Percepiva una brezza leggera sul collo che le fece venire la pelle d'oca.
<Angel.> disse una voce in un sussurro.
Si voltò ma non c'era nessuno.
Si trovava in una foresta, era buio e faceva freddo.
<Angel.>
Sentì nuovamente quella voce ma sta volta più forte.
Si voltò nuovamente, ora si trovava in una strada.
Al fondo c'era solamente una casa,era l'unica fonte di luce.
Corse verso di essa, iniziò a percepire un odore terribile.
E più si avvicinava,più era forte.
Si bloccò davanti alla porta, poi si decise ad entrare, aveva i brividi.
La porta cigolò e l'odore che c'era nella casa le fece venire la nausea.
Era un odore acre che si mescolava perfettamente a quello del legno.
<C'è qualcuno?> disse.
Riuscì a sentire soltanto un gemito.
Entrò nella stanza a sinistra e vide una donna immersa in una pozza di sangue.
Si precipitò verso di lei e si inginocchiò.
<Che è successo?> chiese in preda al panico, le sue mani incominciarono a tremare.
<Devi andartene, Angel.> disse la donna.
Aveva i capelli ramati, ormai sporchi di sangue, e gli occhi, seppure spenti, erano azzurri.
<Cosa? Non posso lasciarla qui.> disse <Chiamo un'ambulanza.>
<È tardi,ti hanno trovata.> disse la donna prima di chiudere gli occhi.
<Signora.> esclamò <Resti con me.>
Premette le mani sulla ferita ma non servì a nulla, era morta.
Angel si risvegliò di scatto.
Le sembrava di sentire le mani zuppe di sangue e la pelle gelida della donna.
Erano passate ormai settimane da quando aveva scoperto il vero motivo per cui si trovava lì.
Si mise a sedere, avvicinò le ginocchia al petto e si prese la testa fra le mani.
Si chiese chi fosse quella donna e se avesse qualche legame con lei.
Ashley entrò nella stanza di corsa tenendosi l'asciugamano il più stretto possibile al petto.
<Che è successo?> le chiese <Stai bene? Ti ho sentita urlare.>
<Si sto bene.> disse <Ho urlato?>
<Si.>
<E come hai fatto a sentirlo dal bagno?> chiese stranita.
<Beh, credo che l'abbiano sentito tutti.> disse grattandosi la nuca <Indipendentemente da dove si trovassero.>
<Ho urlato davvero così forte?> esclamò stupefatta.
<Penso che perfino un sordo avrebbe potuto sentirti.> scherzò sebbene fosse visibilmente preoccupata.
Angel rise, poi scosse la testa, doveva prepararsi.
Si alzò dal letto, prese l'asciugamano e il bagnoschiuma, uscì dalla stanza e attraversò il corridoio verso il bagno sotto gli occhi di tutti.
<Non c'è niente da vedere.> disse Kyle mentre stava rientrando nella sua stanza.
Tutti si dileguarono ed Angel approfittò del momento per correre in bagno.
Dopo essersi lavata ritornò nella stanza, si vestì e prima di riuscire per andare a fare colazione si guardò allo specchio.
<Sembro uno zombie.> disse fra sé e sé passando con le dita il contorno delle occhiaie violacee.
Sospirò poi si diresse nella mensa al piano terra.
Entrò e cercando di mantenere un profilo basso si mise in coda per prendere la colazione.
Prese una tazza di latte e caffè e un muffin al cioccolato.
Si diresse verso di Ashley e si sedette accanto a lei.
<Continuano a fissarmi.> disse sbuffando dopo aver appoggiato il vassoio.
Angel si chiese cosa ci fosse di così strano in lei.
Perché aveva un potere del genere?
Perché doveva essere temuta da tutti per un fardello che non aveva neppure scelto?
Si sentiva la ragazza strana sebbene in quel posto lo fossero tutti.
<Ho notato.> disse Ashley guardandosi intorno a disagio.
Anche Kyle, seguito da Kurt, le raggiunse.
<Buongiorno.> esclamò Kyle con un sorriso a trentadue denti.
<Buongiorno.> risposero in coro le due ragazze.
Angel volse lo sguardo verso Kurt, le sembrava strano che non avesse ancora detto nulla.
Il ragazzo sembrava particolarmente stanco quella mattina, probabilmente aveva dormito poco.
Kurt alzò lo sguardo verso di lei e strinse gli occhi in due fessure, lei distolse lo sguardo ritornando a bere il suo latte e caffè.
<Come state?> chiese Ashley mentre tentava di aprire uno yogurt alla pesca.
<Diciamo che il risveglio non è stato uno dei migliori.> esclamò Kurt senza distogliere lo sguardo da Angel, a cui andò il latte di traverso.
Iniziò a tossire attirando ancora di più l'attenzione su di se.
<Stai bene?> le chiese Kyle, lei annuì portandosi la mano sul petto.
<Mi sembrava strano che tu non avessi detto ancora nulla.> esclamò Angel rivolgendosi a Kurt.
<Aspettavo il momento giusto.> disse scrollando le spalle con un ghigno sul viso.
Odiava quell'espressione di superiorità sul suo volto.
Se avesse potuto gliela avrebbe strappata via dalla faccia.
<Certo che sei proprio insopportabile.>
<Oh no, mi dispiace. Come posso rimediare?> disse Kurt facendo una smorfia di finto dispiacere.
<Sei davvero esasperante Kurt.>
<E tu riesci a rompere le palle da appena sveglia rovinando il sonno a tutti.>
<Ho fatto un incubo e poi non dare la colpa a me di quelle occhiaie terribili che ti ritrovi.>
<Non ho le occhiaie.>
<Oh eccome se le hai!>
<Smettila di blaterare, sei pesante.>
<Io? Ma se a te non va mai bene nulla?>
Kurt rise quasi amaramente per quello che disse Angel.
<Ti ho difesa da Ethan e ti sei incazzata.>
<Perché la violenza non è la soluzione.>
<E qual era la soluzione, sapientona? Qual era?> disse alzandosi in piedi e sbattendo le mani sul tavolo <Visto che tu sai sempre tutto.>
Kyle lo fece risedere.
<Ora basta ragazzi, dovete piantarla di litigare.> esclamò Kyle.
<Già, non si può mai stare tranquilli.> concordò Ashley bevendo un sorso di latte.
Angel e Kurt si lanciarono uno sguardo di fuoco, poi ritornarono a mangiare in silenzio.
Quel ragazzo riusciva a tenerle testa e questa cosa la faceva andare su tutte le furie.
Non riusciva a trattenersi, non poteva fare a meno di rispondergli male.
Sapeva di conoscerlo, ma non riusciva a ricordarsi di lui.
Magari erano amici nella loro vita passata, o forse si odiavano e avrebbero continuato a farlo anche ora.
L'unica cosa sicura era che Kurt fosse diventato un punto interrogativo della sua vita.
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MONSTER - L'inizio
FantasíaPRIMO LIBRO DELLA SAGA "MONSTER" Angel,una ragazza dal passato ignoto,si risveglia in una struttura in cui sono presenti dei ragazzi proprio come lei. Ragazzi dotati di poteri speciali. Ma sopratutto ragazzi che sono stati privati dei propri ricordi...