16.

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Il braccio si era solo storto, me l'ha rimesso apposto James. A quanto pare lo fa spesso con il suo. Per quanto riguarda la gamba non sa nemmeno che problema io abbia, perciò mi dovrò tenere il dolore finché non mi passa. "Comunque, hai un'auto da prestarmi? Ovviamente quando vincerò le gare ti darò una parte di soldi. Tu potresti trovarmi dei circoli in cui gareggiare, io vincerò e ci divideremo i soldi." 

"Si, avevo capito le tue intenzioni. Un po' di auto ce le ho. Sono tutte da corsa, ma da sistemare. Vieni." Apre una porta scorrevole e mi fa passare per prima. Di fronte a me ci saranno almeno sette macchine tutte da rimodernare. È una specie di garage gigante, con tutti gli attrezzi messi al posto giusto, Un tavolino accanto a me ha i cambi esatti per ogni auto, con le proprie targhette di fronte. 

La prima auto che vedo è una Bugatti Vision. La vernice metallizzata blu è scolorita, e ci sono vari segni sul tetto. Il muso dell'auto è un po' ammaccato.

"Io mi ricordavo che ne avevi solo tre. Dove le hai prese le altre?" Gli chiedo passando a vedere la SSC Tuatara. Questa sembra una delle più nuove.

"Le hanno vinte i miei compratori. Come facevi tu. Ma a te te la regalo bella. Scegline una soltanto. Stai puntando la SSC? Non te la consiglio, spenderesti troppo per i lavori all'interno. Non sono neanche tanto faticosi, ma i pezzi da cambiare sono tra i pi costosi."

Quindi punto all'altra, ma la sorpasso, è un modello troppo vecchio. Arrivo alla Devel Sixteen. Quest'auto me la ricordo benissimo. Ogni volta che venivo qui la vedevo. Mi ha sempre affascinata. L'aveva vinta Ronny. Quand'era giovane era uno dei più bravi. Ha smesso di correre quando ha incontrato Mick e per via di una sparatoria ha rischiato di rimanere paralizzato. Da allora non riesce a muovere molto bene ne la gamba destra ne il braccio destro.

La Devel Sixteen è in assoluto la macchina più veloce del mondo. Ma questa, beh, nessuno l'ha mai voluta perché c'era troppo da sistemare. È il contrario della SSC, però. Perché questa è faticosa da sistemare, ma costa di meno. Si dice che quest'auto ce l'abbiano soltanto quattro persone in America. Ronny l'ha vinta scommettendo con un ricco corridore. 

James scoppia a ridere. "Questa macchina l'hai sempre puntata." Scuote la testa e sbatte una mano sul cofano.

"Voglio questa."

"Ci vorrà un mese per sistemarla, se ci lavori sette ore al giorno, ovviamente."   Sbuffa in una risata.

"Non mi importa. La considero già mia." 

"Una volta che l'avrai rimessa apposto andrai veloce come un fulmine."

"Ho vinto con un massimo di 250 km/h. Non posso non vincere con questa."

"Aggiudicata!" Mi trascina fuori. "Io sono sempre qui. Non voglio che salti la scuola, però, perciò se ti vedo prima non ti faccio neanche entrare. Vieni verso le 16 ogni giorno, io ho tutti i pezzi per modificarla."

In quell'esatto istante dentro al "covo" di James entrano due ragazzi. Uno barcolla, e l'altro lo sorregge.

"Voglio farmi un tatuaggio!" Biascica.

"Siediti." James sospira e prende la sedia con le rotelle sotto. "A domani." Ci saluta e usciamo tutti dal garage.

Sospiro. "Io mi faccio una camminata fino a casa." Dico, nonostante il dolore alla gamba.

"Ti accompagno." Mason mi schiocca un'occhiata.

"Ci vediamo a scuola." Malcolm fa un cenno della mano, così come tutti gli altri.

"Ora ti sei convinto, no?"

Mason mi guarda confuso. "Di cosa?"

"Che porto solo guai." 

Sorride malinconico. "Non te la scordi eh?"

"Me la lego al dito." Riduco gli occhi in due fessure.

"No. Ho sbagliato a dire quelle cose. Ma a te non offenderebbe così' tanto se almeno un po' non ti piacessi." Alza il mento.

"Stai scherzando? Non mi piaci neanche un po'." Mento.

"Io dico di si."

"No." Scuoto la testa, e poco dopo vengo attacca al muro. Mi ritrovo schiacciata contro il bellissimo corpo di Mason, che mi tiene i polsi in aria. La sua bocca è a pochi centimetri dalla mia.

"Allora perché ansimi ogni volta che ti tocco?" Mi sfiora il naso con il suo.

"Mi hai colta alla sprovvista." Cerco di mantenere un tono neutro, ma in realtà sto scoppiando.

Si stacca da me, con mio grande disappunto.

"Se mai sono io che ti piaccio." Inarco un sopracciglio.

"E non lo nego." rimango per un secondo perplessa. Gli piaccio come amica, o scopamica. Nessuno vorrebbe una storia con me. Tutti vorrebbero portarmi a letto, lo so, ma li scelgo io.

"Non posso piacerti."

"E invece si. Perché non dovresti piacermi?"

"Perchè sono una stronza." Ammetto.

"Ci puoi giurare. Ma tutti hanno un motivo per essere come sono. E tu attiri la gente proprio perché nessuno sa il tuo motivo." Si ferma, e incrocia il mio sguardo. Io lo sostengo.

"Mia madre è morta davanti a me quando avevo quattro anni, da lì giro per le famiglie adottive. La prima è morta, poi sono andata in un'altra che mi maltrattava. L'altra ancora dopo erano due vecchi, e da lì sono scappata. Poi mi hanno..." Mi fermo. Il resto non ho intenzione di dirlo. "Meglio che non parlo, va."

Ci rimane palesemente male quando continuo a camminare.

"Anche i miei genitori sono morti. Mio padre ha sparato a mia madre e poi si è tolto la vita con quella stessa pistola. Io c'ero. E anche Jenny e Zach. Io stavo coprendo la vista a Zach e a Jenny." 

Ci riferiamo e ci riguardiamo di nuovo negli occhi. Tutto il mio corpo formicola, giuro."Quanti anni hai?"

"Ne faccio diciannove tra un mese."

"Perché hai smesso di studiare?"

Mi guarda strano.

"Me l'ha detto Zach." 

Annuisce. "Beh, perché non faceva per me. Il lavoro era troppo impegnativo."

"Il tuo lavoro sarebbe giocare a fare il pugile, d quanto ho capito?" Dico acida.

"Non è un gioco, mi guadagno da vivere." Replica irritato. Arriviamo davanti casa mia. "Ci si vede." Mi saluta con un cenno della mano quando comincio a salire le scalette. Stringo le labbra e faccio di si con la testa.

Apro la porta. Fortunatamente è aperta. La testa di Terry sporge dal divano. La tv è accesa ma a un volume terribilmente basso. Chiudo la porta cercando di fare meno rumore possibile, e quando passo davanti al divano sento che russa. Meglio, se dorme. 

Passo prima in bagno a lavarmi i denti e poi vado in camera mia, sempre delicatamente per non svegliare Terry e non farmi fare il cazziatone.

Dopo essermi messa la maglietta per dormire mi distendo sul letto. Passerò un'altra notte insonnie, ma almeno adesso ho qualcosa a cui pensare. 

È strana la reazione che mi fa Mason, e ancora più strano è il fatto che non riesca a stare lontana da lui, e che sono contentissima quando mi segue, quando mi parla e quando mi tocca.

Sarà solo attrazione...

A good bad girlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora