Capitolo quindici: Esplosione

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Distrattamente ascolto la mia amica Tina, credo che mi stia parlando della sua relazione con Dean. Continuo a giocare con il cibo dentro il mio piatto, mentre intorno a me le voci che mi circondano divengono sempre meno nitide e chiare. La mia mente è su tutt'altro pianeta, è concentrata a rievocare quei momenti insieme ad Ian, dentro quella stanza d'ospedale. Era la prima volta che qualcuno si prendeva cura di me, rimanendo l'intera notte a vegliare su di me. Anche quando i miei occhi erano chiusi, riuscivo a percepire la sua presenza osservarmi con premura e preoccupazione. "Secondo te sono troppo gelosa?"; Mi domanda Tina destandomi dal mio stato quasi catatonico. Scuoto il capo, ritornando sul pianeta terra, fingendo di averla ascoltata fin dall'inizio del suo lungo monologo. "E' normale essere gelosi, quando si ama sinceramente"; replico cercando di mangiare almeno un po' dell'insalata sul mio piatto; "tu sei mai stata gelosa?"; Chiede per avere un consiglio. Penso alla risposta da dare alla mia amica, e ad un tratto nella mia mente appare l'immagine di Ian seduto al bar del campus, in compagnia della mia insegnante di canto. Solo il ricordo di quell'evento senza significato, scatena in me una scintilla pronta a divampare in fuoco ardente. "Sì, sono stata gelosa di qualcuno. E' un sentimento in grado di offuscare ogni barlume di ragione"; ammetto addentando violentemente un po' della mia insalata insipida. "Hai più visto Ian?". Alzo lo sguardo verso la mia amica, sospirando lievemente. Lei non è a conoscenza del mio ricovero, preferisco tenere nascosta questa verità. Conosco bene le mie amiche, non farebbero altro che preoccuparsi per la mia salute, ed io detesto attirare troppo le attenzioni su di me. "No, ma oggi lo vedrò in teatro"; affermo con noncuranza, fingendomi indifferente all'argomento. "Proverete da soli?"; Chiede con aria sospetta, quasi come se temesse un possibile ritorno di fiamma; "sì. Ma credimi Tina, tra me ed il signor Sanders è finito tutto"; la tranquillizzo, provando a convincere anche me stessa di questo. In fin dei conti non è successo niente fra me e lui in ospedale, lui mi è stato vicino e si preso cura di me. La verità è che nessuno dei due è in grado di stare lontano dall'altro, abbiamo quell'innegabile ed incontrollabile bisogno di rimanere legati a qualsiasi prezzo, anche come semplici amici, ed è questo che siamo adesso. Quando mi ha riaccompagnata al campus, insieme abbiamo deciso che era inutile continuare a provare tutto quell'odio e quel rancore, era solo doloroso per entrambi. Ragion per cui rimanere in buoni rapporti, avrebbe giovato sia a me che a lui e soprattutto allo spettacolo a cui stiamo lavorando. "Comunque, che ne dici se questa sera organizziamo un pigiama party, solo io te e Candice?"; Propone euforicamente, sperando in una risposta positiva da parte mia. Ovviamente non posso fare a meno di risponderle di sì. Sarà oltre che divertente, un vero toccasana alle nostre vite abbastanza frenetiche. "Certo"; replico con il suo stesso entusiasmo. Posso già udire l'eco delle nostre risate quasi isteriche, mentre divoriamo interi pacchi di patatine e caramelle gommose. "Perfetto. Io porterò un film strappalacrime"; esclama Tina su di giri. "Aspetto una serata sole donne da tempo"; ammetto del tutto sincera. Ho sempre desiderato avere delle amiche come lo sono Tina e Candice, sempre energiche, spontanee e divertenti. Loro in qualche modo stanno contribuendo a rendere normale la mia vita. Non potrei mai rinunciare alla loro amicizia, in poco tempo sono divenute la mia famiglia, quella che ho sempre bramato, ma che non ho mai avuto. Sono le sorelle che da bambina immaginavo quando giocavo a prendere il tè. Ormai sono parte integrante delle mie giornate e non potrei mai chiedere di meglio. " anche io"; replica Tina sorridendomi allegramente. All'improvviso però la mia amica spalanca i suoi occhi, continuando a guardare il display del suo cellulare; "è tardissimo. Devo correre a lezione di pianoforte"; esclama agitata, prendendo di fretta e furia le sue cose poggiate sulla sedia. "Ci vediamo questa sera"; urla scappando via velocemente, salutandomi con bacio fluttuante. Osservo anche io l'ora sul mio cellulare, rendendomi conto che fra pochi minuti io ed Ian potremmo passare del tempo insieme. Mordo il mio labbro, provando a frenare tutte quelle immagini lussuriose su di lui, che riempiono la mia mente. Ma è impossibile dimenticare le sue mani sul mio corpo, mi toccavano con tale sicurezza. Respiro profondamente, rammentando a me stessa che non si ripeterà mai più un evento simile, abbiamo preso strade diverse, abbiamo deciso di rimanere in buoni rapporti, mantenendo comunque una certa distanza. Senza praticamente aver toccato cibo, lascio la sala mensa. E' difficile anche ammetterlo a me stessa, ma la verità è che io sto fremendo dalla voglia di provare insieme a lui. Voglio vederlo, passare del tempo insieme a lui anche solo per poter sentire la sua risata o ammirare quel suo sorrisino sfrontato. Varco la soglia dell'ingresso del teatro intravedendolo sopra il palco, è concentrato sul copione, ma nell'istante in cui poggio il mio sguardo su di lui, quella strana connessione che ci lega gli suggerisce di voltarsi verso la mia direzione. Mi sorride quasi divertito, ed io non posso fare a meno di ricambiare; "Sali sul palco, abbiamo molto lavoro da svolgere"; mi suggerisce facendomi segno con la mano si raggiungerlo. Salgo esitante sul palco, non riesco a smettere di strofinare le mie mai sul tessuto dei miei collant, guardando di sfuggita le sue mani che scrivono qualcosa sul copione. "Che scrivi?"; Gli domando con curiosità, avvicinandomi a lui cercando di allungare il collo per guardare il foglio su cui sta scrivendo; "delle piccole modifiche"; replica concentrato, senza farsi distrarre da me e dalle mie domande. Ha un non so che di affascinate il suo sguardo concentrato e serio, è raro vederlo così. Certamente neanche in questa occasione il suo fascino svanisce, al contrario sembra intensificarsi. "Iniziamo le prove?"; Chiede tornando a guardare me, indugiando il suo sguardo sulle mie gambe ricoperte da un leggero collant. "Certo"; affermo con assoluta allegria, nascondendo il mio implacabile nervosismo. Sono agitata, la sua presenza oggi mi provoca strane scariche elettriche su tutto il mio corpo. Lui si avvicina a me, con l'intenzione d'iniziare le prove; "Rebecca. Non fuggire più da me. Lo so mio fratello ti merita più di me. Però non posso fare a meno di desiderati intensamente. Non vivo più. Ti immagino fra le sue braccia e mi sento morire"; dice sostenendo il suo sguardo sul mio. Sta recitando. Mi ripeto mentre osservo i suoi occhi che s'intensificano sempre di più. Chiudo per un secondo le palpebre, respirando profondamente, provando a respingere quell'impulso del tutto sbagliato che mi incita a gettarmi fra le sue braccia, senza alcun controllo. Ma non appena riapro i miei occhi, quel desiderio s'intensifica. "Devo andare Ian"; farnetico scappando via dal palco come una vera codarda. Cammino lungo il corridoio quasi deserto dell'edificio principale del campus. Le mie gambe continuano a vacillare, e respiro debolmente. Dovevo scappare, rimanere lì era solo una tortura. Non sono pronta per affrontarlo, credevo di farcela ma non è affatto così. Finché continuerò a provare qualcosa per lui, sarà un'impresa titanica lavorare al suo fianco. "Rachel"; mi urla da lontano. Mi ha seguita, e adesso cosa posso fare?. Tento di camminare più velocemente, ma il mio tentativo è del tutto inutile, perché lui è molto più veloce di me. In pochi istanti mi ritrovo le sue mani intorno alla mia vita, ed il suo corpo quasi schiacciato sul mio. Vorrei scappare altrove, ma alle mie spalle vi sono gli armadietti, mentre le sue mani sono poggiate sul mio busto in modo tale da impedirmi di fuggire. "Perché tenti di scappare da me?"; Mormora piano. I nostri sguardi sembrano collegati fra di loro da un filo invisibile. Si desiderano mentre i nostri corpi reclamano a gran voce d'intrecciarsi urgentemente. Tremo come una foglia, intimorita dalle stesse razioni del mio corpo; "Ian per favore, potrebbero vederci"; gli dico con assoluta serietà, provando a farlo ragionare. "Non m'importa. L'unica cosa che voglio in questo preciso istante è strapparti i vestiti di dosso, trascinarti in aula vuota e baciare ogni singolo centimetro del tuo corpo"; sussurra osservandomi con occhi tormentati e colmi di un desiderio, che con tutto se stesso ha provato a reprimere. Adesso ho caldo, sento le fiamme danzare attorno a me. Non può comportarsi in questo modo. Non può tentare di sedurmi. Anche se lo bramo con ogni singola cellula del mio corpo, non deve accadere per nessun motivo al mondo. Deglutisco nervosamente e incrocio nuovamente con difficoltà i suoi occhi ardenti e più azzurri che mai. "Lasciami Ian"; gli consiglio, imponendo alla mia voce di non incrinarsi. Lui però con impulsività mi blocca contro gli armadietti, le sue mani sono salde sui miei fianchi, il suo corpo caldo è a pochi millimetri dal mio, ed il suo viso è fin troppo vicino. "Non penso proprio che tu voglia essere lasciata in pace"; mormora malizioso, incastrandomi con quel suo sguardo del tutto illegale. "Ian"; lo supplico, senza sapere davvero cosa dire. Le sue labbra bollenti e vogliose però mi mettono a tacere, piombando sulle mie. Mi bacia come nessuno aveva mai fatto prima. E questo sua voglia sfrenata e quasi disperata di me, non fa che scaldare più intensamente il mio corpo. La sua lingua è forte e decisa, e strofina la mia con avidità, come se avesse il timore di perdermi di nuovo. Le sue labbra mi divorano, sembra completamente affamato di me. Mi bacia profondamente come se quel bacio in qualche modo possa mettere a tacere le sue sofferenze e i suoi demoni. "Ci vedranno Ian"; tento di farlo ragionare, sussurando con affanno sulle sue labbra. Lui annuisce guardandosi intorno, poi con decisione afferra il mio polso destro, trascinandomi senza ripensamenti in quello che è il suo ufficio. Quando arriviamo difronte la porta, ritorna a baciarmi brutalmente, impedendomi perfino di respirare. Di fretta e furia chiude a chiave la porta del suo ufficio, senza mai staccare le sue mani sul mio corpo ormai bollente. Sono completamente travolta dall'adrenalina, dal forte ed incontenibile desiderio e dalla paura. Senza mezzi termini Ian aggrovoglia le sue mani intorno ai miei capelli, facendo scontrare la sua bocca con la mia. In questo momento dovrei spingerlo via, urlargli che tutto questo è sbagliato, e che l'ennesimo errore potrebbe davvero annientarci. Ma non ci riesco, lui ha questa capacità di annebbiare i miei sensi. La sua lingua invade la mia bocca reclamandomi. Affondo una mano nei suoi capelli nero corvino. Con una sola mano mi solleva, e mi fa sedere sull'orlo della sua scrivania. Avvolgo le gambe attorno a lui, premendo il mio bacino contro il suo. Lentamente infilo le mani sotto la sua maglietta. Ad un tratto smette di baciarmi e sfila quest'ultima dalla testa, gettandola con noncuranza dall'altra parte della stanza. Divoro le sue labbra, il suo collo, la sua pelle. Non voglio altri che lui. Quando provo a slacciare i bottoni dei suoi jeans, lui mi sorride sulle labbra, spingendo con maggiore pressione i suoi fianchi contro di me. Smette di baciarmi per sfilarmi la maglietta dalla testa, lasciandomi in reggiseno, ma anche esso scompare qualche secondo dopo, facendo compagnia alla mia maglietta, sul pavimento del suo ufficio. La sua testa si inclina verso il mio seno, appogiando lì le sua meravigliose labbra. Gemo mordendo violentemente le mie labbra, e finalmente riesco a slacciare i suoi jeans, liberando la sua erezione. Con veemenza afferra una coscia alzandomi la gamba, mentre la sua mano sale verso la mia gonna. La sposta sempre più su, e le sue labbra tornano a baciarmi con avidità. Le gambe mi tremano a causa dell'evidente desiderio che aumenta con intensità, e per la paura. Qualcuno potrebbe scoprire cosa stiamo facendo qui. Ian, infastidito dai miei dannati collant li strappa senza alcuna esitazione. Il suo gesto irruento e passionale mi lascia senza fiato, e per un breve istante lo guardo con totale brama, spaventata dalle emozioni lussuriose che è in grado di accendere in me. Senza il mio consenso, sposta l'orlo delle mie mutandine. Ormai sono assuefatta e completamente persa in lui che non ho abbastanza forze per oppormi a ciò che desidera farmi. Spinge un dito dentro di me, poi un altro, senza pensarci una seconda volta. Inarco la schiena, spingendo contro la sua mano, mordendo il mio labbro inferiore, tentando goffamente di reprimere i miei vergognosi gemiti. In questo momento sono completamente sua. Voglio essere sua, sempre. Prima che possa rendermene conto, sfila velocemente le mie mutandine, lanciandole sul divano del suo ufficio. Lo stiamo per fare sopra la scrivania del suo ufficio, dove potrebbe entrare chiunque. Dovrei essere terrorizzata, invece al contrario tutto ciò stimola ancor di più la mia eccitazione. Estrae dalla tasca dei suoi jeans un preservativo, e senza esitazione lo mette. Con decisione afferra i miei fianchi, sistemandosi più comandante fra le mie cosce. Un brivido intenso invade il mio corpo, destabilizzandomi quando lentamente entra di me. Con cautela si muove dentro di me, tenendo le sue mani salde sui miei fianchi, facilitando così i miei movimenti. Arriccio le dite sull'orlo della scrivania, accogliendo la sua eccitazione ancora più in profondità. I suoi movimenti si fanno sempre più irruenti e decisi. E senza controllo mi scappa un gemito di puro piacere. Le sue labbra sono incollate al mio collo, e sento il suo fiato spezzarsi, anche lui come me è in preda all'eccitazione e alla passione che ci sta divorando. È una sensazione impagabile averlo dentro di me. Riesco a sentirlo a pieno, percepisco ogni cosa, anche cosa sta provando. Quello che ci lega non è solo un insaziabile attrazione, noi ci perdiamo l'uno nell'altro e ci completiamo. So che è così. Riesco a leggerlo nei suoi occhi ogni volta che si poggiano su i miei. Un intenso calore invade il mio corpo, segno che sono arrivata al culmine del piacere. Respiro con affanno, mi aggrappo alla sua schiena premendomi a lui. Graffiandola. Ricercando anche il suo attimo di puro piacere. Quando entrambi raggiungiamo l'orgasmo, con intensità ci scrutiamo per qualche secondo, continuando a fare l'amore con gli occhi. I suoi occhi mi divorano, e non posso fare a meno di gettarmi sulle sue labbra. Le bacio dolcemente, provando mille emozioni diverse. Una parte di me ormai è divenuta sua. Talmente sua che sono certa che non potrà mai appartenere a nessun altro. Sento il suo calore addosso, la sue pelle emana un profumo che vorrei ogni istante impresso sulla mia pelle. Le sue mani continuano a stringermi a sé, quasi come se avesse il timore di lasciarmi andare un'altra volta. Ma io questa volta non ho intenzione di scappare da lui. "La verità è che ho paura"; dice all'improvviso, sollevando i suoi occhi sul mio viso. La sua voce tremante e debole desta in me un senso di inquietudine, ma continuo ad ammirarlo in silenzio. "Ho paura che se mi permetto di essere felice. Anche solo per un breve istante, il mondo mi crollerà addosso. E non lo sopporterei. Non di nuovo". Completamente catturata dal suo lato così umano e fragile, mi viene del tutto spontaneo poggiare una mano sul suo viso, osservandolo con occhi tremendamente dolci; "ho le tue medesime paure Ian. La vita non è stata troppo gentile con noi, abbiamo imparato fin troppo presto che potremmo perdere coloro che amiamo"; gli sussurro, poggiando la mia fronte sulla sua. Debolmente e con sincerità Ian mi sorride; "ti voglio davvero con tutto me stesso"; afferma accarezzando le mie cosce con delicatezza. "Sono qui Ian, e giuro. Non vorrei essere da nessun'altra parte"; lo rassicuro perdendomi fra le sue possenti e confortanti braccia. Rimaniamo l'uno fra le braccia dell'altro per un bel po', finché entrambi non veniamo richiamati dai propri impegni. Ci rivestiamo, senza staccarci gli occhi di dosso, lui mi sorride con aria irresistibile, e forse sto davvero impazzendo, perché in questo preciso momento, quel suo ghigno arrogante e presuntuoso non mi desta alcun fastidio, anzi, contrariamente a ciò che ho sempre sostenuto, lo trovo dannatamente perfetto ed unico. "Ci vediamo più tardi?"; Mi chiede prima d'uscire dal suo ufficio, tenendomi stretta a lui. La sua brama di vedermi, di stare al mio fianco, mi lusinga, facendomi sentire speciale. Sto per rispondere con sicurezza di sì, ma ad un tratto ricordo la promessa fatta alle mie amiche. Questa sera abbiamo organizzato un pigiama party, e non posso disdire all'ultimo momento. Quindi a malincuore dovrò rispondere di no ad Ian. "Mi dispiace, ho già organizzato una serata sole donne insieme le mie amiche"; replico con reale rammarico. Senza preavviso Ian mi bacia fugacemente; "non preoccuparti. Troverò il modo per vederti"; ribatte sicuro di sé, con la sua tipica aria da presuntuoso. Tento di replicare, rammentandogli che non posso lasciare le mie amiche senza destare sospetti. Ma lui mi zittisce, baciandomi con brutale passione, aprendo pochi secondi dopo la porta della stanza. Per prima fa uscire me, raccomandandomi di guardarmi attorno con accortezza. Seguo il suo consiglio, e con cautela mi dirigo verso il bagno delle ragazze. Guardo il mio riflesso allo specchio, rendendomi conto che sto sorridendo come un ebete. Vorrei contenermi, ma non ci riesco. Voglio ridere fino ad esplodere, non avevo mai provato tanta felicità in vita mia. Che stupida sono stata, per tutto questo tempo ho provato a scappare da Ian, ricercando qualcosa che mi facesse sentire viva e felice, quando in realtà lui era la risposte a tutti i miei affanni. 

A secret love- Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora