Capitolo venticinque: Quotidianità

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Percepivo ogni suo dolore, percepivo perfino il rumore assordante dei suoi silenziosi pensieri, udivo ogni cosa e avrei tanto voluto mettere a tacere ogni cosa, farlo stare meglio con sé stesso e liberarlo dall'enorme macigno con cui è costretto a convivere. Però so bene quanto sia complicato mettere a tacere quelle vocine dentro la propria testa, le stesse che ti spingono a farti osservare il mondo in maniera distorta e poco chiara. Lui è convinto che io sono l'unica chiave in grado di liberarlo dai suoi demoni interiori, ma non è così, io posso solo aiutarlo, posso stargli vicino e amarlo con tutta me stessa però sarà lui con il tempo a liberarsi dei suoi incubi, trascorerranno forse degli anni, e dovrà lavorare molto su se stesso, ma sono più che sicura che riuscirà a sconfiggere i suoi timori. Ed un giorno capirà anche lui che può essere felice senza sentirsi in colpa. È trascorsa una settimana dal funerale del signor Sanders, e in questi giorni Ian è stato impegnato con una scartoffia di documenti amministrativi dell'azienda del padre, poiché la madre vorrebbe che il figlio si occupasse di ogni cosa proprio come faceva suo fratello, ma Ian non ama lavorare lì quindi sta cercando un ottimo delegato per fare le sue veci. Sono fiera di lui, ha riallacciato i rapporti con la madre ed adesso la chiama tutti i giorni e questo sembra farlo stare meglio con sé stesso. Sono sveglia già da qualche minuto, e sono distesa sul mio fianco destro sostenendo tutto il mio peso con il braccio. Ian ancora dorme come un bambino, ha la bocca dischiusa, i suoi capelli nero corvino sono scombinati e questo dettaglio lo rendono semplicemente irresistibile. Accarezzo la sua fronte, delineando con l'indice i contorni del suo volto, non provavo tanta felicità dal nostro viaggio insieme. Ammiro ogni piega del suo viso perfetto e mi meraviglio che quest'uomo sia mio. Paul ha dormito da Phoebe quindi io e Ian abbiamo approfittato della casa libera per rimanere un po' da soli, ne avevamo bisogno, avevo la necessità di dormire al suo fianco, percepire il suo respiro e i battiti del suo cuore nel pieno della notte e sentirmi al sicuro fra le sue braccia e ritornare a sperare che niente di tutto ciò possa mai finire. "Buongiorno"; sussurro ad un soffio dalle sue labbra, imprendo sul mio viso un sorriso allegro. Pian piano Ian apre i suoi occhi, è adorabile quando è assonato sembra più fragile appena sveglio, poiché é completamente privo dalla sua arroganza. Prima di rispondermi mugola qualcosa d'incomprensibile, segno che è ancora dormiente. "Sei già sveglia?"; Mi domanda nascondendo la testa sul cuscino tentando di riaddormentarsi; "sì dobbiamo andare al campus, tu devi tenere le lezioni in teatro ed io devo assistere a tante lezioni"; replico iniziando a baciare il suo collo. Ian si volta verso di me prendendo fra le sue mani il mio viso; "buongiorno"; dice con aria sensuale baciando con avidità e possessione le mie labbra. "Oggi sarà una giornata faticosa"; gli rammento cercando di dissuaderlo dalle sue vere intenzioni. "Solo dieci minuti"; mi supplica continuando a baciarmi dappertutto; "Fra venti minuti dobbiamo essere entrambi nelle nostre aule"; preciso scostandolo da me prima che riesca a convincermi. Smorzando un sorriso sbuffa mettendo quasi il broncio; "non è giusto"; si lamenta osservando il mio corpo; "hai la mia camicia?"; Costata osservandomi sottecchi; "sì"; rispondo arrossendo lievemente; "sei una piccola ladra"; insinua afferrando il bavero della camicia trascinandomi verso di lui; "per farmi perdonare preparerò la colazione"; affermo baciando la punta del suo naso. Il suo viso si corruccia in un'espressione un po' contrariata; "esiste un modo migliore per farti perdonare"; sussurra facendo scivolare le sue mani sulle mie gambe scoperte; "Siamo già in ritardo"; preciso allontanando le sue mani dal mio corpo un po' controvoglia. Contrariato Ian sospira profondamente e contemporaneamente ci alziamo dal suo letto. Velocemente faccio una doccia così posso correre a preparare la colazione. Prendo dal frigo di Ian il latte e le uova ed anche il bacon, per lui preparo una frittata di uova mentre per me preparo una semplice tazza di latte e cereali. "Dovremmo vivere insieme"; sussurra al mio orecchio ad un tratto, proprio mentre cucino. Le sue mani circondano la mia vita e m'impediscono di muovermi. Sento una strana fitta allo stomaco e non ho idea se ciò che mi ha appena detto sia solo un'affermazione giocosa o una reale proposta. Rido nervosamente iniziando ad immaginare come sarebbe vivere insieme a lui. La mia mente all'improvviso proietta diverse immagini, alcune davvero tranquille di me e di lui distesi sul divano a guardare un programma in tv, altre invece più burrascose dove io e lui ci urliamo contro perché siamo in disaccordo su qualcosa. "Dico sul serio Rachel"; la sua voce si oscura e, istintivamente, mi volto verso di lui osservando i suoi occhi seri e profondi. "Voglio vivere al tuo fianco"; continua accarezzando il mio viso che continua a sorridergli colmo di felicità; "e Paul lo gettiamo via?"; Domando scherzosamente, scatenando anche in lui una leggera risata; "no, ma questo cambiamento gli farà capire che è arrivato il momento per lui di sposarsi"; mi spiega stringendomi fra le sue braccia; "come sei diventato saggio"; costato fiera di lui; "però adesso lasciami cucinare o brucerò tutto"; gli dico scostandomi da lui ritornando sui fornelli. L'idea di andare a vivere insieme non mi dispiace affatto, lo guardo mangiare la colazione che ho preparato io e mi sorge spontaneo pensare che lui è ciò che voglio ammirare tutte le mattine. Ci sorridiamo a vicenda consapevoli che abbiamo superato la tempesta, e che adesso ci attende l'arcobaleno. Lo so che il nostro rapporto non sarà sempre rose e fiori, litigheremo a causa dei nostri caratteri fin troppo orgogliosi, ma sono certa che niente potrà separarci, poiché abbiamo compreso che nulla è più importante della nostra relazione. "Dobbiamo andare è tardissimo"; esclamo osservando l'ora sul display del mio cellulare. Io e Ian lasciamo il suo appartamento quasi come due fulmini, entrambi abbiamo una giornata difficile, però per fortuna oggi ci vedremo in teatro. "A dopo piccola mia"; mi sussurra difronte l'aula di canto, nonostante non possa baciarmi appassionatamente i suoi occhi mi guardano così intensamente e profondamente che sembrano toccarmi anche l'amina. "A dopo"; replico con un filo di voce, mordendo il mio labbro che vorrebbe divorare il suo. Entro dentro l'aula di canto sorridendo come non avevo mai fatto prima, e questo desta l'attenzione sia della mia insegnante, che mi guarda un po' con amarezza, sia quella di Colin. Quest'ultimo non appena mi seggo al suo fianco mi lancia una fugace occhiata curiosa e percepisco dalla sua espressione dubbiosa e curiosa che vorrebbe parlarmi, ma dal momento che Janin è già in classe è costretto a rimandare il suo discorso. Scrivo sul mio quaderno degli appunti di alcune nozioni importanti per il saggio di fine anno, è incredibile come il tempo sia volato via, oggi è il  tre marzo ciò significa che fra un po' arriverà la primavera e che l'anno sta per terminare. Mi soffermo a pensare al mio primo giorno e mi sembra così vicino, invece sono passati ben cinque mesi tortuosi e complicati. Però sono arrivata fin qui e sono fiera di ciò che ho realizzato, faccio parte di una band, ho conosciuto persone fantastiche che sono divenute la mia famiglia ed ho al mio fianco Ian quell'amore per cui ho lottato tanto. "Ci vediamo domani"; ci saluta la mia insegnante lasciandoci uscire. Appena fuori la porta vengo richiamata da Colin, mi volto verso di lui con aria allegra ma lui continua a guardarmi con un'espressione accigliata e sofferente. "Credevo fosse finita"; esclama afferrandomi il polso con lieve rabbia. "Di che parli?"; Gli chiedo confusa strattonando il braccio provando a liberarmi dalla sua presa. "Ti farà nuovamente male. Perché non riesci a vedere la realtà?". Distolgo il mio sguardo verso le mie scarpe intuendo a cosa sta facendo riferimento. "Colin è una decisione che devo prendere da sola"; rispondo con aria seria cercando di fargli capire che la mia relazione con Ian non gli riguarda. "E poi verrai da me quando ti spezzerà nuovamente il cuore? Così poi lo spezzerai nuovamente a me. Ancora ed ancora"; afferma con durezza scrutandomi sottecchi. "Siamo amici, credevo..."; la sua voce roca mi interrompe bruscamente mettendomi a tacere. All'improvviso il ragazzo timido e dolce che conoscevo è svanito e difronte a me c'è un ragazzo che non ho mai conosciuto. "Cosa credevi?"; Urla impetuosamente; "Sei così cieca da non riuscire a vedere con i tuoi occhi la realtà delle cose?"; Continua ad urlare con evidente frustrazione. "Colin di che parli?"; Domando con voce tremante ed un po' impaurita dalla sua reazione. "Che ti amo. Che ho continuato ad amarti per tutto il resto del tempo. Ti ho aspettata e credevo avessi compreso che quello lì non ti merita. Io ti ho amata nonostante tutto e a te neanche importa". La sua voce si affievolisce ad ogni sillaba così come i battiti del mio cuore. "Sono un vero idiota. Essere gentili a questo mondo non serve a niente. Sii felice con il tuo insegnante, ma ricorda che uno come lui non si meriterebbe una ragazza come te". Colin scompare in mezzo alla folla degli studenti, mentre io rimango immobile a fissare il vuoto ferma e sotto shock. Sono stata davvero cieca per tutto questo tempo, non mi ero accorta che lui ha continuato ad amarmi, da quanto tempo vivo nel mio egoismo? Da quanto tempo ho smesso di ascoltare gli altri crogiolandomi solo nei miei problemi? Mi ha sconvolta più del dovuto la confessione di Colin e sono realmente costernata poiché lui è davvero un ragazzo speciale e pieno di qualità. Lui mi ha consolata e mi è sempre stato vicino, ha preso i pezzi rotti del mio cuore e mi ha regalato dei sorrisi. Ma non raccontiamoci bugie. Colui che ha raccolto i pezzi distrutti del nostro cuore non sarà mai l'amore della nostra vita, anche se ci illudiamo, e ci sforziamo di credere che possa essere così. L'amore indiscusso della nostra vita è colui che ha infranto il nostro povere e fragile cuore. È così, sarà per sempre così. È una realtà crudele ed immutabile. La più ignobile forse, ma la più vera. Leggermente frastornata e rammaricata a causa della discussione e lo scambio acceso di idee avuto con Colin, raggiungo il teatro rendendomi conto che sono in ritardo per la lezione. I miei compagni sono già tutti posizionati sopra il palco e Tina sta provando la scena insieme a Ryan. Quando salgo sul palco Ian mi lancia uno sguardo interrogativo, ma non dice nulla per non interrompere i miei compagni di corso. Detesto ferire le persone soprattutto quelle che mi hanno sempre voluta bene e riempita di attenzioni. Però Colin è ancora innamorato di me ed io non ricambio il suo amore, forse una volta ero innamorata di lui, anzi sarebbe più opportuno specificare che ero innamorata dell'idea che mi ero fatta di lui. Desideravo al mio fianco il ragazzo perfetto, quello da spot pubblicitario, e lui lo è, Colin è perfetto sotto ogni aspetto, ma la perfezione non ha nulla a che fare con il concetto di amore, essi camminano parallelamente, poiché l'amore non è mai stato un simbolo di perfezione, ma di passioni ed esse sono irruente e vorticose, celano sofferenza avvolta da momenti di gioia, quindi si può anche affermare che l'amore è un miscuglio di sensazione e percezioni differenti, non è mai qualcosa di statico e unico. Osservo Ian, per me simbolo di quell'amore che io ritengo tanto imperfetto ma di cui non posso fare a meno, ci guardiamo sorridendoci a vicenda, dimenticando che attorno a noi ci sono occhi indiscreti che dopo ci giudicheranno. "Ragazzi devo comunicarvi un avviso importante". Ian richiama l'attenzione su di sé e tutti noi studenti con attenzione l'ascoltiamo; "lo spettacolo non si farà più per la chiusura del quadrimestre, ma lo faremo a fine anno per problemi tecnici interni"; ci spiega rincuorandoci un po'. Tutti noi eravamo preoccupati per l'esito finale di questo spettacolo, volevamo più tempo per provare poiché c'arano ancora delle incertezze in alcune scene. Continuiamo a provare, ormai siamo tutti in sintonia, Ryan e John sono davvero bravi ma anche molto divertenti, e quando la scena si fa troppo seria loro sbagliano di proposito scatenando delle risate generali, e l'atmosfera diviene allegra e meno stressante. "Ci vediamo domani ragazzi"; li saluta Ian, mentre io mi avvicino con discrezione a lui. "Vai dal tuo bel insegnante?"; Mi punzecchia Tina alle mie spalle; "Mi era mancato davvero tanto. Dobbiamo recuperare"; rispondo alla mia migliore amica, aspettando pazientemente che il resto della classe esca dal teatro. "Non avete recuperato abbastanza questa settimana?"; Scherza in tono malizioso la mia amica ammiccando sfacciatamente. Ridacchio un po' nervosa e arriccio il mio naso; "non abbastanza"; replico scrollando le mie spalle; "signorine non dovete andare a riposare?"; Domanda Ian con aria giocosa; "io sì, ti lascio la mia amica ma stai attento a quello che fai"; ribatte Tina quasi minacciosamente puntandogli il dito contro. Ian ridendo alza le mani in segno di resa; "sarò un angioletto. Comunque non mi ricordo di averti dato il permesso di parlami così confidenzialmente"; replica Ian facendo roteare gli occhi della mia migliore amica; "sei il ragazzo di Rachel, è un lusso che posso permettermi"; risponde la mia amica sorridendogli; "adesso vado a domani"; ci saluta, depositando sulla mia guancia un bacio. "È davvero tosta la tua amica"; commenta Ian osservando Tina uscire dalla porta secondaria. Mi avvicino a lui circondando le mie braccia intorno al suo torace; "per questo siamo amiche"; affermo osservando i suoi occhi che mi scrutano intensamente e profondamente. "Perché sei arrivata in ritardo?"; Mi chiede con serietà con il viso corrucciato. Sospiro ricordando la discussione avuta con Colin; "perché il mio ex mi ha fermata dopo la lezione di canto"; gli dico con assoluta sincerità. Stiamo ricominciando tutto d'accapo e non voglio che ci siamo muri d'ora in avanti fra di noi. "Che voleva da te?"; Domanda con rigidità. Avevo previsto una sua reazione negativa; "niente, ha solo capito che noi due abbiamo di nuovo una relazione e mi ha rivelato di essere innamorato di me"; gli confido distogliendo lo sguardo dal suo che è divenuto puro fuoco. "Voglio che stai lontana da lui, quel ragazzino è sempre stato un ostacolo"; ribatte furibondo alzando il tono della sua voce contro di me. "Siamo nella stessa band"; gli rammento prontamente, incrociando le braccia al petto. "Esci dal gruppo"; mi suggerisce scrollando le spalle, senza pensare minimamente cosa è importante per me; "scordatelo Ian"; affermo a denti stretti. È ancora egoista e autoritario, devo ravvedermi le persone non cambiano mai per davvero. "Per me è importate quella band"; chiarisco provando a farlo ragionare con raziocino. "Non voglio che la mia ragazza frequenti il suo ex ancora innamorato di lei". Stiamo discutendo per una sciocchezza, e devo abituarmi a tutto ciò perché lui ed io siamo entrambi orgogliosi, ci scontreremo ancora è inevitabile. "Ti fidi così poco di me? Ti devo ricordare che ho tradito Colin con te, perché ho sempre voluto te"; affermo alzando anch'io il tono della mia voce. "mi fido di te. E poi non l'hai tradito con me, ci siamo solo baciati"; mette in chiaro alzando gli occhi al cielo. Lo guardo sottecchi; "il bacio è considerato un tradimento"; puntualizzo impettita imprimendo sul mio viso un'espressione focosa e arrabbiata. Ian spalanca sia la sua bocca che i suoi occhi, osservandomi fingendosi sorpreso; "davvero? Allora dovrò smetterla di baciare quella Sandy"; dice con l'evidente intenzione di provocarmi. Adirata colpisco violentemente il suo braccio con un pugno; "idiota"; rido promuovendo anche la sua risata. "Per me esisti solo tu Rachel. E ammetto di essere terribilmente geloso di te". Di nascosto sorrido con soddisfazione gettandomi fra le sue braccia; "ti ricordi della cena con mia madre questa sera?"; Mi domanda ad un tratto. Come avrei mai potuta dimenticarla sono giorni che vivo solo d'ansia a causa di questa cena. Ho paura di dire qualcosa di sbagliato o di fare qualcosa di imbarazzante. "Sì, mi ricordo perfettamente della cena, e ricordo anche che non ho nessun vestito adatto da indossare"; replico sbuffando con disperazione. "Andiamo a comprare qualcosa. Ho una cosa chiamata carta di credito"; mi suggerisce senza pensarci una seconda volta. Alzo i miei occhi verso i suoi con perplessità; "non puoi comprarmi un vestito ogni volta che ne ho bisogno"; ribatto riferendomi al meraviglioso vestito che ha comprato per me per il ballo d'autunno. La commessa mi ha detto che il donatore era anonimo ma so bene che è stato lui a pagare l'abito. "Non ti ho mai comprato dei vestiti"; replica lui con aria confusa; "puoi dirmi la verità, tanto lo so che hai pagato tu il mio vestito per il ballo d'autunno"; affermo un po' tentennate. Dalle sue espressioni percepisco che davvero non ha idea di cosa io stia dicendo; "giuro non sono stato io a comprare quell'abito". Spalanco i miei occhi rimanendo leggermente sotto shock. Se non è stato Ian e neanche Colin, chi è costui tanto generoso da regalarmi un abito così costoso?

A secret love- Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora