Litigi

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Erano passati giorni dal litigio tra Hiccup ed Astrid. Non capitava spesso, ma quando accadeva, facevano pace dopo neanche cinque minuti. Ma questa volta era diverso. Astrid ed Heather avevano rischiato di rimetterci la pelle in una missione, ed Hiccup dalla preoccupazione, si era arrabbiato ed aveva impedito alle due di aiutarli in una nuova missione. Astrid si era infuriata, e per poco non si sarebbero lasciati. Da quel giorno si evitavano completamente.

Astrid era impegnata ad affilare l'ascia, seduta sul tavolo nella centrale dell'avamposto. Fece scivolare la pietra avvolta nello straccio, per tutta la lunghezza della lama. Era a pezzi. Si sentiva in colpa, ma non sapeva come scusarsi con Hiccup. Aveva ragione, avrebbe potuto fare una brutta fine, e trascinarsi Heather con lei. Hiccup aveva avuto ragione ad arrabbiarsi, ma non riusciva ad ammetterlo. Era da giorni che voleva parlargli, ma ogni volta che rimanevano soli tendevano ad ignorarsi. Voleva uscire in fretta da quella situazione, anche perché litigare con Hiccup la faceva sentire malissimo ogni volta. Sentì la porta della sala aprirsi e dei passi. Passi che conosceva molto bene, anche dovuto al suono del ferro sul legno. Hiccup si sedette di fronte a lei, cercando di non guardarla. In mano portava un nuovo modello della sua spada infuocata, Inferno. Cominciò ad armeggiare con l'apertura della spada, un po' difettosa. Astrid continuava ad affilare la lama dell'ascia, non pensando troppo al ragazzo.

Hiccup si alzò per posare la spada. Nel farlo, passò dietro Astrid e si fermò a guardare il suo profilo. Forse era stato troppo duro. Era questo che si ripeteva ogni volta che la guardava. Non sopportava più i loro silenzi glaciali. Voleva tornare a parlare con lei, ad abbracciarla, baciarla. Semplicemente stare con lei.

《Potresti anche smettere di fissarmi.》
Hiccup girò intorno al tavolo, trovandosi di fronte a lei.

《Stavo solo guardando l'ascia. La stai affilando male, stai calcando troppo.》

《So benissimo come si affila un'ascia signor perfettino.》

《Sei seria? Signor perfettino? Volevo solo aiutarti per non farti rovinare l'ascia, miss acidità.》

Astrid strinse il manico infastidita. Hiccup si avvicinò lentamente, poggiando la sua mano su quella della ragazza. La accompagnò delicatamente sulla superficie della lama. Astrid allentò la presa sul manico dell'ascia, lasciandosi guidare nei movimenti. Hiccup le accarezzò piano il dorso della mano con il pollice. Avevano smesso di affilare l'ascia e avevano concentrato lo sguardo sulle loro mani intrecciate.

Hiccup le tolse la pietra dalle mani, e spostò l'ascia sul tavolo. Le prese le mani, e se le portò alle labbra, baciandole prima le nocche ed infine i polpastrelli. Astrid lo fissava senza emettere fiato. Amava quando le stringeva le mani e le baciava.

《Astrid...》
Lo pronunciò con un sussurro roco.

L'aiutò a scendere dal tavolo, carezzandole i fianchi. Si ritrovarono a pochi centimetri di distanza. L'aria era elettrica intorno a loro. Desideravano solo baciarsi. Hiccup fece avvicinare i corpi, mettendo il capo tra l'incavo del collo della ragazza. Astrid gli accarezzò le spalle, attirandolo verso di lei.

《Mi dispiace... non avrei dovuto impedirti di partecipare alla missione.》
La guardò negli occhi. Erano così vicini che riusciva a vedere le pagliuzze dorate che le circondavano l'azzurro degli occhi. Riusciva a vedere le lentiggini che tanto amava.

《È colpa mia. Non avrei dovuto fare di testa mia ed affrontare quella missione suicida. Ti prometto che non succederà più.》

《Mi fa molto piacere. Io tengo a te Astrid e il solo pensiero di perderti... non riesco neanche ad immaginarlo. Voglio solo che tu stia bene, milady.》

《Anche io sarei stata preoccupata Hic. Mi dispiace. Sono stata una stupida, non ho pensato alle conseguenze.》

《Ma ora sei qui, e stai bene. È questo quello che conta Astrid. Io non posso vivere senza di te, lo capisci? È per questo che ho perso la testa.》

《Anche io non posso vivere senza di te Hiccup...》

Hiccup la baciò dolcemente. Le erano mancate le sue labbra, e la dolce sensazione che si propagava per tutto il suo corpo quando la baciava. Astrid gli mise una mano sul collo. Hiccup le morse delicatamente il labbro inferiore, ottenendo l'accesso. Mosse la lingua all'interno della sua bocca, facendo scontare i due muscoli. Astrid emise un piccolo gemito di piacere, stringendolo a sè. Hiccup si sedette sulla sedia, attirandola su di se e facendola sedere sulle sue ginocchia. Astrid amava quando la baciava. Amava sentirlo accanto a sè, poterlo tenere stretto facendosi largo tra le sue braccia. Si sentiva protetta ed amata. Un miscuglio di sensazioni che si accavallavano senza sosta, annebbiandole la mente.

《Astrid, Hiccup, siete qui dentro? Ragaz- oh-》

Heather sorrise guardando i due che si scambiavano tenere effusioni. Si staccarono di colpo, imbarazzati. Astrid si alzò dalle gambe di Hiccup, permettendogli di alzarsi.

《Credo che passerò più tardi. Continuate pure, fate come se non fossi mai entrata.》

Hiccup iniziò a balbettare arrossendo, scompigliandoli i capelli. Astrid si avvicinò ad Heather arrossendo anch'essa.

《Heather ehe, ehi. Che volevi?》

《Può aspettare, parleremo dopo. Comunque... non ci tengo a diventare zia così presto.》

Ridacchiando uscì dalla stanza. Astrid si spostò un ciuffo di capelli, guardando la porta. Hiccup le mise una mano sulla spalla, girandola verso di lui. Le diede un bacio all'angolo della bocca, successivamente la baciò di nuovo.

《Mi piace stare così... solo noi due.》
Astrid gli baciò una guancia, abbracciandolo.

《Anche a me, milady.》

Lo sguardo di Hiccup si fece più intenso. Riprese a baciarle le labbra, le guance, il naso -facendola ridacchiare-. Poi le lasciò un bacio sul collo, che le fece mordere le labbra.

《Ti amo Astrid.》
Le disse tra un bacio e l'altro, facendola sorridere.

《Ti amo Hic.》

ʜɪsᴛᴏɪʀᴇs ᴅ·ᴀᴍᴏᴜʀ [ʜ.ʜ&α.ʜ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora