3.

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È ora di pranzo, al primo turno. Quando ci passo avanti ignoro la mensa e vado direttamente ai distributori di merendine. C'è la fila, così decido di aspettare, quando mi sento tirare per un polso.

"Jade!" Jay Jay è in piedi davanti a me, con gli occhi gonfi e rossi, un taglio al labbro, e più alto e anche più muscoloso di quanto ricordavo.

"Ehi." Mi volto verso la fila e lui mi affianca.

"Te la sei spassata?" 

"Eh, certo, sai com'è. È un piacere finire in una prigione per ragazze." Lo guardo male.

"Ti mancava l'erba?" Ammicca.

"Mi sono disintossicata da tutta quella merda, ma ammetto che mi manca essere completamente fatta come te ora."

"Non sono completamente fatto... ho sniffato un po' di trielina, tutto qui." Sorride sghembo.

La coda avanza, e noi con essa.

"Wow, ancora con le solite cazzate, no?"

"Una volta ci stavi dentro anche tu, non dimenticarlo. Senti, ci vediamo tutti nel parcheggio, vieni?"

"D'accordo." Finalmente arriva il mio turno. Infilo l'unico dollaro che ho per comprare una barretta alla frutta, e poi mi volto verso Jay Jay. "Allora?"

"Oh, si, andiamo." Arriviamo fino ai corridoi. La sicurezza non c'è più. Molto probabilmente sono in pausa pranzo. Tanto meglio. Scarto la merendina e comincio a mangiarla. Camminiamo lungo il parcheggio finché non vediamo un gruppo di ragazzi poggiati sul cofano del SUV di Malcolm. Come posso scordarmelo? Con quel coso ci abbiamo fatto chilometri su chilometri, ma ora sembra cambiata la vernice metallizzata. Credo che l'abbia messa a posto. Anzi, ne sono sicura.

"Jade!" Seduti sul cofano di sono: Malcolm, Scarlett, Liam, Matt e due tizi che non conosco. Uno è quello della lezione di storia seduto accanto a me.

"Finalmente sei uscita!" Scende e viene accanto a me poggiandomi una mano sulla spalla. "Senza di te è stata una rottura di coglioni. Devi raccontarci un po' di cose..." Comincia.

"Se mai siete voi quelli che dovete dirmi qualcosa." Trafiggo con lo sguardo i due nuovi ragazzi imbarazzati.

"Oh, loro sono Zach" Indica quello biondo che ho già visto, "e Matt. Lo chiamiamo Matt2" L'altro ha i capelli ricci scuri, con gli occhi marroni. 

Con un gesto agile mi metto accanto a Scarlett, chiedendole di passarmi la sigaretta che ha in mano. Faccio uno, o due tiri, conservando quella che invece è rimasta dietro al mio orecchio per dopo. Gliela restituisco, e butto via il fumo.

"Beh? Parliamo di qualcosa, no? Ci sono in vista feste o roba del genere?" Li sprono. Non sono venuta qui per annoiarmi.

"Si, ci sarebbe una festa, proprio stasera. Da Jade, no?" Liam guarda gli altri.

"Quella Jade di cui mi parlavi?" Dò una leggera gomitata a Scarlett. 

Lei annuisce. 

"Sentiamo, ha invitato solo i conoscenti oppure è aperta a tutti?"

"Tutta la scuola." Matt mi lancia uno sguardo complice, sa già che cos'ho in mente.

"Andiamoci." Annuisco convinta.

"Non è il tuo genere di feste." Commenta Liam arrotolando nella carta la sua erba.

"Vorrà dire che la faremo diventare noi, il mio genere di feste." Piego leggermente la testa di lato. "Che c'è? Vi mancano le palle? Non vi metterò in imbarazzo. Voglio solo fare il mio ritorno col botto." Schiocco la lingua e ammicco. 

"E quando mai ci metti in imbarazzo? Ci sei mancata." Matt mi sorride. 

"Ma ora sono qui... quindi... Stasera andremo a quella festa." Guardo negli occhi ciascuno del gruppo, ignorando però Matt2 e Zach. 

"Vi passo a prendere con la macchina." Malcolm fa l'occhiolino.

"Vieni dalla Thompson."

"Sei da Terry?" Chiede Scarlett.

"Si."Sbuffo. "Ora vado in classe, devo fare presenza almeno il primo giorno."

"Tieniti pronta per le nove, stasera."

Annuisco e me ne vado.

La prima festa dal mio ritorno. 


Finite tutte le lezioni vado fuori in cortile. Dopo una forte botta sulla spalla perdo l'equilibrio, ma riesco a non cadere. Mi volto, e di fronte a me c'è una ragazza alta, con i capelli arancioni e delle lentiggini sul viso. È truccatissima, ed è vestita come una pornostar di poco successo.

"Guarda dove vai, idiota." Mi dice e mi supera con un grande passo.

"Idiota a chi, scusa?" Le afferro il braccio e la faccio voltare verso di me.

"Lasciami andare, subito!" Si sistema meglio la borsa rosa sulla spalla.

"Sei tu che mi sei venuta addosso, stronzetta." La fulmino con lo sguardo.

"Non sai con chi stai parlando." Avanza minacciosa verso di me. Io faccio lo stesso, e ci ritroviamo a due centimetri di distanza.

"Oh, tu on sai con chi stai parlando. Farai meglio a sparire dalla mia vista entro due secondi se non vuoi ritrovarti in ospedale in men che non si dica." Ringhio, e una ragazza dietro di lei, che prima nemmeno aveva notato, la trascina via. Sputo a terra quando si volta per lanciarmi un'occhiata carica di odio. 

"Che le hai detto?" Accanto a me compare Scarlett.

"Che se ne doveva andare. La stronza mi è venuta addosso e ha incolpato me. Ma chi si crede di essere?"

"Jade."

"Che c'è?" La guardo negli occhi.

"No, dico, lei è Jade." Scuote la testa.

"La Jade della festa di stasera? Oh, allora hai ragione, è una cretina." mi incammino verso il cancello, e lei mi segue.


Passo al locale di Larry, e torno subito a casa. 

"Devi passare a scuola, la segreteria ha detto che deve girare die moduli per la mia iscrizione." Dico alla signora Thompson. Dovrei darle del lei? Nah...

"Si, lo so, mi hanno chiamata. Ci sto andando proprio ora. Tu hai programmi per oggi pomeriggio?"

"Non sono affari tuoi." Sbuffo e salgo in camera mia. Mi butto sul letto e guardo in alto, sul soffitto di legno. Nella mia testa  scorrono immagini di tutti gli altri soffitti. Soffitti pieni di ragnatele. Soffitti grigi, bui. Soffitti rosa, persino. Ricordandomi i soffitti pieni di ragnatele comincia a salirmi l'ansia. Poi il mio cervello comincia a proiettare immagini di quel bastardo di Tristan Brook. Le sue mani sul mio corpo. Le mie urla, i suoi occhi rossi, gli amici che ridevano ubriachi, di fronte a noi. Una tredicenne violentata ovviamente per loro era divertente...

E vogliamo parlare dell'ultima famiglia in cui sono stata? No, meglio non parlarne. Me lo ricordo già ogni volta che mi guardo allo specchio, che vedo le cicatrici che ho sul corpo.

I miei occhi vanno dritti al polso. Di solito era lì che avevo sempre lividi. Invece ora non c'è niente. Otto mesi di riformatorio lontano da quello sono bastati per rimarginare le ferite. 

Purtroppo però le cicatrici sono ancora qua...





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