Capitolo 2

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Angel si risvegliò sul pavimento gelido.
Si alzó con i brividi e si ritrovò in mezzo ad una specie di arena, che ricordava molto un colosseo.
Si sentiva debole e percepiva di nuovo quella strana sensazione di prurito sul retro del collo.
Si guardò intorno spaventata e si accorse della presenza di alcuni ragazzi seduti sugli ''spalti''.
Tra di essi c'era Kyle a cui Angel rivolse uno sguardo interrogatorio.
Lui fece finta di non vederla e si girò dall'altro lato a parlare con una ragazza.
Era bionda ed i lunghi capelli boccolosi le ricadevano perfettamente sulle spalle.
Sembravano in confidenza, la ragazza appoggiò la mano sulla gamba di Kyle e Angel si voltò scuotendo la testa.
Prese un bel respiro cercando di ragionare a mente fredda e si ricordò di ciò che le disse Kyle.
La prova.
Ad un tratto le pareti si oscurarono.
Non si era accorta che ci fosse un vetro.
Doveva essere una simulazione.
Si ritrovò in una foresta, sembrava tutto così reale, ogni minimo dettaglio, per fino il vento che le scompigliava i capelli.
Fece molti respiri profondi ed un'odore forte di corteccia bagnata le salì su per il naso.
Fece una smorfia e poi scosse la testa.
"Calmati, è solo una simulazione." pensò.
Una voce interruppe i suoi pensieri.

''Salve, sono Mrs. Hollister e questa è una simulazione durante la quale dovrei essere in grado di dimostrare i tuoi poteri. L'unica regola è sopravvivere. Buona fortuna."

Il sangue le si raggelò nelle vene, si rischiava veramente la vita?
Il livello del terreno sottostante a lei si stava alzando in modo incontrollato.
La terra si stava spezzando pian piano provocando una nube di polvere irrespirabile.
La sua unica via di scampo era di buttarsi in acqua ma una delle sue più grandi paure era quella di affogare.
L'altezza del terreno le permise di arrivare ad un albero, così, senza pensarci due volte, si buttò sul ramo e ci salì.
Esso però si smaterializzò e così lei cadde in acqua.
Urlò il più forte possibile,chiuse gli occhi e si ritrovò distesa sull'erba.
Si portò una mano al petto sollevata,poiché inconsciamente pensava che fosse finita.
Si rialzò lentamente e notò una bambina che stava facendo volare un aquilone arancione con le strisce gialle.
I capelli rossi erano acconciati in delle trecce ed un sorriso si fece spazio sul suo volto.
Osservò la bambina giocare e divertirsi senza badare al senso di quello che stava accadendo.
Si era creata un'atmosfera di pace,di tranquillità.
Ma improvvisamente il cielo si oscurò e diventò rosso come il sangue.
Sentì delle voci nella testa dirle che la bambina sarebbe morta.
Le voci diventarono urla e lei si piegò a terra dolorante cercando di coprirsi le orecchie.
Alzò lo sguardo e vide la bambina fissarla mentre il suo aquilone cadde a terra.
Aveva la maglia sporca di sangue e le lacrime le rigavano il volto.
<Aiuto.> sussurrò e spostò lo sguardo verso un uomo armato.
Le voci avevano ragione,non stava perdendo del tutto la ragione.
Si alzò senza badare alle orecchie ormai sanguinanti e corse verso la bambina per proteggerla.
La prese e la nascose dietro di se,sentiva il cuore in gola.
L'uomo sparò e non sapendo cosa fare mise avanti le mani e dal nulla si creò una forte luce bianca che riuscì a non far passare il proiettile.
<Che succede?> sussurrò con le lacrime agli occhi spaventata, quasi stupita da ciò che aveva fatto.
Si voltò verso la bambina tremando e lei le disse di chiudere gli occhi.
Li chiuse fidandosi e quando li riaprì si ritrovò nuovamente nell'arena sotto gli occhi di tutti.
Non aveva più forze ormai.
Le porte si spalancarono e Kyle corse verso Angel prendendole la faccia per cercare di asciugare il sangue.
Le sue gambe cedettero e cadde a terra.
<Andrà tutto bene, tranquilla.> la rassicurò Kyle controllandole il battito cardiaco che batteva in modo eccessivamente veloce.
<L'ho salvata.> mormorò e lui annuì mostrandole un sorriso amichevole.
Kyle venne spinto via e prese il suo posto un ragazzo che però non riuscì a mettere bene a fuoco.
Le prese il viso e poi si girò verso di Kyle.
<Ci penso io.> gli disse.
La prese in braccio e Angel finalmente si lasciò andare svenendo.
***
Più tardi si risvegliò nell'infermeria e si alzò tenendosi la testa dolorante.
<Ti sei svegliata.> esclamò un ragazzo castano scuro,quasi tendente al nero.
Il viso era allungato ed il mento lungo.
Aveva un naso lungo e sottile dalle narici strette.
Gli occhi erano piccoli e di un colore verde ambrato.
Le ciglia erano abbastanza folte e mettevano in risalto la forma allungata degli occhi.
Lui la fissò stranito incrociando le braccia al petto e alzandosi dalla sedia.
Lei scosse la testa e strinse le spalle quando vide la sua statura.
<Lo sapevo che tu avresti portato solo problemi.> disse il ragazzo da un momento all'altro.
<Come scusa?> esclamò la ragazza mettendosi a sedere con fatica.
<Avevano detto che dopo la ragazza, Ashley, non sarebbe arrivato più nessuno.> disse <Avevo detto alla McCartney che era uno sbaglio prenderti con noi.>
<Prima cosa sono arrivata prima di lei...>
<Sarebbe arrivata prima lei ma ci ha dato un po' di problemi, sembrava una pazza.> disse con tono piatto interrompendola, come se le sue parole non avessero alcun peso per lui.
<E seconda cosa, non ho scelto io di venire qui visto che stando a quanto mi è stato detto mi avete trovato svenuta in mezzo alla strada.> disse alzando un sopracciglio.
<Hai ragione.> disse <Come io avevo ragione a dire che avresti portato problemi.>
"Che ragazzo sgarbato" pensò.
<Non mi conosci neanche.> esclamò cercando di difendersi con le uniche forze che l'erano rimaste.
<Perché tu ti conosci? Ti ricordi chi sei?> disse spiazzandola.
Angel rimase in silenzio mentre fissava il ragazzo prendere una bottiglietta d'acqua dal tavolo.
<Prendi.> disse porgendogliela.
<No, grazie.>
Angel incrociò le braccia e sul suo volto apparve un espressione confusa.
Quel ragazzo le sembrava un po' lunatico.
<Come vuoi.> disse alzando le spalle <Pensavo avessi bisogno di bere un po' visto che sei praticamente svenuta tra le mie braccia.>
<Se non mi avessi tolto dalle braccia di Kyle...>
Angel si bloccò quando si rese conto di quello che aveva appena detto.
<Quindi sarà Kyle lo sfortunato.> disse.
<Lo sfortunato sarai tu.> esclamò Angel innervosita.
<Che dichiarazione, non me la aspettavo.> disse.
Un sorriso sornione si stampò sul suo viso e si passò la mano tra i capelli.
<Sei davvero insopportabile.> esclamò la ragazza esterrefatta dalla sfacciataggine del ragazzo di fronte a lei.
Lui si avvicinò a pochi passi dal suo volto e la guardò negli occhi.
<E tu sei una rossa davvero troppo chiacchierona.> esclamò lanciandole un'occhiataccia.
Angel si alzò innervosita e perse l'equilibrio cadendo a terra.
Kyle entrò nella stanza e scoppiò a ridere mentre il ragazzo, ancora con lo sguardo corrucciato, senza dire nulla l'aiutò a rialzarsi facendola risedere.
<Kyle lo sai che la situazione è seria.> disse senza alzare lo sguardo da Angel.
<Lo so bene, Kurt.> disse avvicinandosi a loro.
<Stai bene?> le chiese Kyle mentre Kurt la teneva stretta a se per evitare che cadesse.
<No, non sto bene.> esclamò Angel <Questo idiota mi sta facendo alterare.>
Kurt lasciò la presa su di lei e si allontanò leggermente schiarendosi la voce.
<Kurt, menomale che era una cosa seria.> esclamò Kyle prendendo il posto del ragazzo che alzò le spalle.
<È una cosa seria ma lei non lo è.> disse <È una bambina. Si sta comportando peggio di Ashley.>
Kyle sorrise al sentir pronunciare quel nome ma scosse subito la testa, era lì per Angel e non sapeva neppure il perché.
In fondo non la conosceva ed Ashley era più il suo tipo.
Era la classica bionda dalle gambe lunghe che solitamente gli faceva perdere la testa.
Ma sta volta era rimasto fulminato dalla bellezza così particolare di Angel.
Dai suoi occhi verdi così luminosi e pieni di energia e dai suoi capelli rossi che avrebbe riconosciuto ovunque.
<Io sarei la bambina?> esclamò Angel spalancando la bocca.
<Lo sapevo che tu avresti portato solo problemi.> disse in seguito facendogli il verso.
<Senti a nessuno era mai successo quello che è accaduto a te.> esclamò Kurt <Ora hanno tutti paura che possa succedere anche a loro e hanno paura di te.>
Angel si irrigidì e strinse le spalle.
Era appena arrivata ed era già stata identificata come la "strana", la ragazza di cui tutti avevano il terrore.
<Kurt, cazzo.> sbraitò Kyle alzandosi.
<Cosa?> esclamò incrociando le braccia al petto mentre sul suo volto si fece spazio una smorfia orgogliosa.
<Avresti potuto avere un minimo di tatto.> disse Kyle.
<Non importa.> disse Angel alzandosi <Ora se mi scusate tornerei in camera mia.>
Angel uscì dalla stanza prima che Kurt potesse scusarsi.
Angel aveva scatenato qualcosa dentro di lui.
Anche Kurt si era risvegliato senza ricordarsi nulla del suo passato ma gli sembrava di conoscerla.
Appena vide la foto di Angel sulla richiesta di inserimento, si innescò in lui quest'odio profondo nei suoi confronti.
Sapeva di non conoscerla per poterla giudicare ma c'era qualcosa in lei, qualcosa di familiare e ciò lo spaventava.
Kyle la seguì e l'affiancò.
<Non prendertela.> disse <È solo nervoso, essendo il figlio della Hollister ha un grande peso sulle spalle e questa faccenda non è facile da risolvere.>
<Chi è la Hollister?> chiese incuriosita.
<È la donna che sta a capo di questa organizzazione.> disse <Sai anche Kurt si è svegliato senza ricordi, come tutti, e lei afferma che lui sia suo figlio. Gli hanno detto che è stato in coma per un anno e che ha subito un trauma cerebrale che gli ha provocato l'amnesia.>
<Kyle, non pensi che ci stiano nascondendo qualcosa?> chiese Angel cogliendolo alla sprovvista.
La reazione di Kurt aveva scatenato in lei molti dubbi.
<La Hollister è come una madre per me, non ci farebbe mai del male.>
<Ma io voglio capire perché siamo qui, non ha alcun senso tutto questo.> disse.
Si fermarono di fronte alla porta della stanza di Angel.
<Tutto ha un senso, Angel. Tutto accade per una ragione.> disse il ragazzo sorridendole <Il nostro destino era quello di venire qui. Mi hanno aiutato con i miei poteri e non mi hanno dato alcun motivo per non fidarmi.>
<Si ma...>
<Non farti troppe domande.> esclamò il ragazzo prima di voltarsi ed entrare nella stanza esattamente di fronte alle sua.

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