Apro gli occhi lentamente, la vista non è nitida, quindi sbatto le palpebre e riapro gli occhi un'altra volta. Il soffitto è a cassettoni, rosso con le decorazioni oro. O mio dio. Questo soffitto lo riconoscerei anche in fin di vita. Mi guardo intorno, accorgendomi improvvisamente del dolore alla schiena che non mi fa muovere.
Il divanetto rosso di pelle anche è una cosa che riconoscerei. Per terra ci sono i comuni tappeti persiani. Accanto a me il tavolino di vetro.
Mi alzo a sedere, facendo una smorfia per il dolore, e sul divano davanti a me vedo seduto Mick con un cocktail in mano e le gambe accavallate e accanto a lui Roy e Mason.
Guardo Mason, mi fissa e nei suoi occhi vedo qualcosa di rassicurante.
"Che ci faccio io qui?" Stringo i denti e riduco gli occhi in due fessure.
"Bene bene bene. La bell'addormentata finalmente si è svegliata!" Commenta Mick. "Per rispondere alla tua domanda" si alza e inizia a camminare avanti e indietro, sorseggiando di tanto in tanto la bevanda nel suo bicchiere. "Hai combattuto contro Mason, sei svenuta e ti abbiamo portato qui. Purtroppo per te, sono venuto a sapere dal mio più fidato amico, Roy, che qualcuno, persona a caso: tu, insieme ai tuoi amichetti, state facendo qualcosa che potrebbe andare contro la mia persona." Ghigna e si ferma proprio accanto a me. Mi afferra il mento e mi alza il viso verso di lui. Rabbrividisco al suo tocco e lo guardo storto. "Facciamo così" si allontana da me. "Roy non vuole dirmi di che cosa si tratta, perché mi ha detto che hai qualcosa a cui lui tiene, no? Bene, peccato che tu sia lontana da quel qualcosa e che non abbia contatto con i tuoi amici, perché il tuo telefono ce l'ho io." Lo tira fuori dalla tasca e lo sventola davanti a me. "Perciò Roy non dovrebbe aver paura di ciò che accadrà, perché tu rimarrai qui finché io lo dirò." Lo dici con calma, lentamente, scandisce bene ogni singola parola. "Però, sai, mi piacerebbe che fossi tu a dirmi questa cosa." Si siede accanto a me e io mi sposto un po' più in là.
"Mai."
"Sicura? Perché anche io potrei ferirti. Sai, stavolta ho deciso di lasciar perdere i tuoi amici. Non mi va di metterli sempre in mezzo! Ti terrò qui, lontano da tutti, così non sapranno dove tu sia. Il mio piano B, a meno che non siano loro a venire a cercarti, è prenderli e torturarli davanti a te. Il piano A, penso che per te non sia ancora molto chiaro, è torturati finché non parlerai. È proprio per questo che ho pensato a un piano B, perché tu non dici mai niente, neanche sotto tortura. Ma magari spiegandoti il piano B, saprai che è giusto dirmi cosa sta succedendo, prima che passi alla tua tortura. Eviteresti dolore a te e ai tuoi amici." Si stringe nelle spalle.
"Torturami quanto ti pare, rapisci i miei amici, fai quel che cazzo vuoi!" Sputo per terra.
"Oh, no! Il mio tappeto preferito!" Inclina la testa di lato e mi afferra il braccio. Mi strattona in piedi, ed io urlo per il dolore. Non riesco quasi a camminare, e lui mi trascina a forza in fondo alla sala per aprire una porta. MI lancia dentro e io cado a terra. "Roy, pensaci tu." Lo vedo entrare e sbattere la porta alle spalle di Mick, che rimane fuori la stanza.
"Bravo strombetto del cazzo, complimenti, sei stato molto furbo. Magari quello che farai a me si ripeterà su Dion, quando i miei compagni verranno a sapere che hai detto tutto a Mick."
"Non gli ho detto tutto, sarai tu a farlo."
"Non riusciranno mai a trovare uno dei miei amici. Lui rimarrà sempre con le ragazze. E quando si accorgerà che tutti gli altri sono spariti, si assicurerà di fare a tutte una bella sepoltura. Magari nel tuo elogio funebre per Dion ti scuserai per aver fatto in modo che morisse." Ghigno.
Lui mi alza in piedi e mi stringe i polsi. "Non opponi resistenza! Brava! Così mi piaci."
"Se ne avessi la forza lo farei e sappiamo entrambi che sarei già riuscita a scappare, ma sai, non riesco a muovermi molto bene." Gli sferrò un calcio sullo stinco, con la poca forza che ho.
Mi lega le mani con una corda appesa al soffitto. I miei piedi toccano solo le punte. Accende la luce finalmente, riesco a vedere bene la stanza. Qui non c'ero mai stata, stranamente. È piena di fruste, di pezzi di legno, di pistole e di coltelli ovunque.
Lui afferra un pugnale affilato e si avvicina a me.
"Dovresti vederti in questo momento." Sorride e alza la mano col coltello. Io seguo la lama affilata che sfiora il mio braccio, quel tanto da farmi uscire il sangue, quel poco da non farmi strillare come un'ossessa.
Vedo le gocce di sangue cadere per terra e stringo i denti cercando un modo per alleviare il bruciore.
Si allontana e posa il coltello su un tavolino.
Poi prende un manganello. "Quando uscirò da qui giuro che te la farò pagare." Ringhio quando si avvicina a me e colpisce con tutta la forza che ha il mio stinco.
Lancio un urlo glaciale e dai miei occhi cominciano a scendere lacrime di dolore.
Non piangere, Jade, non piangere.
Le ricaccio indietro e mi concentro su qualcos'altro che non sia il dolore che provo al momento.
Faccio respiri profondi, ma neanche due secondi dopo, colpisce di nuovo quel punto, con la stessa forza.
Lo stesso urlo, se non più forte. È un dolore insopportabile.
Il mio respiro si è fatto più pesante e provo a parlare, ma sento un dolore nel petto che me lo impedisce. Respiro di nuovo profondamente.
"Se lo facessero a Dion?" Sussurro con affanno.
"Non glielo faranno."
"Esatto, lo farò io. Anzi, le taglierò la gola e traccerò un segno dal collo fino all'inguine, poi ci passerò la lama del coltello più affilato che avrò, e la smembrerò davanti ai tuoi occhi. Magari potrei vendere i suoi organi al mercato, tu che dici?"
Prende la frusta e con gli occhi carichi di odio viene dietro di me. Mi strappa il vestito di dosso e comincia a frustarmi. Ogni colpo un grido disperato, finché, esausta dal dolore, non chiudo gli occhi.
Sento la porta aprirsi, ma non ho la forza di alzare la testa. "Per oggi basta. Mick ha detto che continueremo domani se ancora non ha parlato. Ci sto io di guardia stanotte." É Mason.
La porta si richiude e sento il rumore del legno sul pavimento.
Mason si siede proprio davanti a me e a quel punto recupero la forza che è in me per guardarlo negli occhi.
"Liberami." Ordino.
"Non posso."
"Non capisci? Il piano è saltato, Mick sa qualcosa, dobbiamo smetterla, ok?"
"Se ti libero verrà a cercare te e i tuoi amici."
"Chiamali, digli di portare via Dion, Sara e Nina e digli di nascondersi."
Prende il telefono. "Pronto? Si, Mick ha Jade. No. Sono qui con lei, aspetta, te la passo."
Mi mette il telefono attaccato all'orecchio. "Eh." dico con la voce più flebile che ho.
"Cazzo, Jade? Che ti hanno fatto?" È Zach.
"Ascoltami bene, il piano è saltato, ma non preoccupatevi. Dovete solo liberarmi da qui. Dì a Liam che per un po' andremo a stare a casa sua al lago. Lì non ci troveranno mai e avremo il tempo di studiarne bene un altro. Intanto portateci Scarlett, Dion, Nina e Sara. Sono al piano terra, la finestra è sbarrata, da sulla strada di Ronny." LA strada di Ronny è dove lui spaccia, la chiamiamo così... "Dillo agli altri. Dovete venire domani sera. Di turno ci sarà Mason che mi lascerà uscire. Dovrà sembrare che mi avete preso, non che lui mi ha fatta uscire. Mason rimarrà qui però, per evitare di fargli saltare la copertura. Dì tutto a Matt, lui sa come gestire la cosa e troverà un modo per liberarmi."
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A good bad girl
RomanceJade è sicuramente una ragazza che tutte le mamme non vorrebbero far conoscere ai propri figli: sboccata, sfacciata, testarda, pericolosa, spezza cuori e con la fedina penale sporca. Cresciuta in un quartiere malfamato di Detroit, è stata in affidam...