14.

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La testa mi pulsa, e quando apro gli occhi vengo quasi accecata dalla luce del sole.

Mi guardo intorno. Pareti bianchi, sono attaccata con un filo a una macchina che fa bip bip... e, beh, sto in ospedale.

Ma perché?

Cerco di alzarmi a sedere.

"Aspetta, sta' attenta." Mason viene ad aiutarmi. Non mi ero neanche accorta che stava lì.

Mi aiuta a sistemarmi, e non oppongo resistenza perché non ho forze.

"Che ci faccio qui? Ah, e tu, invece?"

"Ti abbiamo trovato svenuta, non ti svegli da almeno un'ora. Hai un leggero trauma cranico, niente di serio. E io sono rimato qui per avvertire gli altri appena ti saresti svegliata. Tua madre e i tuoi amici sono al bar."

"Non è mia madre." Sbuffo "bene, ora puoi andare. Quante volte ti devo dire che se abbiamo scopato non vuol dire che io provi qualcosa per te." Falso, ma dettagli.

"Si, insomma.... io volevo solo accertarmi he tu stessi bene."

"Sto benissimo. Voglio andarmene da qui il primo possibile." Stacco il filo legato al mio polso e provo a mettermi in piedi per terra, ma un capo giro mi fa ricadere sul letto.

"Fa attenzione." Mi poggia le mani sulla vita, e improvvisamente una vampata di calore mi avvolge, insieme ai brividi. 

"Non toccarmi." Toccami.

"Volevo solo aiutarti!" Alza le mani in segno di resa.

"Cazzo. Mi chiami un dottore o un'infermiera?"

"Si." Annuisce e se ne va.


Un'ora dopo finalmente mi dimettono. I miei amici se ne sono andati, Mason è rimasto, nonostante io gli abbia detto di andarsene. Molto probabilmente si sente in colpa per avermi detto che porto solo guai, oppure come tutti gli altri pensa di poter avere una ripassata.

Il problema più grande, però, è che ogni volta che mi sta vicino mi sento strana, e questo non mi va giù, perché mi sta altamente sulle palle. Insomma, non parla mai, e quando lo fa è sempre così serio... mi fissa in continuazione, come il fratello, Zach, e mi pare quasi come se volesse leggere in me qualcosa che non c'è. Perché dentro di me non c'è niente. Sono una maschera di ghiaccio che nessuno butterà mai giù.

In macchina, Mason si siede vicino a me.

"I tuoi genitori si incavoleranno per essere tornato così tardi, Mason?" Gli chiede Terry guardandolo dallo specchietto retrovisore.

"No." Risponde lui con nonchalance. 

"Non è tardi, è mezzanotte." Commento io acida.

Lei mi ignora. "Ti ringrazio molto per essere rimasto. E scommetto che anche Jade è grata."

"Io veramente gli avevo detto di andarsene." Sbuffo e guardo fuori dal finestrino.

Sento Mason ridacchiare.

"Non dire sciocchezze!" Esclama la signora Terry. "Mason, dimmi dove abiti che ti riaccompagniamo a casa."

"Veramente può anche lasciarmi qui. Dovevo vedermi con i miei amici a un pub." Le sorride.

"Oh, d'accordo. Sicuro? se vuoi ti accompagniamo lì."

"No, grazie mille dell'accompagno." Scende dall'auto. Mi saluta con un cenno del capo e io faccio una smorfia. Richiude la portiera e Terry mette di nuovo in moto.

"Ora mi dici che come ti sei fatta male! Non l'hai voluto dire ai dottori, perciò lo farai con me. Prima torna  casa con un'occhio nero e la guancia tagliata, poi svieni con un taglio sul mento e un trauma cranico. C'è qualcuno che ti maltratta, di nuovo?"

A good bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora