Capitolo diciannove: Il viaggio

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In alcun modo si può sfuggire a ciò che ami. Credo che essa sia una delle leggi più immutabili che appartengono al genere umano. Due anime corrisposte, continueranno a cercarsi finché non si incontreranno. Voglio lasciarmi cullare dall'idea che sia Ian, l'anima a cui sono legata. Sento di appartenergli, e sento che lui appartenga a me. Amarsi è un concetto troppo astratto, per poter essere tradotto in semplici parole. I poeti per secoli e secoli hanno provato quest'impresa, eppure anche loro hanno fallito, poiché era comunque marginale l'amore che riuscivano a trascrivere. Scommetto che l'amore che provavano per la loro musa era molto più profondo e contorto, molto di più di quello che la mente umana possa solamente immaginare. L'amore è una forza così travolgente, che fa credere ad ogni essere mortale che nulla in questa vita sia impossibile. Non posso ancora affermare che la relazione fra me e Ian sia un simbolo di quell'amore che vince su tutto, però sono quasi del tutto convinta che il legame che ci unisce non è affatto frivolo o debole. Oggi partirò insieme a lui. Non conosco la destinazione, poiché il mio ragazzo vuole farmi una sorpresa, è più di una settimana che lo torturo con le mie domande curiose e lecite, ma lui ha la bocca cucita, non mi ha rivelato nulla. Mi ha solo detto che il posto in cui stiamo andando mi piacerà, e che ne rimarrò così incantata che gli domanderò di comprare una casa lì. Io ed Ian non abbiamo mai parlato concretamente e con serietà del nostro futuro insieme, a volte ci scherziamo su, ma nessuno dei due ha mai fatto progetti, forse è ancora troppo presto. E forse entrambi abbiamo tanta paura del domani. Però per quanto io sia razionale, non posso in alcun modo celare che sarei disposta a fuggire insieme a lui, se solo me lo chiedesse. Non esiterei neanche un instante. Sarebbe una follia, o la più grande benedizione della mia vita. Preparo le valigie, sono già quasi pronte, devo solo controllare se ho dimenticato qualcosa. La mia amica è al mio fianco, anche lei controlla la sua valigia. Siamo esaltate per via di queste vacanze, lei potrà rivedere la sua amata famiglia, ed io finalmente potrò rimanere da sola con il mio professore. Niente occhi indiscreti. Niente sotterfugi per vederci. Niente bugie. Saremo solo io e lui, in un luogo dove nessuno saprà chi siamo e che ruoli ricopriamo. "Tutto pronto"; esclama Candice, richiudendo la sua valigia; "mi mancherai"; le dico avvicinandomi a lei; "ne dubito. Sarai al fianco dal tuo Ian. Non avrai tempo per pensare a me"; replica ridacchiando con lussuria. Scoppio a ridere anch'io per via della sua allusione perversa; "allora sarà colpa di Ian se non potrò pensarti"; replico con scherno, promuovendo un'espressione disgustata sul viso della mia amica; "meglio cambiare discorso, la mia mente sta proiettando immagini poco caste"; scherza, scuotendo bruscamente la sua testa. Ritorniamo nuovamente serie, guardandoci colme di nostalgia. Ormai siamo abituate l'una alla presenza costante dell'altra. "Mi mancherai"; diciamo all'unisono, abbracciandoci calorosamente. "Chiamami mi raccomando. Voglio sapere in quale luogo romantico ha deciso di portarti"; mi ordina con il solito atteggiamento dolce e premuroso; "certo, e tu devi assolutamente salutarmi i tuoi genitori"; replico abbracciandola nuovamente. Dopo qualche secondo d'affetto e tenerezza, sciogliamo l'abbraccio; "io vado, Ian mi aspetta fuori"; le dico abbozzando un lieve sorriso; "sì certo. Buon viaggio tesoro. Ti meriti proprio di essere felice". Le sue parole mi sciolgono il cuore, e la guardo piena di gratitudine; "buon viaggio anche a te"; replico prendendo la valigia da sopra il mio letto. Saluto con un piccolo cenno della mano la mia amica, prima di chiudere la porta del mio alloggio. Prendo un respiro profondo e mi ripeto mentalmente che questo viaggio sarà perfetto, che niente andrà storto. Trascino la mia valigia verso l'auto decappottabile azzurra di Ian, quest'ultimo non appena mi scorge si affretta a venirmi incontro per aiutarmi. "Scommetto che c'è il tuo intero appartamento qui dentro"; esordisce riferendosi alla mia valigia. I miei occhi, spontaneamente, lo fulminano; "solo il necessario"; ribatto infastidita. Ecco, siamo insieme da tre secondi è già discutiamo; "immagino che per necessario tu intenda tutto il tuo armadio e parte dei tuoi cosmetici"; mi prende in giro, stampandosi sul volto il suo tipico sorriso beffardo; "sai che non amo particolarmente i cosmetici"; ribatto salendo in auto, mentre lui deposita la valigia nei sedili posteriori. "Sì lo solo, sarebbe un peccato rovinare il tuo viso con quella roba"; dice sedendosi di fianco a me. Al suo velato complimento arrossisco e gli sorrido dolcemente; "sei proprio un finto adulatore"; replico ridendo. Lui scrolla le spalle con consapevolezza; "Perché non baci questo finto adulatore?"; Chiede sporgendosi verso di me, sbattendo velocemente le sue ciglia. Con tenerezza poggio le mie mani su entrambe le sue guance, e castamente sfioro le sue labbra. Però i piani di Ian sono ben diversi dai miei. Irruentemente la sua bocca inizia a divorare la mia. Ed il bacio casto che avevo in mente io, si trasforma in pura passione. Ian mette in moto l'auto, e imbocca la strada verso l'aeroporto. "Adesso mi dici qual è la nostra metà?"; Gli domando sopraffatta dalla curiosità; "sii paziente, e goditi il viaggio"; mi consiglia ammiccando. Seguo il suo consiglio e provo a rilassarmi. Poggio la mia schiena sul sedile, soffermandomi ad ammirare il meraviglioso paesaggio che si sussegue velocemente. Siamo quasi arrivati in aeroporto, ad un tratto però Ian, senza nessun preavviso svolta dalla parte opposta. "Ian l'aeroporto era dall'altra parte"; gli faccio notare con perplessità. Lui mi sorride con soddisfazione; "non dobbiamo prendere l'aereo"; replica continuando a guidare. Quest'uomo è sempre un eterno mistero, credevo di essermi abituata a tutto questo, ma non smetterà mai di sorprendermi. "Benvenuta a Santa Barbara"; Esclama sorpassando a gran velocità il cartellone di benvenuto della città. Spalanco i miei occhi, osservando la distesa di mare che sembra di fianco a noi. "La spiaggia di Santa Barbara, è una delle più belle di tutta la California, dovevi vederla"; mi spiega scrutando minuziosamente ogni mia reazione, sembrando incantato da me. "Adesso liberati di ogni cosa e goditi queste vacanze"; mi incita urlando. Ha perfettamente ragione, devo liberarmi di tutto. In queste due settimane l'unica cosa che farò sarà divertirmi e godermi quello che la vita ha deciso di offrirmi. E guardando Ian al mio fianco in tutta la sua bellezza, posso liberamente affermare che la vita in questo momento è divenuta molto generosa nei miei confronti. Ian posteggia la sua auto proprio difronte un grande Hotel. Non avevo mai visto tanto lusso in tutta la mia vita. Ho la bava alla bocca, e non riesco a richiuderla. Un ragazzo con indosso la divisa dell'hotel si avvicina ad Ian chiedendogli le chiavi della sua auto. Un altro ragazzo invece prende le nostre valige, riponendole sopra un'enorme carello dorato. "La nostra suite è pronta"; mi sussurra all'orecchio, intrecciando la sua mano alla mia. Io annuisco ancora in stato catatonico, continuando a guardarmi attorno con aria estasiata. Saliamo, con l'ascensore anch'esso lussuoso e sfarzoso, all'ultimo piano di questo grande hotel. Quando le porte dell'ascensore si aprono, noto immediatamente le valige davanti la nostra porta. "Tutto questo è..."; Non riesco a parlare, le parole si ingarbugliano attorno la mia lingua. Il mio sguardo guizza dalla porta della suite ad Ian, mentre lui mi osserva divertito. "Magnifico?"; Dice continuando lui la mia frase; "di più"; esclamo con entusiasmo; "questo è in assoluto il giorno più bello della mia vita"; affermo sospirando con aria sognante e quasi commossa; "non ti ho ancora spogliata"; ribatte Ian sogghignando con impertinenza. Con aria ammaliante e sensuale mi avvicino a lui; "cosa aspetti a farlo?"; Gli chiedo avvolgendo le braccia intorno al suo collo. Mi sorride senza staccare i suoi occhi dai i miei. Annego nel suo profondo oceano. Probabilmente sto sognando. Tutto questo è fin troppo perfetto. L'hotel, la città, lui. Ogni singolo dettaglio è unico. "Dovrai aspettare per quello"; mi sussurra, solleticandomi l'orecchio. Ian apre la porta della nostra camera, e se poco prima ero incantata adesso non riesco nemmeno a descrivere come mi sento. Le mie gambe tremano ed i miei occhi cercano di ammirare la suite, ma è talmente bella che non so cosa osservare con più attenzione. I miei comunissimi occhi nocciola, non avevano mai ammirato nulla di così lussuoso. Chissà quanti soldi avrà speso Ian per questo viaggio. Io non potrò mai ricambiare la sua generosità, probabilmente a lui non importerà nemmeno, ma a me importa eccome. "Sistemiamo le valige. Devo portarti in un posto"; mi suggerisce con un'espressione carica di entusiasmo. Annuisco e frettolosamente sistemo la valigia. Voglio scoprire immediatamente quale sarà il luogo dove desidera portarmi Ian. Fremo dal desiderio di vedere l'immensa spiaggia di Santa Barbara. "Ho sistemato le valigie"; esordisco alle sue spalle, mentre lui è concentrato sul display del suo cellulare. Al suono acuto e allegro della mia voce, Ian si volta, soffermandosi a guardare la mia valigia ancora chiusa, riposta sotto il letto. Per qualche attimo mi osserva inarcando verso l'alto un sopracciglio; "e quella non la devi disfare?"; Chiede indicando la valigia. Sbuffo sonoramente, gettando le mie braccia intorno al suo collo. I miei enormi occhi si spalancano, e l'osservano imploranti. Sbatto velocemente le palpebre, sporgendo in avanti il mio labbro inferiore; "ma io voglio uscire"; dico imitando una bambina che fa i capricci. Ian  scuote la testa ridendo; "va bene"; si arrende poggiando delicatamente le sue morbide labbra sulle mie. Assaporo l'inconfondibile sapore della sua pelle. Le mie mani premono contro il suo viso, approfondendo il lungo bacio. "Se continuiamo in questo modo, non credo che usciremo più da questa suite"; sussurra fra le mie tremanti labbra. "L'idea è allettante"; replico appoggiando le mie mani sul suo petto; "sì, ma io ho altri piani"; ribatte sorridendomi. Non ho la minima idea di quali siano i suoi piani, però sono davvero curiosa di sapere cos'ha in mente di fare. "Allora illuminami su questi tuoi piani così geniali"; affermo provando ad estrapolare qualche informazione; "se ti rivelo tutto adesso il mio alone di mistero scomparirà. Quindi aspetterai e vedrai tutto con i tuoi occhi"; risponde senza lasciarsi sfuggire nemmeno il più piccolo degli indizi. Roteo i miei occhi, e decido di arrendermi. Mi godrò le sorprese che ha da offrimi signor mistero. Ian afferra la mia mano; "adesso andiamo"; mi suggerisce, trascinandomi fuori dalla stanza. Usciamo fuori dall'hotel, entrando nuovamente dentro l'auto. Accendo la radio, intonando la canzone che stanno trasmettendo. Noto che Ian mi osserva con la coda dell'occhio, e che sorride lievemente. Mi domando istintivamente quali pensieri al momento ruotano intorno alla sua mente. Quando Ian sorpassa la spiaggia mi rendo conto che non è lì che desidera portarmi, e immediatamente mi sorge spontaneo chiedermi dove stiamo andando in realtà. Tento di reprimere la mia curiosità, e rimango seduta composta sul sedile della sua auto. Quando Ian parcheggia la sua auto, sussulto di gioia. "Un luna park"; Urlo piena di entusiasmo, saltandogli addosso. "Lo so, non è un posto tanto romantico, ma è solo la prima tappa del nostro tour"; si giustifica, senza alcuna motivazione. Ho sempre sognato di andare ad un luna park. Con irruenza e felicità, afferro la sua mano, e con impazienza lo trascino dentro il luna park. "Per prima cosa saliremo sulla ruota panoramica. Poi gli autoscontri e poi giocheremo nelle bancarelle"; blatero senza sosta e velocemente. "Calmati, tutta questa eccitazione ti farà male"; mi suggerisce ridendo. Vorrei calmarmi, ma non ci riesco, non ero mai stata tanto felice in tutta la mia vita. Ero convinta che la felicità non fosse destinata ad una ragazza come me. "Non ho neanche bevuto il caffè questa mattina"; gli rivelo carica di eccitazione. Ian paga i biglietti, ed entriamo dentro il luna park. Ancora non posso credere che sono davvero qui, insieme a Ian. Senza neanche saperlo lui pian piano sta realizzando tutti i sogni che avevo fin da bambina. "Adesso signorina Walters, saliremo sulla ruota panoramica"; dice dirigendosi verso di essa. E' magnifico poter tenere la sua mano senza aver paura di essere visti da qualcuno. Questo viaggio è stata una vera benedizione. Qui possiamo essere noi stessi, e i ruoli che ricopriamo non hanno alcuna importanza. Dopo una lunga fila, finalmente siamo dentro la ruota panoramica. "Voglio vedere la città dall'alto"; esclamo poggiando le mie mani sul vetro. Le mani di Ian si poggiano sul mio busto, la sua guancia sfiora il mio viso, mentre le mie mani accarezzano le sue. Non mi ero mai sentita così tanto amata e protetta, ed è incredibile che sia proprio Ian a farmi sentire così. Chiudo per un attimo i miei occhi, assicurandomi che tutto questo non sia un sogno. Li riapro e lui è ancora alle mie spalle, e continua a stingermi a sé. La ruota panoramica si muove, e la nostra cabina è sempre più in alto. Riesco a vedere la spiaggia da qui. È davvero una distesa di sabbia lunga chilometri. Le palme che la circondano sono praticamente minuscole viste da quassù. Vedo i tetti dei palazzi più alti, rendendomi conto che siamo davvero in alto. "Vorrei guardare il tramonto sulla spiaggia"; rivelo ad Ian, voltandomi leggermente verso di lui; "ogni suo desiderio è un ordine per me"; risponde con compostezza, provocandomi una lieve risata. Vorrei avere il potere di fermare il tempo. Lo fermerei in quest'attimo così perfetto. Non dimenticherò mai questa giornata, e non dimenticherò mai lui e il suo sorriso mentre scruta il mio viso. Come potrei dimenticarlo?. Se un giorno tutto questo dovesse finire, quando riuscirò di nuovo a pensare a lui, mi ricorderò di questo giorno, e di quanto io sia stata felice ed innamorata. Molte persone si sono fermate a guardarci ridere. Soprattutto mentre giocavamo nelle bancarelle. Ian è riuscito a vincere al tiro con l'arco. Ha vinto un peluche gigante, ed è a forma di pinguino. "Come lo chiamerai?"; Mi domanda mentre lo sistemo con cura nei sedili posteriori dell'auto; "Mr Roger"; rispondo soddisfatta; "è un nome carino"; commenta entrando in auto; "lo so, l'ho scelto io"; replico fingendomi arrogante e presuntuosa. "Il sole sta per tramontare"; preciso, ricordandogli implicitamente che voglio osservare il tramonto sulla spiaggia; "Sì, lo so"; risponde dirigendosi verso la spiaggia. Esulto mentalmente, Non vedo l'ora di passeggiare a piedi nudi sulla spiaggia. Non aspetto neanche Ian, non appena lui parcheggia l'auto, io mi catapulto fuori, correndo verso l'Oceano, simbolo di libertà. Ian mi raggiunge pochi secondi dopo. Entrambi togliamo le scarpe, godendoci la sabbia sotto i palmi dei nostri piedi. "Chissà cosa c'è oltre questo oceano"; commento osservando l'immensità dell'orizzonte; "altri continenti immagino"; replica Ian con ironia. "Vorrei conoscerli tutti"; sussurro, mentre percepisco le sue mani circondarmi il busto. "Ti prometto che un giorno attraverseremo insieme l'Oceano"; sussurra con voce morbida e sensuale, poggiando le sue labbra sul mio collo. Il sole sta per tramontare, la sua luce arancione ed intensa bacia i nostri visi, e sia io che Ian, in silenzio lo ammiriamo mentre sembra nascondersi in fondo alle acque profonde dell'Oceano pacifico. Una leggera brezza marina sfiora i nostri visi, ed io immortalo questo momento che rimarrà in enterno nel mio cuore.

A secret love- Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora