capitolo ventuno: Dubbi e certezze

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Mi ritrovo nuovamente fra le grandi e confortevoli mura della palestra del college, in compagnia dei miei più cari amici. Le vacanze sono finite, e con esse la pace e la serenità che avvolgeva me ed Ian. Siamo innamorati e il nostro legame è sempre più intenso, ma è complicato vivere dentro un segreto che potrebbe distruggere le nostre vite. Ma preferiamo vivere il nostro segreto, piuttosto che rinunciare a tutto quello che abbiamo costruito insieme. Osservo distrattamente Dean suonare la batteria. Stiamo preparando nuovi brani per il ballo a tema invernale. Anche questa volta la direzione del college ha chiesto alla nostra band di suonare, molti studenti hanno iniziato a seguirci, hanno addirittura chiesto di farci incidere un disco per promuoverlo all'interno del college. "Dean cerca di essere meno aggressivo, il brano è calmo"; gli suggerisce Colin, intonando con la sua chitarra una melodia lenta e calma. Finalmente il nostro leader è tornato insieme a noi ed io non posso che esserne lieta. Senza di lui la band non era più la stessa, d'altro canto lui è l'essenza vitale del nostro gruppo. Nei suoi occhi leggo tanta malinconia, ma ha tanta forza dentro di sé, ed il suo sorriso racconta parte della sua incredibile abilità di riprendersi. "Sveglia splendore. A chi pensi?". Michael sventola davanti al mio viso la sua mano, e mi richiama all'attenzione in tono di scherno. "Smettila idiota"; lo ammonisco colpendo la sua spalla con un lieve schiaffetto. Questa band per me è come una famiglia, e questi tre buffi ragazzi che mi vogliono bene, sono come fratelli per me. È difficile immaginare la mia vita senza loro, senza la musica e senza questa spensieratezza. So bene che la vita non è affatto facile, ma ogni tanto mi piace pensare che mi ha riservato qualcosa di speciale e che mai riuscirà a portarmelo via. "Sei pronta per il ballo?"; Mi domanda Colin, porgendomi alcuni spartiti delle nuove canzoni. "Sì, non vedo l'ora. Sarà il mio primo evento con...Lui insomma"; dico un po' tentennante ed imbarazzo, facendo attenzione che i ragazzi non ascoltino la nostra conversazione. Per fortuna sono entrambi impegnati a litigare per chi dei due suonerà l'assolo della terza canzone che suoneremo al ballo. "Il tuo primo evento insieme a lui"; commenta il mio amico con un ambiguo sorriso sul volto. "Sono agitata"; gli rivelo con serietà, strofinando le mie mani fra loro. Colin muta la sua espressione giocosa, infondendomi coraggio e sicurezza, ciò di cui ho bisogno. Il ballo è fra due giorni, e so bene che io ed Ian dovremo mantenere le dovute distanze, nonostante sia lui il mio cavaliere. Questa situazione alle volte è davvero opprimente ed intollerabile. Però devo accettarlo, perché perdere Ian significherebbe perdere anche un pezzo importante della mia anima. "Tu con chi andrai al ballo?"; domando curiosa, sperando che anche lui possa trovare la felicità nel volto di qualcuno. "Con Irina Turner"; risponde con una certa fierezza nel suo sguardo; "una cheerleader? Ma che Casanova"; commento divertita, punzecchiandolo un po'. Io lui non sembriamo affatto due ex. Non c'è imbarazzo fra noi e giochiamo come se fossimo stati sempre buoni amici. Forse eravamo destinati a questo fin dall'inizio. "Ho il fascino del bravo ragazzo dalla mia parte"; si pavoneggia scrollando le sue sue spalle larghe. "Io devo andare"; avviso i ragazzi, rendendomi conto che potrei far tardi per la lezione di canto, poiché prima voglio passare a salutare Ian nel suo ufficio. "Ci vediamo domani"; mi saluta Dean roteando le sue bacchette. Saluto tutti loro con un cenno veloce della mano, e senza aspettare un secondo di più mi catapulto verso l'ufficio di Ian. Non appena arrivo mi rendo conto che l'ufficio è chiuso. Probabilmente è al bar o in sala professori. Penso, cercando di darmi una spiegazione valida. Ad un tratto però vedo la sua ombra, proiettata dalla vetrata opaca della porta, e non è da solo, c'è una figura femminile al suo fianco. Il mio cuore si restringe. Il fiato sì accorcia, e gli occhi sì velano di dolore. Aspetto lì immobile, tremando come una foglia. Non andrò via finché non vedrò la donna che è insieme a lui. Tengo i miei libri di canto stretti al mio petto, mentre le mie dita continuano a grattare nervosamente la copertina. I secondi sembrano scorrere lentamente, tutto ciò sta diventando una tortura. Finalmente la porta si spalanca, ed a uscire per prima è la ragazza. Focalizzo il suo volto, anche se da lontano, ma la sua chioma bionda è inconfondibile. È Candice. Ma cosa ci faceva dentro l'ufficio di Ian?. Una minima parte di me adesso è più calma ma gran parte di me si domanda quali motivazioni hanno spinto la mia migliore amica nell'ufficio del mio ragazzo. Con determinazione e tante domande mi avvicino al mio ragazzo che è davanti la porta del suo ufficio. "Ciao piccola". Mi saluta con aria tranquilla, ma c'è tanta paura nei suoi occhi. "Ho visto Candice uscire da qui"; dico in tono brusco e inquisitorio. Ian ha sul viso una chiara espressione colpevole e sofferente. "Era qui per parlarmi di Joseph"; risponde con aria cupa. Vorrei credere alle sue parole, ma una voce dentro di me mi suggerisce che sta mentendo. "Perché?"; Chiedo rimanendo fredda e distaccata. "Sa che siamo amici...Che c'è non ti fidi?"; Domanda alzando tono della sua voce contro di me. "Sì solo che è stato strano vederla qui"; replico sospirando. Candice è la mia migliore amica e lui è il mio ragazzo, non mi ferirebberó mai. Sono stata sciocca, questa volta la gelosia mi ha accecato, e la ragione mi ha completamente abbandonata. "Hai ragione scusa. Certo che mi fido di te"; dico sorridendo debolmente. "Perdonata"; replica teneramente, prendendo di nascosto la mia mano. Si guarda attorno, facendo attenzione al via vai degli studenti. "Questa sera ceni con me, Paul e Phoebe?"; Mi propone guardando i miei occhi in cerca di una risposta. "Certamente. Adoro Phoebe"; rispondo piena di entusiasmo. "Non dirlo a Paul, potrebbe rimanerci male"; scherza con sarcasmo. "Adoro anche lui"; aggiungo con sincerità, ridendo. "Purtroppo devo correre a lezione"; dico con rammarico, sporgendo il mio labbro inferiore. Ian guardandosi attorno con agitazione, fugacemente poggia le sua labbra sulle mie. "Questo ci aiuterà ad affrontare le prossime ore. A dopo piccola". Mi saluta dirigendosi verso il teatro. Lo fisso un po' mentre percorrere con aria sicura il corridoio, ripetendo a me stessa di mettere a tacere ogni pensiero negativo. Entro dentro l'aula di canto, sotto lo sguardo vigile e severo della mia insegnante. Riesce in qualche modo a gelarmi il sangue. Non Ho mai visto Janin così seria e distaccata, lei è sempre solare e piena di vita. Oggi è tutto così strano, il mondo sembra girare al contrario. Forse io sarò paranoica, ma ho la netta sensazione che qualcosa non va come dovrebbe. Mi siedo al mio posto, Colin non è ancora arrivato, si sarà fermato con i ragazzi per discutere di alcuni dettagli per il ballo. Janin inizia la sua lezione, senza il suo solito sorriso, senza il suo ineguagliabile entusiasmo. Dopo due lunghe ore di spiegazioni, la lezione di canto termina. È stata piuttosto noiosa, Colin non si è presentato e mi ha praticamente lasciata da sola. Mi dirigo verso il corridoio, la mia prossima lezione è recitazione e per nessun motivo al mondo voglio perdermela. "Rachel devo parlarti"; urla alle mie spalle Janin. Mi volto lentamente verso di lei. Non può richiamarmi proprio adesso che devo correre da Ian. "Dimmi"; dico un po' freddamente. L'ultima volta che ci siamo viste abbiamo discusso per colpa di Ian. Voleva a tutti costi metterlo in cattiva luce. So bene quali demoni nasconde, però io mi fido di lui, e dopo la nostra meravigliosa vacanza so per certo che non potrebbe mai mentirmi o farmi alcun male. "Rachel tengo molto a te". Percepisco dal suo tono di voce flebile e tremante che tutto ciò che sta per dirmi non mi piacerà affatto. Il mio sesto senso mi suggerisce che vuole mettermi nuovamente in guardia su Ian e la nostra relazione clandestina. Il mio viso è inclinato leggermente verso destra, e provo ad ascoltarla senza perdermi troppo nei miei pensieri. "Ian non è quello che credi". Sorrido amaramente difronte la sua affermazione scontata. Ho già sentito pronunciare queste parole da Candice, ma lei si è ravveduta, quando le ho mostrato quanto dolce e premuroso sa essere con qualcuno a cui tiene davvero. "Ian ha commesso degli sbagli, ma ha sofferto tanto. Ha bisogno di me ed io di lui. Non mi importa chi è stato in passato. Mi basta sapere chi è adesso"; ribatto furente. I miei occhi tremano, e una lacrima solca il mio viso. Ho tanta rabbia dentro di me, tutti continuano a ripetermi in continuazione che prima o poi Ian mi ferirà inevitabilmente. Lo ripetono così tante volte che inizio anch'io a diventare paranoica. "Meriti di più"; mi suggerisce cercando di accarezzare il mio viso. Inutilmente però, poiché velocemente mi scosto con un espressione seria e astiosa. "Merito solo di essere felice. E lui mi rende felice"; affermo furente, dirigendomi quasi correndo verso il teatro. Janin era un modello di vita, credevo che mi avrebbe capita sempre, invece anche lei come ogni altro essere umano su questa terra, vive di pregiudizi. Mi ha delusa profondamente. Prima di varcare la soglia del teatro, asciugo goffamente con la manica della mia maglietta grigia, l'alone nero del mascara intorno ai miei occhi. Non voglio che Ian mi veda piangere, non saprei nemmeno spiegargli bene i motivi che mi hanno spinta a farlo, poiché nemmeno io li conosco. Vedevo in Janin una sorella, una figura buona e forse il suo atteggiamento ostile mi ha scossa più di quanto avrei mai potuto immaginare. "La protagonista è in ritardo"; esordisce Ian usando un tono quasi autoritario. "Mi scusi"; mi limito a rispondere con uno sguardo spento e disperso nel vuoto. "Allora ragazzi, iniziamo dal secondo atto"; suggerisce Ian, indicando me ed il mio compagno John. Nonostante intorno a noi vi sono altri quindici studenti, nonostante i nostri ruoli non ci permettono di comunicare, Ian non ha smesso neanche un attimo di fissarmi con aria preoccupata. Ha capito che qualcosa mi turba, e leggo nei suoi occhi che vorrebbe sapere cosa mi è accaduto, ma non può interrompere la lezione, quindi mi lancia uno sguardo confortante e fugace, ritornando professionale. "Lo spettacolo sarà fra due mesi, e voi dovete essere pronti. Sono stufo di vedere gente che utilizza ancora i copioni"; si lamenta Ian, riferendosi maggiormente a Ryan ed un'altra ragazza del corso, che farà la narratrice. Continuo a pensare alle parole crude della mia insegnante, senza mai comprendere perché è così infervorita. Una paura, che da un mese ormai avevo accantonato, riaffiora improvvisamente dentro di me. E se lei fosse innamorata di Ian? Non è una possibilità così remota, sono colleghi, lavorano insieme ed hanno pranzato insieme varie volte, e probabile che fra un pranzo e l'altro lei ha compreso che Ian è più di un semplice collega. Tutte queste supposizioni elaborate così meccanicamente dalla mia testolina, si fondono con la paura di perdere l'uomo che amo, e mi provocano un'intensa fitta allo stomaco. "Rachel devi entrare tu in scena"; mi richiama a voce bassa Tina. Confusamente alzo il mio sguardo verso Ian e John, che mi stanno aspettando al centro del palco per provare; "non sto bene. Ho bisogno d'aria"; affermo correndo verso la porta d'emergenza. Chiudo la porta alle mie spalle, e con raziocinio provo a calmarmi. È inutile che mi tormenti in questo modo, lui ha scelto me, continua a farlo ogni giorno, contro tutto e tutti. "Il signor Sanders mi ha suggerito di raggiungerti"; esordisce Tina uscendo anche lei dalla porta d'emergenza. Le sorrido debolmente, lieta di averla al mio fianco. "Che ti succede?"; Mi domanda preoccupata, accarezzando la mia spalla. "Devo raccontarti una cosa"; dico flebilmente, rimproverando me stessa per non averle rivelato prima questo mio enorme e soffocante segreto. Ho sempre saputo che di lei e Candice potevo fidarmi, però avevo anche il timore che le loro preoccupazioni insinuassero dei dubbi su Ian. "Sai che puoi parlarmi di qualsiasi cosa"; mi rammenta continuando ad osservarmi con i suoi enormi occhi nocciola e rassicuranti. Prendo un bel respiro e chiudo i miei occhi; "Io e Ian stiamo insieme"; dico tutto d'un fiato, aprendo i miei occhi, notando la sua reazione sorpresa e perplessa. "In che senso?"; Domanda storcendo le sue labbra di lato; "nel senso che lui è il mio ragazzo"; replico scrollando le spalle. Lei annuisce e nonostante la sua espressione sia perplessa, prova a sorridermi; "sei felice?"; Mi chiede. Nessuno prima d'ora si era mai preoccupato della mia felicità, erano tutti occupati a ricordarmi il passato, non tanto remoto, di Ian. "Sì. Sono felice"; rispondo scoppiando a piangere dalla gioia. La mia amica senza bisogno d'infinite spiegazioni ha accettato la mia bizzarra relazione con il nostro insegnate. Tina è speciale, ha un'empatia che nessun altro essere umano possiede. Mentre i miei occhi straripano la mia amica si accinge ad abbracciarmi. Ci stringiamo l'una all'altra, ed io le sussurro all'orecchio quanto sia contenta che non mi abbia giudicata o rimproverata. Dopo questo momento, la mia amicizia con Tina si è evoluta e sono convinta che l'una rimarrà per sempre legata all'altra.

A secret love- Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora