Capitolo XII: La figlia della terra

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La mattina seguente Seana risvegliò Ren chiamandolo dalla porta.

«È tempo di alzarsi, forza! Dobbiamo procedere con il viaggio» disse.

Ren si alzò con uno sbadiglio e uscì dalla stanza. Seana e Rya erano vicine al timone e stavano preparando l'equipaggiamento.

«Breeza sta riposando, ha detto che si sente ancora troppo debole per comandare la nave, quindi lo farò io.» annunciò Seana ai due.

Ren sfoderò il pugnale e iniziò ad affilare la lama per prepararsi ad eventuali assalti e mentre la cacciatrice avviava il mezzo strappando gli arpioni dalla sabbia, il leone provò un'altra terribile sensazione. Sentiva la terra vibrare, l'aria fremere, come se un terremoto si stesse avvicinando a loro sempre più velocemente. Seana fu l'unica a non accorgersene poiché i sensi sviluppati della volpe e del leone permisero loro di captare le onde più in fretta dell'umana. Rya tese le orecchie insieme a Ren, guardando preoccupata l'orizzonte.

«Seana...» iniziò Ren mettendosi in guardia. «C'è qualcosa che si sta avvicinando a noi molto in fretta, vero Rya?»

Seana rivolse uno sguardo confuso ai due.

«Sì... è come se ci fosse un terremoto ma meno naturale... non saprei come spiegarlo.» rispose lei annuendo.

«Be', siamo in un deserto, è normale che avvengano fenomeni naturali simili. Non capisco il motivo di tutta questa preoccupazione.»

Seana fece per girarsi, ma Ren e Rya le urlarono all'unisono di spostare la nave il più velocemente possibile. La cacciatrice continuò a fissarli incerta e non fu rapida abbastanza a schivare l'enorme onda di rocce che investì la nave distruggendone il fianco sinistro. La squadra venne catapultata dall'altra parte. Era come se il mare avesse ceduto il posto alle rocce, che ora stavano reclamando il loro territorio. Ren tentò di vedere la fonte di quell'attacco, ma tra la polvere e l'intontimento non riuscì a comprenderne la causa. Improvvisamente, le pietre arrestarono la loro avanzata.

«Ma che diamine è successo?» chiese Seana ancora intontita.

«Non ne ho idea...» rispose Rya.

Ad un tratto la navicella iniziò a tremare e prese a roteare su sé stessa. Seana realizzò immediatamente cosa stava succedendo: stavano precipitando. La nave perse quota velocemente e raggiunse il suolo in un istante, ma qualcosa frenò la sua caduta prima che si schiantasse. Un'immensa montagna di roccia creata dal nulla stava sostenendo il velivolo. Il gruppo guardò di sotto e rimasero tutti sbalorditi. Ai piedi del masso che li reggeva era seduta una piccola figura dall'aspetto umano che muoveva la mano destra in segno di saluto. Ren riafferrò fulmineo il pugnale e fece per lanciarsi di sotto, ma Seana lo bloccò e gli spifferò nell'orecchio.

«Non so chi o che cosa sia, ma ci ha salvato la vita. Proviamo a parlarci.» disse sporgendosi dal parapetto e squadrando la giovane.

«Ehi voi! Tutto bene?» chiese la sconosciuta.

La sua voce era chiara e innocente come quella di una ragazzina. Seana prese la parola.

«Chi sei? Hai cattive intenzioni?» iniziò lei.

«Per niente! Mi chiamo Maila e sto andando a D'vara. Ho notato di aver distrutto il vostro mezzo, mi spiace! Non era quello che avevo in mente di fare, non vi avevo proprio visti. Se state andando a D'vara anche voi potrei darvi un passaggio!» rispose Maila sorridendo.

Con uno schiocco di dita, il montagnone si sgretolò e trasportò dolcemente la nave a terra. Seana scese per prima andando incontro alla ragazza.

Gli eroi di Gritan - La catastrofe di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora