Accarezzai la mia pancia. Ormai ero diventata una mongolfiera.
Mi voltai verso il mio ragazzo, concentrato sulla strada per arrivare al punto di incontro per la grande sfida, sorrisi.
"Se continuerai a guardarmi così, mi consumerai" e un sorriso smagliante si fece largo sul suo volto "a cosa pensi?" Domandò continuando a guardare alla strada.
"Al fatto che sono molto fortunata ad avere te e il nostro bambino" Risposi sorridente, ero davvero felice di costruire una famiglia con lui, la persona che amavo di più al mondo, ma poi mi ricordai dove stessimo andando e il sorriso scomparì "e anche al fatto che devi stare attento a questa gara. Non è come le altre. C'è in gioco tutto. Sia la nostra gang, che noi. Se vincerà Marcus, ti ucciderà e prenderà il tuo posto, lo sai vero?"
"Non ti devi preoccupare di questo, piccola. Non mi farò mai sconfiggere da lui" rispose appoggiando la mano sulla mia gamba, si voltò verso di me dato che il semaforo era rosso e mi diede un lungo bacio sulle labbra "non ti devi preoccupare di nulla nelle tue condizioni, stai serena"
"Ci proverò" risposi.
La macchina ripartì appena il semaforo tornò verde. La sua mano continuava ad essere appoggiata sulla mia gamba, e questo mi tranquillizzava. Beh, diciamo così, il fatto che potrebbe perdere non significherebbe solo perdere la gara... ma anche la vita...
Ci fermammo di fronte ad un palazzo, il palazzo dove abitava la mia migliore amica.
"Perché siamo da Jess?" Domandai voltandomi verso di lui.
"Voglio che tu rimanga qua al sicuro con Jess. Non voglio che tu stia la a guardare mentre gareggio in mezzo a tutti quei ragazzi che potrebbero anche farti del male" disse.
"Ti ricordo che so difendermi" gli risposi.
"Si, questo non ne dubito, ma non penso che sia molto facile dato che sei anche incinta" disse "baby, fallo per me... così sono sicuro che almeno tu e il bambino state bene" disse.
"Okay..." Risposi sospirando, non gliela davo mai vinta così facilmente, ma ora come ora aveva ragione... non devo mettere in pericolo la vita di nostro figlio "odio quando fai quella faccia da cane bastonato" sussurrai mentre uscivo dalla macchina.
Sorrise, e il suo sorriso contagiò anche me. Era la mia droga.
Andammo verso il portone e Brandon suonò al citofono.
Dopo qualche secondo si aprì il portone, entrammo e iniziammo a salire le scale.
"Baby, ce la fai?" Domandò il mio ragazzo dietro di me.
"Si, ce la faccio" risposi.
Ormai ero abituata al fatto che si preoccupasse sempre per me. Da quando abbiamo iniziato a stare insieme è diventato completamente un'altra persona rispetto a quello che era prima: uno che comunque passava da una ragazza all'altra, uno che si ubriacava di continuo, uno che era sempre incazzato con tutti, uno che non sapeva cosa fosse l'amore finché non mi ha incontrato (ha detto testuali parole). E pensare che prima ci insultavamo ventiquattro ore su ventiquattro.
Dopo le infinite scale, perché ovviamente non potevano mettere un cazzo di ascensore in questo palazzo, arrivammo di fronte alla porta della mia migliore amica, che era già socchiusa.
Entrammo e vidi: Jess che probabilmente aveva appena finito di preparare qualche dolce, Bea faceva zapping tra i canali e invece Kristine stava preparando la tavola.
"Oh, è arrivata la mammina" disse Bea venendo ad abbracciarmi.
In pochissimo tempo ero in mezzo ad un abbraccio di gruppo con le mie amiche, ma fummo interrotte dopo qualche minuto dal mio ragazzo.
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The best part of me after him
Literatura Feminina"Credi nel destino?" gli domandai guardando l'orizzonte. Amavo il contrasto che c'era tra il mare e il cielo con sfumature arancioni a causa del tramonto. "No, io penso che le cose che accadono sono solo grazie a noi" rispose, mi voltai verso di l...