2 : parte 2

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"Sta bene? La vedo piuttosto... confuso, signore."
"Sì, tutto bene. È che, vedi, le cose ultimamente si sono fatte un po' più complicate... con Joker, intendo."
"Signor Wayne, ancora?"
"Sì, ancora."
"Signore, se permette..."
"No Alfred. Non credo che sia il caso. È una situazione che anch'io fatico molto a comprendere. Lasciami solo, per favore."
"Come vuole."
Mi dispiace, ma la ramanzina del maggiordomo in questo momento non è certo quello di cui ho bisogno. Sono di ritorno dall'ultimo tentativo di frenare i danni provocati da Joker, ed è successo di nuovo.
Un po' di botte, qualche altro discorso incomprensibile di quel pazzoide, e poi quel bacio.
E mi manda ancora fuori di testa.
Ho sempre saputo che quello voleva vedermi impazzire, ma non gli ho mai dato questa soddisfazione.
All'inizio pensavo solo che fosse qualcosa come un nuovo stratagemma per tentare di condurmi alla pazzia.
Ma dice che posso stare tranquillo, che è impossibile che io diventi pazzo. Dice che è questo che lo attrae tanto, la mia forza di contrastare... la follia che chiunque ha in sé.
Ed è vero, che non sono diventato pazzo. Perché la follia non mi appartiene, non è parte di ciò che sono. Però, la follia è dannatamente attraente.
Ho un bisogno implacabile di averlo vicino, una voglia sempre più furiosa dei suoi baci.
No, non è possibile. Devo essere solo confuso, come dice Alfred. Non possono essere questi i miei pensieri.
No.
Torno inevitabilmente con la testa ai fatti di questa notte.
Non capisco, non riesco proprio a capire.
Mi concentro inutilmente, nel tentativo di darmi una spiegazione.
Devo vivere quella sensazione un'altra volta e poi placherò la mia angoscia.
So dove trovarlo. Esco dalla batcaverna. Davanti alle macerie di una struttura, saltata in aria qualche ora prima, una figura con i capelli verdi e una giacca viola contempla la scena da lui creata.
"Joker..."
Mi avvicino da dietro e, deciso a trovar la soluzione ai miei dubbi piacevolmente fastidiosi e a provare ancora quell'intensa emozione, lo bacio.
E ancora, come poche ore fa, mi sento andare fuori di testa.
Ma non sono più confuso. Questa volta è chiaro. È chiaro perché sua la follia sia così dannatamente attraente.
Sono talmente abile a mantenere spenta quella minuscola luce di follia che rischierebbe altrimenti di accendersi da un momento all'altro che ho bisogno di un pazzo come lui, quasi per colmare un vuoto che inconsciamente ho creato in me.
Lo bacio ancora.
"Ci sei arrivato allora, Bruce."
Adesso è lui a stringermi, ad avvicinarsi alla mia bocca.
Ancora una volta, poi basta.
Poi torniamo a picchiarci, a odiarci, a farci la guerra, è ovvio. È questo quello che siamo.

Batman

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