Capitolo 13

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Angel continuava a rigirarsi nel letto,aveva il presentimento che sarebbe successo qualcosa di terribile molto presto.
Salvalo.
Perché l'hai fatto?
È tutta colpa tua.
Le solite voci le stavano perforando la mente.
Si coprì le orecchie con il cuscino come se potesse attutire le urla.
Avrebbe dovuto urlare per liberarsene ma tenne tutto dentro e presto le sue braccia divennero di un colore violaceo.
La porta della stanza si aprì cigolando ed Angel rimase immobile.
Qualcuno le picchiettò la spalle e lei si girò lentamente.
<Che ci fai qui, Kyle?> esclamò sobbalzando per lo stupore.
Probabilmente la ragazza aveva gli occhi rossi e delle occhiaie molto marcate.
<Oggi è il giorno.> disse <Dobbiamo sbrigarci però.>
Si alzò lentamente dal letto cercando di non svegliare Ashley.
Si infilò le scarpe da ginnastica velocemente ed uscì dalla porta richiudendola.
<Ci sono.> disse ai due ragazzi una volta raggiunta la fine del corridoio.
Kurt le rivolse un rapido sguardo soffermandosi sulle sue braccia poi proseguì senza considerarla minimamente e lei lo seguì silenziosamente.
Raggiunsero l'ufficio della Hollister e Kurt sfilò un mazzo di chiavi dalla tasca posteriore dei jeans neri.
Il rumore tintinnante riecheggiò per il corridoio ed il cuore di Angel iniziò a battere più velocemente di prima.
Quando la porta si aprì entrarono e richiusero la porta alle loro spalle con delicatezza.
Alle narici di Angel arrivò un forte odore di legno, sembrava familiare.
<Quindi?> chiese la ragazza in preda all'ansia.
<Cerca ovunque, ogni singolo dettaglio potrebbe essere importante.> disse Kyle.
Angel non se lo fece ripetere due volte, iniziò a frugare in tutti i cassetti presenti nella scrivania, poi si spostò verso la libreria aprendo ogni singolo libro nel caso ci fosse qualcosa all'interno.
Continuava a ripetere nella sua mente che ogni singolo dettaglio avrebbe potuto fare la differenza.
Il suo occhi cadde su un quadro appeso esattamente sopra la scrivania.
Il dipinto rappresentava una ragazza che portava una collana argentata con una rosa incisa sul ciondolo.
Angel corrucciò lo sguardo quando notò che l'angolo destro in basso del quadro era leggermente sollevato.
Alzò leggermente la tela che rivelò un pulsante dorato.
Lo schiacciò senza pensare ed un varco si aprì nella parete.
Kurt e Kyle si voltarono verso di lei e si affrettarono a sporgersi per vedere dove portasse quel passaggio.
<Scendiamo?> disse la ragazza insicura.
Kurt scese di corsa le scale senza aspettarli.
<Tranquilla andrà tutto bene.> la rassicurò Kyle vedendola intimorita.
Il ragazzo intrecciò la mano con la sua e scesero lentamente le scale.
Arrivati al fondo il varco si richiuse di colpo facendoli sobbalzare.
Si ritrovarono in una stanza con le pareti di metallo, doveva essere insonorizzata.
C'erano due lettini al fondo, uno macchiato da una sostanza simile al sangue, con degli strani apparecchi attorno.
Subito a destra c'erano gli archivi, erano davvero numerosi.
Per trovare le loro cartelle ci avrebbero messo molto tempo.
A sinistra c'erano dei computer e numerose scartoffie sulle scrivanie.
La luce era accecante,tendente ad un colore bluastro.
<Questo posto è più freddo di Kurt.> disse la ragazza senza badare a ciò che aveva appena detto.
Kurt si voltò verso di lei con uno sguardo di fuoco e lei abbassò lo sguardo.
<Intendevo dire che fa venire i brividi.> si corresse la ragazza cercando di rimediare a quello che aveva detto.
<Quindi mi stai dicendo che faccio paura?> esclamò il ragazzo intento a sfogliare dei fogli su una delle scrivanie.
<Cosa? No.>disse scuotendo la testa.
<Non è il momento di discutere adesso.> si intromise Kyle.
Il ragazzo si diresse al fondo della stanza verso i lettini.
Si irrigidì e volse lo sguardo verso Angel che stava cercando di aprire gli archivi.
<Ci sono delle macchie di sangue qui sopra.>
<Magari ci portano i pazienti più gravi.> disse Kurt raggiungendolo <Non sembra vecchio, sono macchie recenti.>
<Magari quando ci hanno trovato eravamo in brutte condizioni e ci hanno guarito qui sotto.> disse Angel cercando di trovare una giustificazione per tutto quello.
I due ragazzi rimasero in silenzio, Angel puntò lo sguardo sulle mani di Kurt che stavano tremando.
Stava fremendo da una voglia in improvvisa di prendergliele, stringerlo a sé e dirgli che sarebbe andato tutto bene ma rimase in disparte allontanandosi lentamente dai due.
Kyle poggiò la mano destra sulla spalla dell'amico.
<E se fosse qui che l'hanno lasciata morire?> esclamò il ragazzo <L'hanno uccisa loro.>
<Kurt.> disse la ragazza quasi in un sussurrò, il ragazzo tirò un pugno sulla parete ferendosi gravemente la mano.
Sembrava diventata un'abitudine ferirsi da solo, ma Angel sapeva che lo faceva per smorzare la rabbia che aveva in corpo.
Sapeva che per lui l'unica soluzione era quella.
Angel si diresse velocemente verso di lui e gli prese la mano osservando la ferita.
<Apri quella cassetta.> ordinò a Kyle <Penso ci sia materiale medico.>
Kyle l'apri ed al suo interno trovò delle garze, un disinfettante, delle forbici e un mazzo di chiavi.
Porse il contenuto alla ragazza tenendo però le chiavi per sé.
Mentre Angel fasciava la mano di Kurt, il ragazzo si avviò verso gli archivi aprendoli proprio con il mazzo di chiavi che aveva trovato.
Era pieno di cartelle poste in ordine alfabetico.
Riconobbe tra i nomi alcuni dei ragazzi che non ce l'avevano fatta, compresa Emily.
I brividi gli percorsero la schiena, se Kurt avesse visto quella cartella avrebbe mandato tutto all'aria.
Cercò velocemente le loro cartelle personali e le tirò fuori richiudendo poi l'archivio.
Le consegnò poi a loro ed ognuno si sedette per conto suo per leggere le schede.
Kyle aprì la sua cartella senza badare agli altri.
C'era la sua foto nella prima pagina con una descrizione al di sotto.
Kyle Davis
Occhi : castano chiaro
Capelli : castani
Altezza : 1,78 m
Segni particolari : voglia sulla spalla destra
Scoprire il suo cognome fu più di quanto pretendesse di riuscire a scoprire.
Voltò la pagina che sta volta elencava tutti i suoi poteri.
Poteri rilevati : invisibilità, telecinesi e controllo dei feromoni altrui.
Continuava a leggere cose note,cose che già sapeva.
Girò nuovamente la faccia e si ritrovò davanti un albero genealogico della sua famiglia.
I suoi genitori si chiamavano Colton Davis e Kate Pierce.
Suo padre sembrava un uomo in gamba, un uomo che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno.
Portava una leggera barba ed aveva un neo sul lato della bocca proprio come il suo che lo distingueva.
Sua madre portava i capelli raccolti nella foto, erano biondo cenere mentre i suoi occhi erano castano chiaro.
Affianco alla sua foto c'era quella di una ragazzina bionda che portava i capelli ricadenti sulla spalla.
Si chiamava Leni, nella foto aveva 16 anni.
Voltò nuovamente la pagina ma si trovò davanti un foglio bianco.
Lanciò la cartella contro il muro e si prese la testa fra le mani.
Perché gli avevano fatto tutto quello?
Perché gli avevano portato via la sua famiglia?
Cosa aveva fatto di male?

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