volta che mangiava davanti a lui e notò che lo spostarsi dal letto al tavolo non aveva cambiato proprio nulla.

«Sarà una lunga camminata?» chiese Rya cercando di rompere il ghiaccio. Il leone le rispose scuotendo la testa. La ragazza era furiosa per quel suo comportamento da idiota, che gli era preso?

«Se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo.» disse seria.

«Va tutto bene, tranquilla.»

Rya sospirò e finì il cibo. Quando anche lui terminò, presero l'occorrente per il viaggio e uscirono insieme di casa. Rya avrebbe voluto correre in giro, guardare più da vicino gli animali, ma invece si sforzò di restare dietro a lui come se fosse la sua ombra. In fondo la stava guidando, era meglio seguirlo invece che perdersi. Quando si guardò intorno cercando altre creature, si rese conto che non ce n'erano. Sembrava che loro due fossero le uniche forme di vita in quella zona della foresta e nemmeno le pericolose trappole non erano disseminate per tutto il terreno, non poteva immaginare che un sentiero tanto sicuro esistesse nonostante fosse circondato dal bosco insidioso. Continuarono a camminare finché non giunsero davanti al grande lago. Era lo stesso in cui andava a farsi il bagno, e per la prima volta notò che al centro sorgeva una piccola isola piena di alberi lussureggianti. Corse verso la riva per specchiarsi grazie all'acqua limpida e notò che tutte le sventure si erano abbattute prepotentemente sul suo aspetto. I suoi capelli erano un disastro e i suoi vestiti erano sporchi. Cercò di sistemarsi, ma quando si rialzò il cacciatore era scomparso. Si guardò intorno e lo vide a qualche passo da lei. Stava preparando una piccola barca decadente, il legno era quasi marcio, non era un mezzo molto sicuro, ma a quanto pare non avevano altra scelta. Salì reggendo un grosso bastone e porse una zampa alla ragazza, la quale la afferrò e montò sopra. La barchetta tremò paurosamente, ma quando il leone cominciò a remare, essa riacquistò l'equilibro e avanzò lentamente e tranquillamente, producendo onde che si infrangevano nella chiglia. Era così rilassante, cullata dal rumore delle onde Rya rischiò quasi di addormentarsi.

Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora