She feels bad in her darkness

1.2K 59 0
                                    


Pov Lauren

Quella stronza!
Non solo ha fatto l'antipatica con me, ha anche semplicemente mollato il lavoro per più di una settimana.
Il suo capo deve essere pazzo per averglielo permesso. Non mi pare il caso di andare in vacanza proprio ora.
Non so il motivo per cui ha preso le ferie, Mark mi ha solo detto che Camila mancherà per una settimana e che lavorerò insieme a lui e Alex. Gli ho chiesto se era perché stava male ma lui non ha voluto dirmi altro per la "privacy".

Sì, in poche parole sono nuova ed estranea e mi devo fare gli affari miei senza fare troppe domande.
.
.
.

Dopo la mattinata Mark mi dice di andare a fare una pausa. Mi ha lasciato un'ora libera anche se lui non credo si fermerà col lavoro.
Senza la sua assistente c'è più lavoro da fare ma lui sta cercando di non farlo ricadere sugli altri, piuttosto fa gli straordinari lui.
Ha detto che si mangerà un panino al volo mentre controllerà alcune cose sul computer. Mi dispiace per lui, é molto gentile e temo che quella stupida se ne stia approfittando.
Non la conosco neanche eppure sono furiosa con lei. Mi rendo conto che forse sto esagerando. In fondo non so il motivo per cui si è presa dei giorni liberi, potrebbe avere un motivo valido. Sì, sicuramente è così altrimenti non le avrebbero permesso di farlo.
Oppure semplicemente Mark è stato troppo buono con lei.
Comunque sia non dovrei occuparmene così tanto, in fondo non sono affari miei.

Ho finito di fare pranzo e sto uscendo per fumarmi una sigaretta sulla panchina nel parco di fronte al palazzo.

Mi rendo conto solo dopo essermi messa a sedere sulla panchina, che è la stessa dove l'ho vista per la prima volta...

Vedo Alex entrare di fretta nel palazzo, deve aver finito con le commissioni che gli hanno occupato tutta la mattina e a quanto pare in pomeriggio lavorerà insieme a noi.

Finisco velocemente la sigaretta e mi affretto anch'io verso l'ufficio. Non voglio essere privilegiata e lavorare meno di loro.
Prima di entrare in ufficio, mi blocco davanti alla porta. Sento che stanno discutendo tra di loro.

-No, non mi sembra che tu stia facendo le scelte giuste ultimamente Mark! Come hai potuto permetterle di partire?

-Te l'ho già detto. Non voglio parlartene, sono questioni personali che mi ha confidato e non me la sento di parlarne con gli altri.

-Io non sono "gli altri"! Lavoriamo insieme da quanto? Saranno dieci anni ormai...e comunque è colpa sua se ora ci tocca lavorare il doppio, almeno potresti dirmi il perché

-Ok, ok...però per favore, che rimanga tra noi.

-Ok.

-Sua madre è malata e le ha chiesto di andare là perché le deve parlare. So che ha una brutta malattia da tempo anche se Camila non me ne parla mai, una volta l'ho sentita che ne parlava al telefono con un'amica sua, quindi so per certo che la cosa é seria. Ora sappi che non stanno tanto in buoni rapporti quindi se l'ha voluta vicino a sé... temo il peggio.

-Ok...eh, sì Ok...Capisco. Brutta situazione. Speriamo non è grave come sembra.

-Speriamo.

Mi resi conto che stavo passando troppo tempo davanti alla porta e sarebbe stato meglio entrare prima che a qualcuno avesse dato nell'occhio. Stavo chiaramente origliando una conversazione privata tra i miei capi. Potevo essere licenziata per questo.

Bussai e sentì la voce di Mark invitarmi ad entrare.

-Oh sei tu! Magnifico, ci siamo tutti, possiamo continuare con il lavoro.

In realtà non c'eravamo tutti, mancava Camila ma dopo quello che ho sentito non ho osato contestare. Neanche Alex, che visibilmente si sentiva in colpa. Chissà quali brutte cose ha detto sul conto suo prima che arrivassi alla porta.

Mi ci sentivo anch'io un po' per averla maledetta mentalmente per tutta la mattinata.

Ci buttammo sul lavoro e non abbiamo più parlato di altro.

Senza che ce ne accorgessimo si erano fatte le 19. Mark ha deciso che per oggi bastava così e ce ne andammo tutti in silenzio e stanchi.
Domani ci aspettava una lunga giornata simile a questa se non peggio.

Prima di arrivare a casa mi fermai a prendere qualcosa da mangiare al take-away. Ero troppo stanca per cucinare.

Dopo aver pulito il tavolo, mi misi a sedere sul divano. Mi cadde l'occhio sul telefono che ho messo a caricare stamattina vicino al televisore.
Avrei potuto accenderlo per vedere finalmente cosa ci fosse nel cellulare della "vecchia" Lauren.
Avrei potuto, ma se mi avesse sconvolta troppo?
Non potevo mancare anch'io dal lavoro, ora proprio no.

Con la testa piena di pensieri sul mio passato caduto nell'oblio, mi addormentai sul divano.

Quando mi svegliai avevo ancora il suo viso davanti agli occhi.
L'ho sognata di nuovo.
Era un sogno strano, sembrava tanto realistico quanto impossibile.
Non ricordo bene i particolari, solo che stavamo su un divano insieme e ridevamo come se avessimo visto la cosa più divertente del mondo...sembravamo molto amiche...
mi ricordo la sua risata...
Gli occhi color cioccolato che mi guardavano con affetto...
Il suo profumo di vaniglia...

È possibile sentire profumi nei sogni?

La mia immaginazione ha fatto gli straordinari stanotte.

Per quel poco che l'ho conosciuta, non l'ho mai sentita ridere e l'unico sguardo che mi ha fatto conoscere era di rabbia muta, e il giorno seguente di paura quasi agghiacciante.
L'unica cosa "reale" era il suo profumo, di vaniglia.
Quello che non capisco è perché mi è rimasto così impresso. Come se fosse qualcosa che mi mancava da tanto tempo e risentirlo mi confortasse.
.
.
.
Avendo dormito sul divano per quasi tutta la notte, mi procurai un dolore al collo che neanche nel pomeriggio dava segni di voler passare.
Mi proposi di andare a prendere un caffè per tutti e tre e ora stavo aspettando il mio turno da Starbucks, c'era una fila interminabile quel pomeriggio. Era sabato e vedevo tanti giovani, famiglie con figli più o meno piccoli, coppie di anziani ancora innamorati, altri in compagnia dei loro vecchi amici, prendersi un caffè e qualche dolcetto insieme. Tanti avranno approfittato del bel tempo passando gran parte della giornata all'aperto godendosi il sole e il caldo che in primavera sappiamo apprezzare come in nessun'altro periodo dell'anno.
Ora stanchi e affamati hanno affollato i bar.

Quando finalmente uscì con i tre caffè, mi misi a sedere su una panchina vicina per godermi almeno 5 minuti di sole ma mi sentì travolgere dalla tristezza.

Mi sentivo privata di qualcosa che sentivo spettava anche a me.
Amici, tempo libero da passare con qualcuno di importante, felicità...amore.

Un passato, dei ricordi...i MIEI ricordi.
Incontrollabilmente mi cominciarono a scivolare via delle lacrime dagli occhi...era da tanto che non riuscivo più a piangere...era liberatorio in realtà.

Sembrava che il sole sciogliesse il dolore in me come se fosse ghiaccio e ora in piccole gocce abbandonasse il mio corpo.

Come sarebbe ora la mia vita se non avessi perso la memoria? Se non avessi perso tutto di me?
...

Just give her the reason to hold on...

Write on me [Camren]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora