14 : parte 7

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Mi sveglio e lui è lì di fianco a me, sta ancora dormendo. Le immagini della sera prima sono chiare e distinte nella mia testa. Lui che ride, lui che fai il difficile, noi su questo letto, insieme. Insieme. Com'è possibile che io abba vissuto uno dei momenti più intensi con quello che dovrebbe essere il mio più grande nemico? Perché questa città mi ha messo proprio contro di lui?
Osservo i lineamenti del suo viso, così caratteristici. Le sue labbra che ho baciato più volte piegate in un sorriso, che inevitabilmente fa sorridere anche me. Il suo corpo perfetto. Le sensazioni che mi da sentirlo vicino. Io avrei dovuto odiare tutto questo, ma ormai non mi interessa più. È incredibile come i ricordi della sera precedente siano così vivi, come nessuno mi abbia mai dato le stesse emozioni che mi ha dato lui, neanche a letto. E dire che mi chiamo Bruce Wayne, che tra le caratteristiche del mio personaggio, che in realtà è una maschera più di quanto non lo sia Batman, c'è il fatto di aver fatto "esperienza" per lo meno con numerose donne. Ma come ho detto, ormai amche quella parte di Bruce Wayne è una maschera e l'uomo che sono realmente ora è qui a riflettere su quanto il pazzo davanti ai suoi occhi sia insopportabile, adorabile e adesso anche incredibilmente bravo a letto.
Mentre penso a queste cose, passo una mano nei capelli di J e con l'altra afferro la sua, senza smettere di fissarlo. Continuo così per qualche minuto, fin quando non si sveglia.
"Wayne, molla la mano, sai che mi da fastidio." Dice lui con aria infastidita.
"Va bene, come ti pare. Buongiorno, comunque. Hai dormito bene?"
"Dopo ieri sera sì."
"Immagininati me. Ero stanco morto. Sei bravo, però."
"Vorrei dire che lo sei anche tu ma poi ti farei troppi complimenti e non va bene." Mentre dice questo ride, passando a sua volta la sua mano nei miei capelli e avvicinandosi molto a me. Mi da un veloce bacio a stampo e si allontana ridendo.
"Pff, non ho bisogno che sia tu a dirmelo, so già di essere bravo." Faccio il finto offeso per qualche secondo poi scoppio a ridere e lo abbraccio.
"Come vuoi, come vuoi." Scuote la testa e si alza dal letto, poi va verso la porta della camera con l'intenzione di fare di nuovo avanti e indietro tra tutte le stanze della casa, sfogando ancora la sua iperattività. Lo affero per il polso.
"J, sai che Alfred oggi torna, vero? Potrebbe arrivare da un momento all'altro!" Jack si blocca, con un'espressione un po' delusa, poi mi tranquillizza "Eh, va bene."
Che nessuno sappia quello che facciamo tra queste pareti, che nessuno sappia tranne noi che siamo qui e quella carta che sta sul pavimento da mesi ormai, una delle tante lasciate qui, che infilamdosi in uno spazio in parte nascosto dal letto ha avuto la fortuna di non essere notata, di non essere messa nel cassetto insieme alle altre. È difficile vivere tutto questo nel segreto ma è necessario, sono le nostre vite ad imporcelo.
Vedo che un'espressione tra il deluso e l'infastidito non se n'è ancora andata dal volto di J. Probabilmente, penso io, non è tanto per le stanze in sé, ma perché odia che qualcosa gli sia impedito senza che lui possa fare nulla.
"Ma suppongo che lo sentiremmo entrare e nel caso potremmo nasconderci qui dentro." Dico io, come per acconsentire il suo giro per casa mia. "Tanto lo avrei fatto anche senza il tuo permesso!" Risponde lui, ridendo.
Passiamo il tempo tra una stanza e l'altra, a dire cazzate e a restare abbracciati finché non ci rendiamo conto del tempo che è passato, del fatto che è di nuovo pieno giorno.
"Odio quando mi fai perdere la cognizione del tempo, Bruce. È giorno e io devo andare via."
"Hei, non è colpa mia se tu ti dimentichi che ore sono!"
"Come vuoi"
Lo prendo per i fianchi e lo stringo in un abbraccio, lui fa passare le sue braccia dietro al mio collo. Lo guardo negli occhi, nei suoi occhi così profondi, il suo sguardo intenso, non riesco a distogliere la mia vista da lì. Poco più in basso lo vedo di nuovo sorridere.
"Pff, lasciami andare." Dice poi lui cambiando del tutto espressione. Lascio che si liberi dalla presa e che se ne vada, facendo caso all'attenzione che presta a non farsi notare da nessuno.
Dopo circa dieci o quindici minuti da questa scena sento la porta aprirsi. Non può essere altri che Alfred di ritorno, perciò vado a salutarlo.

Batman

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 20, 2017 ⏰

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