Capitolo tre: The Pub

935 66 3
                                    

Candice come ogni mattina spalanca le finestre, ed io come ogni mattina nascondo il mio viso sul cuscino, mugolando infastidita. Detesto quando deve spalancare le finestre in questo modo; "Ti prego oggi è sabato"; le dico con un tono esasperato, alzando lievemente la testa dal cuscino, ricadendo nuovamente a peso morto sul materasso. "Devo far cambiare l'aria"; replica già sveglia e pimpante. A volte penso che inietta nelle sue vene un'elevata quantità di caffeina. Oggi devo riposare sia la mente che il corpo, voglio arrivare questa sera al locale senza occhiaie, carica ed energica. I ragazzi contano su di me, non posso deluderli proprio al nostro primo concerto insieme. Provo nuovamente a prendere sonno. Mi giro e rigiro sul letto, cercando disperatamente una posizione a me gioviale. Alla fine, dopo aver danzato con disperazione sul letto, decido di alzarmi. Sono le sette del mattino, e non c'è niente di meglio di una corsa lenta per svegliarsi. Indosso la tuta, e lego i miei capelli in una coda di cavallo, un po' scompigliata. Amo correre, mi fa sentire libera, però il medico mi ha consigliato di fare attenzione e di non esagerare. Prendo da sopra il tavolo, le cuffiette e il mio iPod, e salutando Candice, che è intenta a scrivere una lettera al suo comitato, esco dal nostro alloggio. Correre mi aiuta a liberarmi di ogni tipo di pensiero, è il mio momento liberatorio. Lascio che il vento sfiori il mio viso, e mi godo a pieno l'aria mattutina e l'odore dell'erba bagnata, fresca di rugiada. Cerco di non affaticarmi troppo, però le mie gambe m'implorano di andare sempre più veloce. Il mio iPod esegue la mia canzone preferita, all of the stars di Ed Sheeran. Non è l'ideale per correre, ma non posso fare a meno di ascoltarla. Ad un tratto, mentre continuo a correre, una mano si poggia sulla mia spalla, ed io impaurita, sussulto in avanti. Tolgo le cuffiette dalle mie orecchie e mi volto con occhi spalancati; "di solito alle donne faccio un altro effetto"; esordisce con sfacciataggine, l'ultimo essere che desideravo vedere durante il weekend; "signor Sanders, che ci fa qui?"; Domando, dal momento che oggi non ci sono lezioni, e soprattutto perché alle sette del mattino il campus è praticamente vuoto. Il mio insegnante, cercando di trattenere una fastidiosa risata, indica la sua maglia sudata ed i suoi pantaloncini da corsa; "mi sembra evidente. Faccio quello che fai tu. Corro"; risponde scrollando le spalle. Annuisco debolmente, notando quanto sia tonico il suo petto ed il suo torace. Deglutisco un po' con nervosismo, quando i miei occhi si soffermano ad ammirare i muscoli possenti delle sue braccia. E' fastidioso ed un uomo odioso, ma è impossibile negare che sia praticamente perfetto. "Non sapevo che ti piacesse correre"; dice ad un tratto, svegliandomi dal mio stato quasi catatonico. Alzo i miei occhi verso il suo viso, e lui non riesce a trattenersi dal sorridere con arroganza, compiacendosi di se stesso. "Non mi ha mai chiesto se mi piacesse"; replico incrociando le braccia al petto. Non sopporto il modo in cui i suoi occhi mi scrutano, soprattutto adesso, con lui ho sempre la sensazione di essere completamente nuda e vulnerabile. "Per te è sempre colpa mia"; scherza ridendo lievemente; "vorrei correre adesso"; preciso con aria seccata, cercando di voltarmi, mettendo nuovamente le cuffiette nelle orecchie; "ti va di correre insieme?"; Mi domanda lasciandomi del tutto basita. Fisso per qualche secondo con aria titubante Ian, aggrotto la fronte; "non ti ho chiesto di venire a letto insieme a me, ti ho solo domandato se ti andasse di correre"; si affretta a precisare osservando la mia evidente riluttanza alla sua proposta; "va bene, però non posso sforzarmi troppo"; lo avverto seria con cipiglio; "va bene. Perché?"; Chiede con aria curiosa; "non posso e basta"; rispondo scontrosa, iniziando a correre. Sento i suoi passi veloci dietro le mie spalle, rendendomi conto che è praticamente al mio fianco. Odio parlare della mia malattia, a causa di essa nessuno mi ha mai adottata, e sopratutto non riesco a tollerale che la gente intorno a me mi osservi con occhi differenti. Da anni ormai sono guarita, nonostante ciò devo fare attenzione durante le attività sportive, quindi in parte questo mio problema continuerà a perseguitarmi, come un'ombra nera nella mia vita. Corriamo uno di fianco all'altro, però io cerco di ignorare del tutto la sua presenza. Ian è un uomo fin troppo sicuro di sé, non è un vero e proprio difetto, però lui è anche presuntuoso ed arrogante, e detesto la sua fama da playboy, ciò lo rende tremendamente infantile e frivolo ai miei occhi. Tutto il suo fascino si disperde nel vuoto difronte ai suoi immani e permanenti difetti. "Ho saputo dalla signorina Janin che sei molto brava a cantare"; esordisce ad un tratto, continuando a correre. Rimango piacevolmente sorpresa da questa affermazione; "la signorina Janin le ha parlato di me?"; Gli domando attonita, sorridendo; "sì, ha visto che eri una mia allieva e mi raccontato della tua voce"; risponde scrollando le sue spalle. Mi è davvero impossibile smettere di sorridere, continuo a trattenere le mie labbra, che muoiono dalla voglia di scoppiare in un sorriso smagliante. "Dovresti sorridere più spesso"; mi consiglia Il signor Sanders, fermandosi di colpo, facendo fermare anche me. Il suo sguardo mi scruta con insistenza, e non posso fare a meno di sentirmi a disagio; "in realtà sorrido sempre"; replico ritornando seria; "quando sei insieme a me hai sempre uno sguardo arrabbiato e cupo"; commenta inclinando la sua testa leggermente, piegando in avanti il suo labbro continuando a sbattere velocemente le ciglia; "evidentemente sarà la sua presenza a mettermi di cattivo umore"; ribatto con acidità, scuotendo il capo, già estenuata dalla sua presenza. Mi sorride debolmente, alzando le sue sopracciglia; "va bene, ragazzina mi odi"; dice avvicinandosi, senza alcun motivo, pericolosamente al mio viso; "peccato però, hai un sorriso meraviglioso"; afferma con voce roca, senza distogliere i suoi occhi dai miei. Per qualche istante mi perdo nel suo sguardo ammaliatore, la mia bocca è asciutta e non riesco a pensare con lucidità, è come se mi stesse stregando con quell'azzurro intenso; "Ci vediamo lunedì a lezione, ragazzina"; mi sussurra ad un centimetro dalle mie labbra, mentre continuo a trattenere il mio respiro. Quando Ian svolta l'angolo, io riprendo a respirare. Poggio le mie mani sulle ginocchia, e cerco di riprendermi del tutto. Non ho idea di cosa sia successo al mio corpo in quell'istante. Tremava ed era al contempo rigido, e non so perché ho dovuto fare appello a tutte le mie forze per riuscire a controllare i miei pensieri, che ad ogni suo sguardo, ogni sua parola, diventavano sempre meno casti. Ritorno a casa, e senza perdere tempo, entro dentro la doccia. Lascio scivolare sul mio corpo l'acqua tiepida, e insapono con cura il mio corpo. Che diavolo mi è preso poco prima con il mio insegnate?. Ero tentata di poggiare le mie labbra alle sue. Respiro profondamente, è stato solo un secondo di smarrimento, è normale. In fondo è pur sempre un uomo ricco di fascino. Molte ragazze vorrebbero passare una notte con lui. Il problema è che io non sono come le altre ragazze, io non voglio essere come le altre. Ho bisogno di un ragazzo che stia al mio fianco, e che in qualche modo si prenda cura di me, come nessuno ha mai fatto. Ho sempre fatto tutto da sola, e continuerò ad essere forte e determinata. Ma non posso negare in alcun modo che vorrei che qualcuno si prendesse cura di me e dei miei sentimenti. Ho passato una vita intera a chiedermi cosa significa essere amati senza condizioni e senza freni inibitori. Trascorro l'intera mattina insieme a Candice, le avevo promesso che avremmo pulito l'appartamento, e così è stato. Abbiamo pulito ogni angolo dell'alloggio, e sistemato i nostri vestiti, lei ne ha davvero tanti, e sono tutti bellissimi, al contrario io ho solo qualche maglietta che mi hanno regalato i dipendenti dell'orfanotrofio, e alcuni jeans che ho comprato con i pochi risparmi che avevo. A volte mi chiedo cosa ne sarebbe stato della mia vita se non avessi vinto questa borsa di studio. Forse avrei lavorato per l'orfanotrofio, o forse sarei finita in qualche supermercato, come commessa. Non disprezzo i lavori umili, al contrario sono molto dignitosi, però la vita ad El Paso, è davvero ostica. Tutti lì si sono fermati agli anni cinquanta, a causa delle comunità mennonitiche, per loro la donna deve sposarsi e svolgere i lavori domestici, e deve ubbidire al marito. Non era la vita che desideravo per me, per fortuna sono riuscita a fuggire. Qui lo stile di vita è mondano, nessuno vive di pregiudizi, e la gente sembra felice. La vita mi ha regalato una grande occasione e non intendo sprecarla. Sono in palestra insieme ai ragazzi, stiamo facendo una breve pausa, sono due ore che proviamo interrottamente. Quindi meritiamo un po' di relax. Dean ha portato le birre, e Michael i biscotti al cioccolato. In fatto di cibo i ragazzi non si fanno mancare mai nulla. "Sono ottimi"; commento continuando a masticare uno dei biscotti di Michael. Amo stare insieme ai ragazzi, sono spontanei e sinceri, e fanno di tutto per farmi sentire parte di loro. Non si creano affatto alcun tipo di problema ad eruttare in mia presenza, al contrario, ogni tanto fanno le gare di rutti fra loro. Quando trascorro il mio tempo insieme a loro, non riesco a smettere di ridere. Il più serio fra loro tre è sicuramente Colin. Lui è sempre molto composto, ed è più premuroso nei miei confronti. Non che Dean e Michael non lo siano, però Colin mi osserva e si preoccupa per me in modi completamente differenti dai suoi amici. "Vuoi una birra?"; Mi domanda Dean porgendomene una; "no grazie"; rifiuto con gentilezza. Non bevo molto, cerco di evitare per via delle conseguenze che potrei subire. "Sono nervosa per questa sera"; rivelo a Colin che è seduto di fianco a me, sugli asfalti della palestra. Lui poggia una mano intorno al mio collo; "tranquilla, sei bravissima"; mi rassicura baciando la mia guancia. E' davvero dolce. Gli sorrido teneramente, e poggio la mia testa sul suo collo. Rilassandomi con l'odore del suo profumo forte e pungente. "Piccioncini, se avete finito di amoreggiare possiamo iniziare nuovamente le prove"; ci urla Dean, che si è già posizionato alla batteria. Arrossisco lievemente, e mi sento divampare dentro. Osservo Colin che ride; "arriviamo stronzo"; risponde alzando verso Dean, il suo dito medio. "Sono dei poppanti"; commenta al mio orecchio, ridacchiando; "lo sono"; replico scuotendo il capo. Colin prende la mia mano e mi aiuta a scendere dagli asfalti. Colin m'infonde sicurezza ed affetto, e le sue attenzioni mi lusingano molto, però ho paura di espormi troppo con lui, perché potrei confondere tutti questi segnali. Forse è solo gentile nei miei riguardi, e non pensa affatto a me come la una pontenziale fidanzata. "La smettete di appartarvi?"; Ci Chiede Michael in tono di scherno. Colin lo spintona all'indietro; "e tu la smetti di essere un'idiota?"; Ribatte alzando gli occhi al cielo. Sembra infastidirsi quando i ragazzi fanno battute su noi due, da ciò deduco che non potrò mai interessagli se non come amica. Li osservo abbozzando un lieve sorriso sforzato, mi ferisce il comportamento di Colin, perché in lui riuscivo a proiettare il ragazzo perfetto. Prima del concerto, decidiamo di riposare un po'. Io ritorno nel mio alloggio, e non appena varco la soglia, Candice mi assale. Inizia a parlare di vestiti, scarpe ed accessori. Io un po' confusa cerco di resettare il mio povero cervello, però lei continua ad assillarmi; "devi mettere qualcosa di mozzafiato per il concerto"; afferma con occhi spalancati, cercando di convincermi; "Candice non ho soldi per comprare qualcosa di nuovo"; le faccio notare; "non c'è bisogno, hai me"; dice con aria soddisfatta, aprendo il suo armadio; "no, non posso"; replico frettolosa; "sì, tu devi"; ribatte categorica. Alzo gli occhi al cielo e mi rassegno; "cosa hai mente?"; Le domando leggermente intimorita. La mia amica, caccia un urlo di felicità, battendo le sue mani, come una bimba felice; "avevo pensato a questo"; dice soddisfatta mostrandomi un abito corto bianco perla, il quale ha il corpetto stretto, mentre la gonna è morbida. L'abito è davvero bello, però non posso accettare, sarà uno di quelli costosi e firmati. "Provalo"; mi incita entusiasta; "sicura?"; Le domando tentennate; "sì, anzi sai che ti dico, è un regalo"; afferma abbastanza convinta. Spalanco i miei occhi e scuoto la testa; "non posso accettare"; le dico immediatamente; "tu devi. Discorso chiuso"; replica come un ordine. Sospiro osservandola con gratitudine; "grazie Candice, sei un'amica stupenda". Non so come poterla ripagare, è davvero sempre così generosa e dolce con me; "siamo amiche. E poi io ho sempre desiderato una sorella"; mi rivela, dichiarando implicitamente che mi vede come la sorella che non ha mai avuto. Istintivamente l'abbraccio, e lei ricambia ridendo. "Adesso vai, devi farti bella, per il tuo Colin"; mi sussurra facendomi l'occhiolino; "che vai blaterando?"; Le chiedo impettita, usando un tono squillante; "dai, tutti hanno capito che c'è del tenero fra voi due"; replica divertita, spingendomi verso il bagno, senza darmi l'opportunità di rispondere. Indosso il vestito, e sistemo il mio trucco, o meglio Candice sistema il mio trucco. E non appena finisce la sua opera, mi osserva estasiata; "sei bellissima, Colin morirà d'infarto questa sera"; commenta facendo un lieve fischio. "Colin non è interessato a me"; ribatto, stufa di sentirlo dire praticamente a chiunque. Il primo è stato quell'odioso di Ian ad insinuare che fra me e Colin ci sia del tenero. Chissà cosa penserebbe di me, vedendomi vestita e truccata in questo modo. Oddio, ma che vado a pensare?. Scuoto il capo, maledicendo i miei stessi pensieri. Cosa potrebbe mai pensare uno come lui di me?. Di certo non è ho la più pallida e lontana idea, ma certamente non sono il suo tipo ideale. Elimino signor occhi intensi dalla mia testa, è inutile pensare a lui. Mi concentro sulla serata che mi attende. E' il mio momento stasera, e sono elettrizzata e nervosa. Insieme a Candice raggiungo il locale, "The Pub", è così che si chiama. Non è molto grande, ma può accogliere tranquillamente quattrocento persone o anche più. Lo stile è moderno, non avevo mai visto un locale del genere. Le luci stroboscopiche illuminano ad intermittenza la grande pista da ballo, e l'aria che si respira è un po' viziata, ma sono talmente felice di essere qui che non m'importa di tutte queste piccolezze. "Guarda c'è Tina"; esclama Candice al mio fianco, indicandola; "Ragazze"; urla con entusiasmo Tina. Questa è la nostra prima serata insieme, finalmente abbiamo messo il naso fuori il campus, ed è inutile dire che siamo eccitate ed effervescenti. "Emozionata?"; Mi chiede Tina; "Sì. Sto tremando"; ammetto abbozzando un sorriso nervoso; "andrai alla grande"; mi rassicura Candice. Intanto io scorgo da lontano i ragazzi della band, stanno sistemando gli strumenti e le casse, Colin mi fa un cenno con la mano, ed io ricambio; "ragazze io vado dai ragazzi"; le avviso dirigendomi verso il piccolo palco; "da Colin vorrai dire"; insinua Candice, scatenando anche le fantasie di Tina che scoppia ridere. Scuoto il capo e le lascio alle loro chiacchiere. Raggiungo i ragazzi, che come me non stanno più nella pelle. "Pronti?"; Ci chiede Dean. "Pronti"; rispondiamo in coro trepidanti. Prima d'iniziare a suonare, come rito propiziatorio, uniamo le nostre mani, urlando il nome della nostra band, Le aquile. E' stato Michael a scegliere questo nome, un anno fa. Sistemo il microfono, il locale e pieno, a stento riesco a distinguere le mie due amiche, che si trovano proprio sotto il palco. Sono agitata, le mie mani sono sudate ed ho la bocca asciutta. Respiro profondamente, e quando Colin e Michal iniziano a suonare, dimentico di essere difronte ad un pubblico, e mi abbandono alle note della musica. Niente più pensieri, niente più preoccupazioni e niente più Ian. Ci siamo solo io e la mia amata musica. Chiudo i miei occhi, e abbandono ogni inibizione. Ogni tanto contro ogni mia aspettativa, riesco anche ad avere un contatto con il pubblico, e sopratutto la musica mi travolge così tanto che inizio anche a ballare. Non mi ero mai divertita così tanto in vita mia. E quando penso che questa sia la serata perfetta, i miei occhi, in mezzo a tutta quella folla, trovano senza volerlo, Ian. Mi osserva con intensità, quasi come se fosse soggiogato, e il mio cuore per qualche strana ragione, sussulta. Quando la canzone finisce, io e lui continuiamo a guardarci, come se la folla che ci divide non esistesse. "Salve ragazzi"; la voce di Colin, mi desta e spezza quell'intenso scambio di sguardi. "Volevo dedicare questa canzone ad una ragazza speciale, che è entrata nella mia vita, illuminandola. Questa è per te Rachel". Il mio viso s'infiamma, e penso di essere diventata rossa di vergogna. Colin intona una canzone, dolce e romantica. Non posso crederci, si sta dichiarando a me, davanti a tutti e difronte ad Ian. Per un attimo non so perché il mio pensiero è guizzato sul mio insegnante, ma è sparito nel medesimo istante in cui Colin, ha preso la mia mano sorridendomi con dolcezza. Il ragazzo al mio fianco si avvicina al mio viso mentre Michael continua a suonare la melodia con la sua chitarra, sussurrandomi all'orecchio: "avrei dovuto chiederti d'uscire in privato, ma così tutti sapranno quanto tu sia importante per me". Il mio cuore si ferma, e guardo Colin con occhi sognanti. Nessuno aveva mai fatto una cosa tanto carina e romantica per me. Nessuno prima d'ora si era mai interessato a me. Istintivamente mi getto fra le braccia di Colin, che mi accoglie con affetto. La folla applaude, e involontariamente il mio sguardo si scontra con violenza con gli occhi intensi e ardenti di Ian, che si allontana al fianco di un ragazzo moro verso il bar. Senza comprenderne il motivo il suo sguardo glaciale riesce a disorientarmi, ed il mio stomaco sembra fare le capriole. Colin bacia la mia guancia, ed io accarezzo il suo viso sorridendogli, senza però smettere di pensare al modo in cui il mio insegnate mi ha guardato per l'intera serata.

A secret love- Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora