Impossible

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Impossibile.
Era quella la parola adatta per descrivere la relazione tra lei ed il bruno.

Si era ripetuta più volte che sarebbe stato impossibile continuare a vedersi, e che prima o poi il ragazzo sarebbe stato preso e portato verso la fine atroce della sua esistenza.

Astrid era sempre stata contro ogni tipo di violenza nei confronti di coloro che il suo popolo riteneva inferiori a causa della discendenza, della loro razza impura ed insignificante.

Si era sforzata in tutti i modi di reprimere i sentimenti forti e destabilizzanti che le bruciavano le vene, che provava per Hiccup Haddock. Ma era stato impossibile, e quel breve momento di confusione e rabbia in cui cercava di reprimerlo, l'aveva spinta alla scoperta di un'unica verità.

Era impossibile lasciarlo andare.

Hiccup aveva battuto ogni corazza in cui si rifugiava, entrandole nella pelle, toccandola, baciandola, amandola. Era penetrato nel proprio cuore lentamente, per poi rigettarsi completamente nei meandri più profondi della ragazza, lasciandola spiazzata.

Era difficile ammettere di provare quei sentimenti, dopo anni di dure prove ed ostacoli, che l'avevano portata ad essere una fredda solitaria dal cuore spento e dalle emozioni represse. Le avevano detto di dover essere dura, di disprezzare ogni forma esistente di razza inferiore alla propria, dovendolo portare alla morte.

Ma non sarebbe mai riuscita a far del male ad un innocente.

Non avrebbe mai potuto rompere i contatti con colui che le aveva fatto riprovare quei sentimenti e quelle emozioni primordiali, che spesso gli uomini tralasciavano, preferendo l'odio e la morte, dovendo risaltare la propria potenza.

Nonostante sapesse e credesse dell'uguaglianza degli uomini, nessuno pareva darle retta.

Sola contro un'intera nazione, pronta a condannarla alla fine, separandola dalla vita terrena e da ogni contatto avuto precedentemente.

Hiccup le era stato sempre accanto, fin dalla giovane età, dovendosi nascondere ogni qualvolta, poiché l'essere ebreo era una condanna a morte. Astrid si era ripromessa di convivere con il rimorso eterno della paura della separazione, consapevole della fine che aspettava ad Hiccup.

L'aveva amato, l'aveva sentito attraverso la sua pelle come a toccargli l'anima. L'aveva percepito, perdendosi negli occhi profondi e smeraldini del giovane uomo. L'aveva vissuto, toccando ogni centimetro di pelle, beandosi del profumo che emanava il corpo asciutto del castano.

L'aveva baciato, assaporando le dolci e morbide labbra, mordendole, sentendo le lingue intrecciarsi in una tacita promessa.

Le era stato accanto quando chiunque l'avrebbe definito un reietto della società, da far soffrire, uccidere, ingiustamente.

Impossibile era la parola adatta a definire la società di quel tempo, impossibile da capire, che si lasciava condizionare dal Dio migliore. Ma Hitler era solamente un lurido e sporco criminale, divertito dall'idea di sterminare coloro che riteneva scarti della società.

Astrid si era arresa ad una prorompente fine della relazione tra lei ed Hiccup, ma una parte di lei le diceva di continuare a lottare, a fuggire da quel mondo ostile che cercava solamente distruzione, accompagnata dall'amante. Si era tormentata nelle freddi notte di quell'inverno cercando una soluzione che potesse alleviarle il dolore, una via di fuga. Un lieto fine tra quei due sfortunati compagni, il quale unico peccato era quello di aver creato un'amore impossibile, non adatto alle leggi della società.

Consideravano gli ebrei, le razze schiave ed inutili, semplicemente sbagliate, condizionando le loro scelte in base unicamente alle tradizioni di una religione. Una razza sbagliata.

E se avessero considerato il ragazzo sbagliato, sarebbero stati sbagliati insieme. E se avrebbe dovuto combattere l'avrebbe fatto. L'avrebbe fatto per entrambi, rischiando la vita.

Perché nessun amore è sbagliato. Perché nessun amore è impossibile.

ʜɪsᴛᴏɪʀᴇs ᴅ·ᴀᴍᴏᴜʀ [ʜ.ʜ&α.ʜ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora