Capitolo trentuno: L'ultimo ballo

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Vorrei non viverla più questa vita così patetica. Ogni giorno mi alzo senza più nessuna emozione, sensazione o motivi che mi spingono a credere che ci sia almeno una flebile speranza che tutto possa essere migliore. La speranza, che infima e malefica nemica della vita. Essa ti illude, ti fa credere che tutto puó accadere sopravvalutando ciò che la vita ha già scelto per noi. Speravo in una vita migliore, di trovare un po' di serenità però, come sempre, ha vinto la vita in questa battaglia e ad aver perso tutto sono solamente io. Oggi è l'ultimo giorno di lezioni qui al Music art state, ci sarà lo spettacolo finale, e tremo alla sola idea di dovermi esibire difronte a centinaia di studenti. Ci sarà anche il ballo questa sera, esattamente dopo lo spettacolo, ed io andrò da sola, Candice e Tina hanno due eccezionali accompagnatori. La mia coinquilina ha finalmente trovato un ragazzo che le dedica tutte le attenzioni che lei merita. La vita a volte ci riserva qualcosa di bello e Candice ha sempre avuto vicino questo ragazzo, solamente che era troppo impegnata a piangere per Joseph per rendersi conto della sua presenza. Michel l'ha sempre guardata come un angelo prezioso, sono usciti insieme una volta ma lei testarda com'era l'ha rifiutato, però lui è stato paziente e l'ha aspettata e adesso sono felici. Sono lieta per loro. Questa sera la nostra band non suonerà al ballo, abbiamo deciso che dobbiamo goderci la festa, dato che è l'ultima di questo anno scolastico. Ci divertiremo e non penseremo a nulla, e al sorgere del sole partiremo tutti per una vacanza da sogno in Grecia. Il sogno di Tina è sempre stato quello di visitare l'Europa e Dean le ha regalato i biglietti per un viaggio in Grecia, lei però desiderava partire tutti insieme poiché durante l'anno parlavamo spesso di un viaggio di gruppo, e così è stato, domani mattina alle prime luci dell'alba partiremo per la Grecia e staremo lì per due settimane. Questo viaggio non può che farmi bene, ho già le valigie pronte e sono entusiasta di lasciare tutto il resto qui. Non ho ancora detto niente a Ian di questo viaggio, d'altronde non abbiamo parlato molto queste settimane, è difficile farlo quando i nostri occhi continuano a cercarsi bramosi di amarsi. "Hai preso il Phone?"; Mi domanda ad un tratto Justin, risvegliandomi dai miei pensieri. Siamo seduti su di una panchina al parco, anche lui verrà al viaggio insieme a noi, ha preso di proposito le ferie da lavoro per poter stare al mio fianco. "Sì. Justin non dimentico nulla"; rispondo alzando gli occhi al cielo. È da più di tre giorni che non fa altro che elencarmi le cose da portare in viaggio a causa del timore di dimenticare qualcosa. "Sei tesa per lo spettacolo?"; Mi chiede il mio migliore amico; "un po', credo sia normale"; affermo poggiando la mia schiena contro la panchina. "Sì. Non vomitare sul palco"; mi consiglia in tono di scherno. Colpisco la sua spalla scoppiando a ridere. "Justin"; lo ammonisco adirata. "Potrebbe succedere"; si giustifica lui scrollando le spalle. "Non voglio aggiungere altro alla mia lista di disastri"; preciso disperdendo il mio sguardo nel vuoto. Justin si rendo conto del mio silenzio malinconico e, con assoluta premura, avvolge un braccio intorno alla mia spalla; "vedrai una volta arrivati in Grecia tu ti dimenticherai di lui"; mi promette come se ne avesse la certezza assoluta. Fingo di sorridergli premendo il mio viso sul suo collo; "Chissà"; affermo con il cuore palpitante. "Adesso però devi accompagnarmi in teatro. Fra due ore inizierà lo spettacolo e devo prepararmi"; gli faccio notare alzandomi dalla panchina. "Sì Marilyn"; mi beffeggia stringendomi la guancia; "spiritoso"; commento con voce infastidita, allontanando da me quel ruffiano del mio migliore amico. Ho lavorato duramente per questo spettacolo, ed è anche a causa sua se adesso il mio cuore è distrutto. Quindi darò il meglio di me questa sera, perché voglio dimostrare a me stessa che forse n'è valsa la pena. Justin mi accompagna fin dentro il mio camerino, lui mi aiuterà a vestirmi, fra pochi minuti dovrebbe arrivare anche Candice, mi aveva promesso che mi avrebbe truccata. "Hai un camerino tutto tuo...Wow sei una vera star"; commenta con sarcasmo Justin, continuando a guardare il guardaroba che servirà per lo spettacolo. "Oggi sei in vena di scherzare"; costato osservandolo sottecchi; "voglio solo far sorridere la mia migliore amica che ha sempre il broncio"; replica avvicinandosi a me poggiando sul mio viso le sue mani. Con aria beffarda mi osserva mentre le sue dita inarcano le mie labbra in un sorriso gigante. "Ecco sei più carina"; afferma scoppiando a ridere. Colpisco il suo braccio seguendo l'onda della sua risata; "smettila e aiutami"; gli suggerisco sorridendo di gusto. "Non ho visto Ian"; esordisce mentre mi aiuta ad indossare il primo abito di scena. "Arriverà fra poco"; rispondo distaccata e con assoluta freddezza. "Evitarlo non ti servirà a molto"; sottolinea mentre chiude la cerniera lampo del mio vestito blu e lungo vino alle ginocchia. "Io non vorrei evitarlo ma...". La mia frase rimane in sospeso a causa dello stupore. Rimango inerme a fissare la porta davanti a me poiché davanti ad essa c'è Janin. Justin fa guizzare immediatamente il suo sguardo preoccupato su di me, ed io con un gesto della mano lo tranquillizzo. "Puoi andare. Sto bene Justin"; gli consiglio mentre Janin si avvicina a me lentamente. "Sei bellissima"; Esordisce la donna davanti a me con occhi fieri e sognanti. "Grazie"; mi limito a rispondere con un tono freddo e distaccato. "Perché sei qui?"; Le domando scrutandola poco amichevolmente. "Volevo vederti per augurarti buona fortuna"; risponde sembrando in imbarazzo ed impacciata. Io rimango in silenzio, ed esso spinge Janin a voltarsi per andare via. "Sai quand'ero bambina il mio più grande sogno era quello che mia madre m'insegnasse i segreti di un buon make up. Ancora oggi non sono molto brava"; affermo un po' balbettante, provando a farle capire che non voglio che vada via. Janin si volta lentamente verso di me sorridendomi commossa. "Vuoi davvero?"; Chiede colma di speranze. Annuisco debolmente sorridendole e, senza dire una sola parola mi siedo sulla sedia difronte lo specchio della stanza, prendo un pennello qualsiasi per il viso e lo porgo a Janin che non esita ad afferrarlo. È la prima volta che condivido qualcosa insieme a lei con la consapevolezza che sia mia madre. Le sue mani delicate aggiustano con una matita il contorno dei miei occhi, successivamente passa sulle mie labbra un rossetto color rosa pallido. "La mia stella brilla in ciel, ha il cuore di una bimba. La mia bimba che dorme..."; Canticchia lasciandomi senza parola; "Che dorme su di un letto di nuvole"; continuo io in stato catatonico, incredula di ciò che ha appena cantato. "Questa canzone me la cantava sempre qualcuno mentre dormivo quand'ero in ospedale. Pensavo fosse un'infermiera a canticchiarla"; affermo completamente sconvolta. Janin poggia una mano sul mio viso e l'accarezza scrutandomi con occhi malinconici e afflitti; "non avrei mai lasciato da sola la mia bambina. Ma gli assistenti sociali non volevano che mi avvicinassi a te di giorno, avevamo paura che soffrissi ancora di più. Grazie all'aiuto di un dottore io entravo di nascosto e ti stavo vicina. Io ti ho sempre amata bambina mia". Il mio make up perfetto viene rovinato dalle lacrime che al momento solcano il mio viso. Istintivamente avvolgo le mie braccia intorno al grembo di Janin singhiozzando come una bambina fragile e debole. "Non ti lascio più promesso. Adesso nessuno potrà portarti via da me"; mi rassicura accarezzando i miei capelli. Non ho più nessuno, e lei è la madre che ho sempre voluto e forse avevo torto quando pensavo che mi ha abbandonata perché non mi ha mai desiderata. Lei adesso è qui ed io ho bisogno di lei. "Fa male. Tanto male"; dico fra un singhiozzo e l'altro, mentre lei continua a rincuorarmi con le sue carezze. "Lo so, ma devi essere forte. Non sei sola"; mi sussurra baciando successivamente la mia nuca. "Posso?"; Domanda alle nostre spalle Ryan, un mio compagno di corso. Alzo il mio sguardo verso di lui, asciugando i miei occhi bagnati. "Ryan, tutto bene?"; Chiedo notando sul suo viso un'espressione cupa e preoccupata. "Niente affatto. John sta male, è ubriaco fino al midollo e non può recitare"; m'informa creando dentro di me il panico più totale. "Ia...Il signor Sanders è a conoscenza di tutto ciò?"; Domando provando a mantenere la calma; "lui è arrivato adesso, è nel suo ufficio, non credo che sappia qualcosa"; risponde con evidente nervosismo e paura. "Corro ad avvisarlo"; affermo alzandomi con determinazione dalla sedia. Lascio Janin dentro il mio camerino e, senza indugio, corro con indosso i tacchi della prima scena verso l'ufficio di Ian. Spalanco la sua porta e lo trovo seduto sul suo divano mentre fra le sue mani tiene una nostra foto. "Eravamo felici"; commenta alzando i suoi occhi verso di me, mostrandomi quanto essi siano distrutti e fragili. "Ian non è il momento per commiserarsi. John sta male e l'intero spettacolo è a rischio"; affermo con il fiatone. "Cosa?"; Chiede adirato spalancando i suoi occhi; "questa sera ci sarà Robert Pattinson ed un produttore a guardare lo spettacolo"; dice portando una mano sul viso con agitazione. "C'è una solo una soluzione. Lo sai"; Afferma guardandomi intensamente, promuovendo il mio assoluto dissenso. Scuoto freneticamente il capo; "no. Ian sarebbe doloroso per entrambi"; replico con il cuore in gola. "Non abbiamo altra scelta. E poi io e te facciamo scintille sul palco". Le sue mani afferrano le mie e le stringono forte; "Rachel, almeno lì possiamo fingere di essere qualcun altro"; mi sussurra esortandomi a prendere una decisione più razionale. "Va bene. Allora sarai tu Harry"; affermo con poca persuasione. Ian prende la mia mano ed insieme usciamo dal suo ufficio per raggiungere il teatro per prepararci. Scorgo Candice aspettarmi difronte il mio camerino e non appena vede Ian al mio fianco che tiene stretta la mia mano l'espressione sul suo viso diviene interrogativa. "Poi ti spiego"; la rassicuro parlando velocemente. Entro nel camerino insieme a lei e richiudo la porta. "Non vi eravate lasciati?"; Domanda in preda alla confusione; "Sì, ma siamo amici. È complicato"; provo a spiegarle cercando di preparami per lo spettacolo. "Tutto quello che riguarda te e Ian è complicato"; sottolinea sospirando rumorosamente. Supplico con le mani giunte ed uno sguardo disperata la mia amica; "ti aiuto e sto in silenzio. Ho capito"; afferma avendo intuito che non posso spiegarle tutto adesso, poiché è fin troppo complesso. Candice ridefinisce il mio trucco e mi aiuta a sistemare i capelli. "Sei stupenda"; si complimenta con me strofinando le sue mani sulle mie braccia. "Fra due minuiti devi essere sul palco"; mi avvisa il tecnico che sistema i microfoni. "Nervosa?"; Mi domanda la mia amica. Annuisco vivamente e scoppio a ridere a causa dell'agitazione. "Andrà tutto bene vedrai. Adesso vado, io farò il tifo per te e Tina. Spaccate tutto"; esclama emozionata e fiera. Rimango da sola nel mio piccolo camerino, mi osservo un attimo allo specchio e inizio a ripetermi che tutto andrà bene, e proprio mentre cerco di respirare, il suo volto si riflette sul mio specchio. Istintivamente mi volto verso di lui scrutandolo con occhi sgranati ed il cuore palpitante. "Sei pronta?"; Mi domanda ad un soffio dal mio viso; "credo di sì "; replico balbettando un po'. Ian mi porge la sua mano, il che significa che è ora di andare sul palco. Afferro la sua mano e deglutisco a fatica a causa dell'effetto che mi provoca il suo tocco. Camminiamo insieme verso il palco, attorno a me sento solo brusii e voci ovattate. La prima battuta di tutto il copione è la mia e la prima scena e proprio fra Rebecca ed Harry. Il loro primo incontro non è proprio consueto ma in fondo neanche quello fra me e Ian è stato un primo incontro normale. Le luci si spengono, tutti tacciono ed il sipario si apre. Osservo per un attimo il pubblico deglutendo, non sono mai stata così emozionata in tutta la mia vita. Cammino come da copione sul palco in cerca di colui che dovrebbe essere il mio ragazzo, ma contrariamente alle mie aspettative incontreró suo fratello. "Kurt dove sei? Non ho voglia di scherzare". Le luci si spengono anche sul palco per ricreare la notte, segno che sta per entrare in scena Ian. "Lui non c'è. In compenso ci sono io"; esordisce Ian in tutto il suo splendore. Occhi vivi e sicuri di sé, sorriso impertinente e dannatamente attraente ed un atteggiamento irriverente, non è complesso per lui recitare questa parte, gli basta essere sé stesso. Il primo atto prosegue alla grande, le scene fra me e Ian sono poche in questa parte dello spettacolo, tutto si complicherà dopo, durante l'atto finale. Prima d'Iniziare il secondo atto, cerco di prendere una boccata d'aria, o rischio sul serio di sentirmi male sul palco. "Stai bene?"; Mi domanda con apprensione Ian avvicinandosi a me. "No, ci sarà il bacio"; affermo tremante. "Sarà tutto finto"; replica tentando di tranquillizzarmi. "Sai anche tu che non è così. Non è mai stato così"; ribatto con lieve rabbia e frustrazione dentro. Ian decide di tacere e mi lascia da sola, ciò vuol dire che ho colpito nel segno. Quando siamo pronti per il secondo atto, le luci della sala si rispengono. Sono più agitata di prima, ho paura di baciarlo e infiammarmi come sempre. Lo spettacolo procede bene, Tina è stata molto brava questa sera ed anche Ryan è stato magnifico. Adesso però è l'ora della scena madre, quella in cui la protagonista dichiara il suo amore al fratello cattivo, quello egoista ed interrotto e colmo di demoni interiori, il medesimo di cui non riesce a fare a meno, esattamente come nella realtà. Perché in fondo io e la protagonista non siamo tanto diverse, siamo entrambe perdutamente innamorate di qualcuno che non possiamo avere, di qualcuno che in qualche modo ci distrugge e ci condanna ad un'invisibile schiavitù. "Ti prego guardami almeno"; dico con voce supplicate a Ian che rivolge il suo sguardo verso il vuoto. "Per sentirmi dire cosa? Che siamo un errore. No Rebecca sono stanco di questo assurdo gioco"; ribatte lui con ardore e impeto. I suoi occhi sono un fuoco ardente, e sono certa che abbiamo appena smesso di recitare. "Guardami, ho bisogno che tu lo faccia"; affermo io cercando di trattenere le mie lacrime. Quelle vere. "Siamo un errore?"; Chiede con aria dannata e afflitta. Mi avvicino a lui e blocco il suo polso esortandolo a guardarmi negli occhi. "Tu sai perfettamente che lo siamo"; replico con un enorme magone in gola. "Ma io ti amo lo stesso". La mia ultima frase non è scritta sul copione, ma è ciò che provo realmente. Ian spalanca i suoi occhi e si sofferma a guardami inerme. Con irruenza fiondo le mie labbra sulle sue e, prima che il sipario si chiuda, tutti applaudono il nostro bacio, senza essere consapevoli che non c'è nulla di fittizio in questo passionale ed irruento bacio. Assaporo le sue morbide labbra sfiorando la sua lingua con la mia, delicatamente e con passione. Le tende del sipario si chiudono e per qualche secondo continuiamo a baciarci. I nostri respiri sono affannati e lentamente e con difficoltà provo ad alzare i miei occhi verso i suoi. "Fuggi insieme a me. Lontano da tutto e tutti"; mi propone a voce bassa, con assoluta serietà riuscendo a togliermi il respiro. "Ian non puoi dirmi questo proprio adesso"; rispondo con voce flebile e tentennante. Lui non risponde, poiché il sipario si apre nuovamente e noi siamo costretti a salutare gli spettatori. Senza dire una parola e totalmente avvolta nella paura, quando lo spettacolo termina definitivamente, io fuggo via, rifugiandomi nel mio camerino. Spalanco la porta ritrovandomi difronte tutti i miei più cari amici. "Sei un vero talento Walters"; esclama con entusiasmo Dean porgendomi un enorme mazzo di fiori. "Grazie ragazzi non dovevate"; dico a tutti loro con sincera commozione. "Invece dovevamo, perché sei una stella nascente di Hollywood. Ricordati di noi comuni mortali quando camminerai sul Red Carpet"; mi schernisce Michael ricevendo un piccolo schiaffetto sulla nuca da parte di Candice. "Adesso ti lasciamo preparare per il ballo. Sarai fantastica con quell'abito"; afferma con vivo entusiasmo Candice. I miei amici mi lasciano da sola, però proprio mentre cerco di togliere il mio vestito, qualcuno bussa alla porta del mio camerino. Rialzo la cerniera del mio vestito e, sbuffando, vado ad aprire. "Phoebe. Paul...Siete venuti!"; Esclamo con entusiasmo e gioia abbracciando entrambi i miei cari amici. "Sei stata bravissima"; si congratula Paul stringendomi a sé. "Sono così felice di vedervi qui"; dico loro quasi commossa. Credevo che una volta finita la mia relazione con Ian non avrei più avuto molti contatti con loro due, ma mi sbagliavo poiché Phoebe mi chiama tutti i giorni per sapere come sto, mentre Paul quando viene a trovare il suo amico mi raggiunge quasi sempre nel mio dormitorio per salutarmi. "Non potevamo perderci l'esordio della nostra piccola stella"; replica Phoebe con aria divertita. Rido di gusto, lieta di averli qui al mio fianco. "Resterete per il ballo?"; Chiedo loro sperando in una risposta positiva. Paul osserva Phoebe sorridendo; "certo"; risponde facendo a me un ambiguo occhiolino. Sorrido un po' disorientata ma sono felice che i miei amici rimangano per l'ultimo ballo di questo anno scolastico un po' burrascoso e a dir poco tormentato. Paul e Phoebe escono dal mio camerino per lasciarmi preparare per il ballo. Indosso il mio abito elegante, è lungo e stretto, il corpetto è a forma di cuore e le maniche sono in pizzo e ricadono leggermente sulle mie spalle. Mi guardo allo specchio aggiustando i miei capelli, sospiro profondamene ed esco dal mio camerino. Mentre cammino verso la palestra, una serie di ricordi invadono la mia mente. Tutti i ricordi sono legati a lui. A me. A noi. Continuo a camminare, lasciandomi alle spalle i miei fantasmi, quelli che ormai fanno parte del mio passato. Varco la soglia della palestra senza nessun accompagnatore, e scorgo le mie migliori amiche ballare leggiadramente con i loro cavalieri. Mentre le osservo sorrido lievemente, spostando successivamente lo sguardo altrove. C'è anche Colin questa sera, è insieme ad una ragazza e stanno ballando. Lei forse non lo sa, ma è molto fortunata ad avere al suo fianco un ragazzo buono e dolce come lo è Colin. Ormai non mi domando più come sarebbe stata la mia se avessi scelto lui, perché non l'ho fatto, lui non è mai stata la mia scelta, il mio cuore fin dal primo istante ha amato Ian. Non avrei mai scelto Colin per un milione di ragioni diverse, mi correggo, per una sola ragione al mondo non l'avrei mai scelto, ed è la stessa ragione per cui adesso sono qui da sola. Mentre il mio sguardo guizza da una parte all'altra della palestra, in mezzo alla folla, scorgo anche Phoebe e Paul che ballano allegramente e, in un angolo quasi esiliato dal resto della festa, noto Ian e mi rendo conto che sta guardando me con intensità. La nostalgia invade la mia mente e attaglia il mio petto, tanto da provare un dolore quasi reale. Contro ogni mia aspettativa Ian avanza verso di me lasciandomi totalmente senza fiato. Rimango immobile e lo fisso sconvolta e al contempo ammaliata. "Mi concedi questo ballo?"; Mi domanda porgendomi la sua mano. Io debolmente annuisco, poggiando con delicatezza la mia mano sulla sua. Lui inarca le sue labbra perfette in un lieve sorriso e, allontanandosi da tutti, mi accompagna fuori dalla palestra. "Non dovevamo ballare?"; Domando confusa; "è qui che abbiamo ballato insieme la prima volta"; replica osservando con malinconia i miei occhi. Non ho più nessuna voglia di parlare, ho solamente bisogno di sprofondare fra le sue braccia e assaporare il suo profumo, perché non potrò sentirlo per due lunghe settimane. Avvolgo le mie braccia intorno al suo corpo e poggio la mia tesa sull'incavo del suo collo. Lui lascia scivolare le sue mani sulla mia schiena e dolcemente mi culla fra le sue braccia sulle note di una dolce melodia che risuona all'interno della palestra vicino a noi. Mi godo questo ultimo momento insieme a lui, perché quando tornerò dal mio viaggio in Grecia inizierò una nuova vita e lui sarà solamente mio zio. È giusto così. Le nostre vite devono prendere strade diverse, e per quanto sia infimo e doloroso tutto ciò, non abbiamo altra scelta.

A secret love- Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora