La mattina seguente mi ritrovo davanti allo specchio a contemplare il mio riflesso. Mi sono truccata, come ieri sera, ma stavolta ho messo anche gli occhiali da sole. Indosso i miei anfibi con il tacco, la mia giacca di pelle, e sotto i leggins neri con il top che ha i lacci sulla scollatura.
Infilo anche il cappellino nero, e sono pronta per andare.
Scendo in salone e poi vado in cucina.
"Ti ho preparato i pancake." Mi dice Terry.
Non mi siedo, ma ne prendo uno e lo mangio tutto.
"Ti ho comprato questo." Afferra una scatolina dalla mensola e me la porge. Mi ha preso un iPhone 6? Sul serio? Sono qui da meno di un giorno e già mi fa questi regali... L'unico telefono che ho avuto è il vecchio iPhone 4 che è morto purtroppo poco tempo prima di entrare in riformatorio. L'idea di ricomprarne uno nuovo non mi era nemmeno passata in testa.
"C'è anche una nuova sim. Così posso chiamarti quando ne ho bisogno... sai, per saper dove sei."
"A nessuno è mai importato dove mi trovavo." Rispondo guardandola negli occhi.
"Beh, a me si."
"Lo userò dopo. Ora vado a scuola." Già, il primo giorno. E probabilmente sarà anche uno degli ultimi. Non credo che qualcuno si aspetti che arriverò sempre in orario, che frequenterò ogni giorno le lezioni e tutto il resto.
"Posso accompagnarti." Fa per alzarsi.
"Vado da sola." E mi dirigo verso la porta.
Esco, e la richiudo alle mie spalle. Sospiro e mi guardo intorno.
Durante il tragitto da casa scuola è come ieri sera, ragazzi con lo zaino in spalla che bisbigliano tra loro. Alcuni che si leccano le labbra. Decido di "giocare al loro gioco". Comincio a camminare dimenando le anche, in modo sexy, e considerando che il mio sedere non passa inosservato, sento la gente mugugnare. Bene, guardate e piangete.
La smetto di comportarmi da puttana quando arrivo davanti al cancello della scuola. I ragazzi sono seduti sopra le macchine parcheggiate, chiacchierano, fumano, e in mente mi passano le immagini di me e dei miei amici che ci facevamo le canne sotto gli spalti dei campi da football.
Entro dentro l'edificio aprendo le porte, e un gruppo di poliziotti si avvicina a me. So come funziona questa roba. Apro le braccia roteando gli occhi al cielo. Fanno il controllo per vedere se ho armi o roba simile, e poi mi ritirano le sigarette. Quando hanno finito lancio un'occhiata al tavolo su cui sono poste pistole e coltellini confiscati.
Cerco di spremere le meningi per ricordarmi dove si trova la segreteria. Sono quindici minuti in anticipo. Il mio record.
Dopo giri nei corridoi grigi e pieni di gente che si bacia, si abbraccia, o che si saluta con gesti semplici, finalmente arrivo davanti alla porta della segreteria, ed entro. Sono sorpresa di vedere ancora Lucy dietro la scrivania. Mi sorride.
"Deve averti chiamato la signora Thompson per iscrivermi di nuovo in questa scuola." Mi levo gli occhiali da sole.
"Si, certo. La direttrice al momento è occupata, ma è tutto pronto. Se vieni qui ti dò gli orari. Poi magari fai passare tua... voglio dire, la signora Thompson, a firmare alcuni moduli." Stampa un piccolo foglietto. Me lo porge, sopra ci sono scritti tutte le lezioni e gli orari. "Sono contenta di rivederti."
"Si, si..." Sospiro. "C'è altro che devo prendere?"
"No, puoi andare in classe." Sorride malinconica prima di vedermi scomparire.
Sbuffo, e guardo la lezione della prima ora: storia. Magnifico. Ho sempre odiato storia, ma sorprendentemente, quelle poche volte in cui ero a scuola e il professore coglieva l'occasione per interrogarmi, andavo sempre bene.
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A good bad girl
RomanceJade è sicuramente una ragazza che tutte le mamme non vorrebbero far conoscere ai propri figli: sboccata, sfacciata, testarda, pericolosa, spezza cuori e con la fedina penale sporca. Cresciuta in un quartiere malfamato di Detroit, è stata in affidam...